L'UMILIAZIONE DEI NORTHMORE – Henry James

L'umiliazione dei Northmore, Henry James
Titolo: L'umiliazione dei Northmore
Autore: Henry James
Traduttore: E. Giachino
Copertina flessibile: 44 pagine
Editore: Elliot (2017)
Prezzo online: 4,99 € (ebook)

L'umiliazione dei Northmore è un racconto di Henry James, autore celeberrimo che io non avevo ancora mai letto. Non mi ha dato grandi soddisfazioni, ma si tratta solo di un breve racconto, sono ancora curiosa di leggere qualcosa di più sostanzioso.
Il tema fondamentale dell'Umiliazione dei Northmore è la rivalità tra due uomini, appunto Lord Northmore e il signor Hope che, a differenza del primo, non è mai riuscito ad affermarsi nella vita e nella carriera, pur essendo più intelligente. Entrambi muoiono all'inizio del racconto; la rivalità e l'ingiustizia vengono raccontate dal punto di vista della vedova Hope, che le vive in maniera bruciante, a quanto pare molto più del marito.
La rivalità tra i due uomini si trasferisce quindi sulle mogli. Mrs Hope vorrebbe tanto umiliare Mrs Northmore, nonché il ricordo del suo insulso e celebre marito, e in realtà non ne avrà neanche bisogno, perché ci penseranno da soli.
Ho trovato il finale insoddisfacente, e in generale credo che la storia potesse essere sviluppata in maniera molto più approfondita. In altre parole, è uno di quei casi in cui un libro mi sembra troppo breve e vago. Incompleto.

L'unica vera protagonista del racconto è Mrs Hope. Il presente e il passato sono interamente raccontati dal suo punto di vista, e gli altri personaggi vivono nel libro solo in virtù dei sentimenti di lei nei loro confronti. Sono quindi delle figure quasi indistinte, mentre lei è caratterizzata molto bene, proprio tramite la forza delle sue emozioni: l'invidia, il senso di ingiustizia, il desiderio di vendetta, il risentimento nei confronti non solo dei Northmore, ma anche di tutti coloro che in qualche modo hanno favorito l'affermazione sociale di Lord Northmore e, anche dopo la sua morte, continuano a mostrare il loro rispetto per il defunto assecondando con entusiasmo la vedova. È facile sentirsi partecipi e solidali nei confronti della signora Hope.
Sono invece assenti le descrizioni fisiche.

Lo stile di Henry James è molto scorrevole, pulito e lineare, ma anche piuttosto vuoto. Non c'è nulla da segnalare, si fa leggere con piacere ma non c'è un solo periodo, una sola parola che io abbia trovato apprezzabili. E mi dispiace.
Voglio sottolineare ancora una volta, tuttavia, che il libro è davvero breve, e mi sembra un po' poco per poter valutare lo stile dell'autore.
Nel frattempo posso solo dirvi che questa è stata una lettura piacevole e che di sicuro leggerò altro di Henry James.

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STORIA DI UNA CAPINERA – Giovanni Verga

Storia di una capinera

Titolo: Storia di una capinera

Autore: Giovanni Verga
Copertina flessibile : 145 pagine
Editore : Mondadori (2004)
Prezzo: 8,55 €


Storia di una capinera di Giovanni Verga è uno dei pochissimi classici italiani che mi piacciano. È un romanzo molto delicato e struggente, in cui l'autore, da uomo, ha saputo rappresentare molto bene la sensibilità di una ragazza di vent'anni, Maria, costretta a prendere i voti perché "di troppo" nella nuova famiglia del padre vedovo.

Alcuni temi del romanzo:

  • Reclusione e libertà. Per l'appunto, Maria è costretta alla clausura, a cui sfugge per un breve periodo a causa del colera. E in questo periodo assaporerà la libertà, l'amore, il risveglio dei sensi, in un crescendo che si rivelerà però deleterio, dato che a quella libertà dovrà presto rinunciare ancora.

  • Famiglia. Maria descrive la sua famiglia da un punto di vista praticamente esterno perché, per quanto lei ne faccia ufficialmente parte, in realtà ne è tagliata fuori. La sua vera famiglia erano il padre e la madre prima che quest'ultima morisse; col nuovo matrimonio del padre, nonostante la matrigna e i fratelli acquisiti, Maria una famiglia non ce l'ha più.

  • Amore. Un amore descritto in tutte le sue fasi attraverso le sensazioni di Maria, prima ancora che lei stessa se ne renda conto. Questo, per quanto mi riguarda, è il maggior merito di questo romanzo, e quindi di Verga: la descrizione dettagliata delle manifestazioni fisiche e psicologiche dei sentimenti. Purtroppo si tratta di un amore proibito, infelice, e quindi di un dolore talmente insopportabile da sfociare nella follia.


