NIENTE – Janne Teller

niente janne teller
Titolo: Niente
Autore: Janne Teller
Traduttore: M. V. D'Avino
Copertina flessibile: 119 pagine
Editore: Feltrinelli (2019)
Prezzo online: 6,80 €

Forse Janne Teller è un genio. Niente è un pugno allo stomaco, una storia agghiacciante, molto diversa da ciò che mi aspettavo. All'inizio, infatti, sembra di leggere una favoletta per bambini, con una bella morale e così via, ma si evolve man mano in un macabro crescendo di angoscia e orrore.
La trama è molto semplice. Durante una lezione Pierre Anthon dichiara che niente ha senso, tutto finisce e perciò tanto vale non fare più niente. Decide di appollaiarsi su un albero vicino alla scuola e, da lassù, lancia le sue sentenze disfattiste tutti i giorni. Per smentirlo, i compagni di classe decidono di radunare tutte le cose che per loro hanno un significato, di sacrificarle. Nel tentativo di raccogliere significato, però, lo perdono, insieme all'anima e alla stabilità mentale.
temi centrali del libro, quindi, sono proprio questi: il significato, il senso della vita. Il valore delle persone, l'attaccamento alle cose materiali come fossero parti di noi, il sacrificio, la vendetta, l'innocenza. Alla fine, il messaggio che mi è arrivato è questo: il significato c'è, e fa paura. È personale e non c'è pietà per quello altrui.

I personaggi sono degli adolescenti, e questa è forse l'informazione più utile alla comprensione delle dinamiche. A parte questo, descrizioni e caratterizzazione sono scarse e vaghe, ma del resto non servono, perché non ha nessuna importanza capire come sono fatti i personaggi; quello che importa è come diventano. La rabbia che covano e che va crescendo man mano, l'indifferenza e l'egocentrismo, l'odio reciproco e l'annullamento della volontà. All'inizio si possono distinguere i "forti" e i "deboli", ma poi i ruoli quasi si invertono, perché chiunque diventa debole quando gli si toccano le sue parti più importanti, e allo stesso modo chiunque può acquistare forza (almeno apparente) reagendo a un'esperienza traumatica.
Il fatto che siano adolescenti spiega un po' tutto: da una parte la violenza e l'accanimento con cui gestiscono la situazione, dall'altra la loro fragilità.

Lo stile è semplice ma molto curato, e la sua qualità è evidente nei dettagli: un ottimo uso delle parole e descrizioni molto efficaci, con belle similitudini, anche perché altrimenti non sarebbe così evidente l'orrore della situazione; dialoghi pieni di rabbia e di verità. Il punto di vista è quello di ragazzini ancora piuttosto ingenui, che non capiscono molte cose, e che vanno appunto perdendo le loro illusioni infantili.
La scrittura è fredda quanto basta per rendere il tutto ancora più orribile, e risulta molto chiaro che non esistono parole per spiegare quello che è veramente importante, il significato può solo essere percepito.
In definitiva Niente, a dispetto del titolo, è decisamente qualcosa e fa riflettere. Ve lo consiglio senza dubbio.

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CALEIDOSCOPIO – Archibald J. Cronin

caleidoscopio archibald j cronin
Titolo: Caleidoscopio
Autore: Archibald J. Cronin
Traduttore: B. Maffi
Copertina flessibile: 123 pagine
Editore: Bompiani (9 novembre 2011)
Prezzo online: 7,57 €

Voto: **½

Caleidoscopio è il racconto di una giornata all'interno di una clinica, giornata vissuta e quindi raccontata dal punto di vista di persone diverse, tra infermiere, medici e pazienti. Ci ho messo un po' a capirlo, ma è proprio a questo che si riferisce il titolo, facendo riferimento a tanti frammenti colorati che convergono dando origine a una visione unica ma molto variegata, tipica appunto di un caleidoscopio. Ci viene offerta quella visione globale che nella vita tendiamo a ignorare, perché percepiamo solo ciò che ci riguarda personalmente, cosa che Cronin fa notare con ironia.
Tra tutte queste storie convergenti, quella che più si fa sentire riguarda l'infermiera caposala Mary Fanshawe, detta Fany, che possiamo definire la protagonista del romanzo, anche se poi l'attenzione si sposta da un personaggio all'altro.
I temi trattati sono i più svariati, a partire – vista l'ambientazione – dalla salute e dalla malattia, fino alla soggettività con cui percepiamo le cose, al lavoro, all'amore, al rispetto per gli altri e per sé stessi, all'inganno.

I personaggi del romanzo sono descritti con cura, hanno caratteri ben definiti e realistici, in alcuni casi fastidiosi come sanno essere le persone in carne e ossa. È il caso del dottor Preston, tipico maschio alfa che mi ha ricordato un altro personaggio di Cronin, di cui non ricordo neanche il nome. Secoli fa ho letto E le stelle stanno a guardare; è passato così tanto tempo che non ricordo nulla della trama, ma ricordo che c'era un personaggio simile a questo, altrettanto irritante, da prendere a pugni. Non che sia un difetto: molti uomini sono davvero così, quindi Cronin li ha rappresentati bene.
La cosa strana è che, durante la lettura, i personaggi non mi sembravano ben caratterizzati ma invece, a ripensarci, ho la sensazione di conoscerli bene. Questo significa che l'autore è riuscito a caratterizzarli bene in maniera implicita, il che gli fa onore. Fany, in particolare, è un personaggio molto più complesso di quanto sembri.

Lo stile non mi è piaciuto e non mi ha coinvolto. Non posso dire che il libro sia scritto male, parlo solo di un mio gusto personale. Ho trovato il linguaggio troppo antiquato, termini ormai inesistenti. Okay, il libro non è stato scritto l'altro ieri, però mi sembra esagerato.
In definitiva il romanzo non mi è piaciuto particolarmente, anche se l'idea ha una sua originalità e un suo perché.
Ultimamente ho sentito spesso parlare – bene – di Cronin (non so perché, tra l'altro, non è che sia proprio tra le ultime novità), per questo ho deciso di dargli una seconda possibilità dopo E le stelle stanno a guardare, che già non mi era piaciuto. Devo concludere quindi che non è l'autore per me. Me ne farò una ragione.

LE RAGAZZE – Emma Cline

le ragazze emma cline
Titolo: Le ragazze
Autore: Emma Cline
Traduttore: M. Testa
Copertina flessibile: 334 pagine
Editore: Einaudi (27 settembre 2016)
Prezzo online: 15,30 €

Voto: ****

Le ragazze è il primo romanzo di Emma Cline, e ha incontrato il pieno favore della critica e dei lettori. È scritto con una sensibilità e una cura a dir poco impressionanti, soprattutto per essere la prima opera di un'autrice giovane.
La trama, per me, è la parte meno interessante: Evie è un'adolescente come tante, che vuole disperatamente piacere ai ragazzi e che vive in una continua ricerca di approvazione. Solo quando incontrerà "le ragazze", che esercitano su di lei una fortissima attrazione già dal primo sguardo, penserà finalmente di aver trovato il suo posto nel mondo, in questa sorta di comunità che la risucchierà, sollevandola dal peso di doversi confrontare col mondo reale. Dopodiché la situazione degenera.
Più che una storia precisa, comunque, Emma Cline racconta in maniera commovente i pensieri, gli stati d'animo, le paure e desideri di una ragazza. Le ragazze del titolo non sono infatti solo Evie, Suzanne e le altre protagoniste della storia, ma sono tutte le ragazze, perché ciò che il romanzo racconta davvero è cosa significhi essere ragazze, adolescenti femmine nella società e nel mondo. Ed è questo il tema fondamentale del libro: l'adolescenza femminile (ma oserei dire anche l'essenza femminile), con tutto ciò che vi ruota attorno.
Altri temi importanti riguardano la sfera del conformismo, l'effetto gregge, il favoritismo di gruppo, la manipolazione. E la paura.

I personaggi sono meravigliosi, ben studiati, vivi. La caratterizzazione è ottima, ho immaginato in ogni dettaglio tutti i personaggi, il loro aspetto, il loro modo di muoversi e di interagire, i loro sguardi. E sono entrata dentro Evie, mi sono riconosciuta in lei, perché i suoi pensieri e i suoi sentimenti sono stati spesso anche i miei, e l'ho capita perché so, come sappiamo tutte, come sia essere adolescenti, come sia essere donne.
Gli uomini del romanzo fanno tutti schifo (tranne uno forse, una breve comparsa). Sono viscidi, stupidi, presuntuosi e malati, maniaci sessuali e approfittatori. Noi vogliamo continuare a pensare che ci siano anche persone decenti tra di loro, ma Emma Cline non sembra crederlo.