L'unico personaggio degno di nota è la stessa Maria. Storia di una capinera è un romanzo epistolare e tutto quello che sappiamo lo leggiamo dalle lettere di Maria: il suo punto di vista, la sua percezione delle cose, sono tutto ciò che conta.

È un personaggio notevole: è viva, esplode di emozioni e sensazioni che, come ho detto, si trasmettono al lettore in tutta la loro potenza. Nella prima parte del romanzo è sempre felice, grata di tutto quello che ha, perfino quando viene trattata ingiustamente. Perdona tutti, ama la vita in modo genuino. E la sua metamorfosi nel corso della storia è graduale, molto verosimile e struggente.

Tutti gli altri invece sono figure vaghe e solo funzionali, di contorno. Quasi quasi le personalità degli animali sono più definite di quelle umane.


Lo stile è bello e di lettura molto facile (anche se il linguaggio è un po' antiquato, in particolare l'uso – reiterato all'infinito – di "allorché"), appunto perché si tratta delle lettere di una diciannovenne ingenua e sempliciotta. L'uso dei puntini di sospensione e dei punti esclamativi è eccessivo ma, per lo stesso motivo di cui sopra, non si può sindacare nemmeno su questo, perché ognuno sarà pur libero di scrivere le sue lettere col proprio stile personale.

Le descrizioni ambientali sono molto vivide, piene dell'entusiasmo con cui Maria percepisce ogni cosa; così come sono molto dettagliate quelle dei suoi sentimenti, della nascita e dello sviluppo di quello che prova per Nino.

Non ci sono dialoghi lunghi o rilevanti, più che altro lei si limita a riportare qualche frase di particolare interesse.

Storia di una capinera è un grande classico che merita decisamente di essere letto, e in più lo consiglierei come primo approccio con l'autore. Del resto è il suo primo romanzo.


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IL SEGRETO DEL MALE – Craig Russell

 

Il segreto del male - Craig Russell

Titolo: Il segreto del male

Autore: Craig Russell

Traduttore: A. Russo

Editore: Piemme (2020)

Copertina rigida: 480 pagine

Prezzo: 17,95 €


Il segreto del male di Craig Russell ha una trama che potrebbe essere molto interessante, ma nel complesso mi ha alquanto deluso.

Essendo un thriller dovrebbe tenere col fiato sospeso, cosa che nel mio caso non è riuscito a fare, nonostante non manchino parti che trasmettono inquietudine.

Tra i temi trattati troviamo

  • Malattia mentale, e in particolare il disturbo dissociativo dell'identità. Gli argomenti psichiatrici mi interessano sempre molto, ma qui il disturbo viene trattato in modo fantasioso, con attenzione al lato cattivo dei pazienti, secondo lo stereotipo per cui chi soffre di questo disturbo avrebbe personalità divise tra "buone" e "cattive". A tal proposito:

  • "Il male", anch'esso trattato in modo molto banale, come dire "il diavolo": un'entità ben definita e quasi mitologica che incombe su tutti noi. Per favore.

  • Nazismo. Ecco, questo sì che è un vero male, e l'autore avrebbe potuto approfittarne per approfondire il discorso, invece l'ha messo di sfondo e non se n'è occupato granché.


Per quanto riguarda i personaggi, ho trovato il protagonista Viktor ben poco credibile sin dalle prime pagine. Se uno psichiatra cercasse, come lui, di far ragionare i pazienti in maniera razionale, per me andrebbe radiato dall'albo. Se sei uno psichiatra, il minimo sindacale è che consideri la malattia mentale per quello che è, e che quindi tu sappia che non ha nulla di razionale.

Ad ogni modo, le descrizioni fisiche sono discrete e, più che le personalità, sono chiare le emozioni dei personaggi. Vojtech Skala, il più pericoloso dei pazienti, potrebbe essere un personaggio molto valido, anche con una storia interessante, invece si riduce a una macchietta che ripete sempre le stesse frasi e non incute alcun terrore.


La scrittura è molto scorrevole e non stanca, anche se il romanzo è piuttosto lungo. Le descrizioni sono belle ed efficaci e i dialoghi sono molto presenti, perché i personaggi raccontano in prima persona le proprie storie. Si tratta di colloqui terapeutici. In molti casi sono più che altro monologhi.

Nel complesso, purtroppo, il romanzo non riesce a essere inquietante come dovrebbe. Un'idea sprecata, che poteva essere sviluppata molto meglio. Tra l'altro ho trovato la risoluzione alquanto scontata e prevedibile.

Comunque. Come lettura d'evasione può andare bene.


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