Lo stile è strepitoso. Innanzi tutto per i motivi che ho elencato finora: il modo di indagare e descrivere sentimenti e sensazioni, la precisione con cui viene fuori ogni pensiero e ogni paura di Evie. E poi, a livello proprio tecnico, perché emerge una conoscenza invidiabile delle parole, un perfetto uso degli aggettivi e similitudini che lasciano a bocca aperta per efficacia e originalità ("il viso vuoto come un cucchiaio"...!). Un senso di malinconia e nostalgia accompagna frasi brevi, a volte spezzate, immagini dettagliate e vivide. Sin dalle prime pagine sono rimasta impressionata.
Ormai tutti scrivono, ma in pochi sanno scrivere. Emma Cline è senza dubbio una di loro. Se potessi l'abbraccerei.

Leggete questo libro, ve lo consiglio caldamente. Potete acquistarlo qui: https://amzn.to/2I5Fslz

REPARTO N.6 – Anton Cechov

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Titolo: Reparto n.6
Autore: Anton Cechov
Formato Kindle
Prezzo: gratis con Kindle Unlimited (prova gratuita per 30gg)

Voto: ***½

Non avevo mai letto Anton Cechov. Reparto n.6 è un breve racconto dal contenuto molto intelligente e significativo, e anche scritto molto bene.
Andrej Efimyc è medico in un piccolo ospedale insignificante, ed è ossessionato dall'inutilità del suo lavoro. Il n.6 è il reparto psichiatrico, dove sono ricoverati appena cinque pazienti, tra cui Ivan Dmitric. Proprio in Ivan, ovvero in un matto, il dottore trova finalmente una persona abbastanza intelligente e sensata con cui potersi confrontare, cosa che comincia a fare con una certa frequenza. Questo preoccupa e insospettisce i colleghi di Andrej, che pensano bene di intervenire.
Tutto il racconto è basato sulla contrapposizione tra ragione e follia, spirito e corpo, spontaneità e convenzioni sociali, verità e ipocrisia... Il tutto rappresentato anche fisicamente dalla separazione tra i luoghi: fuori e dentro il reparto.
Mi ha fatto ripensare all'esperimento di Rosenhan.

I personaggi sono innanzi tutto descritti benissimo a livello estetico, ma anche ben caratterizzati attraverso gesti e posture, azioni e reazioni. Nel caso del protagonista anche pensieri.
Una cosa molto interessante è la contrapposizione (ancora) tra Andrej e Ivan in relazione ai loro valori: uno è convinto sostenitore della ragione e del pensiero, l'altro del corpo e dell'istinto. E, alla fine del racconto, risulta molto chiaro come i valori siano legati a quello che abbiamo e quello che ci manca. La vecchia storia per cui capiamo di apprezzare qualcosa solo quando la perdiamo, insomma.

Per quanto riguarda lo stile, il racconto è decisamente ben scritto, e in particolare le descrizioni sono ottime. Ho già parlato di quelle dei personaggi, ma anche quelle ambientali sono meravigliose. Anzi, il racconto si apre proprio con la descrizione dell'ospedale, che quindi mi ha impressionato sin dalla prima pagina.
Il linguaggio è un po' antiquato ma comunque elegante ed efficace, non eccessivo. Si tratta, come ho detto, di un racconto piuttosto breve: è molto essenziale, eppure riesce a dire in poco spazio tutto quello che deve dire.
Insomma, vale decisamente la pena di leggerlo, tanto più che l'ebook è gratuito con Kindle Unlimited. Io credo che leggerò anche altro di Cechov.

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LA SIMMETRIA DEI DESIDERI – Eshkol Nevo

la simmetria dei desideri eshkol nevo
Titolo: La simmetria dei desideri
Autore: Eshkol Nevo
Traduttore: O. Bannet, R. Scardi
Copertina flessibile: 351 pagine
Editore: BEAT (aprile 2016)
Prezzo online: 7,65 €

Voto: *****

Credo sia la prima volta che do 5 stelline a un libro qui, ed è perché La simmetria dei desideri di Eshkol Nevo è, per me, praticamente il libro perfetto, in cui il dolore e l'ironia si intrecciano in un equilibrio ideale.
Quattro amici storici, Yuval, Churchill, Amichai e Ofir, guardano in tv la finale dei mondiali di calcio. A un certo punto, Amichai ha una delle sue idee, di solito snobbate dagli amici: scrivere su dei bigliettini tre desideri a testa da realizzare nell'arco dei successivi quattro anni, cioè entro la finale dei prossimi mondiali, quando li rileggeranno per vedere cosa è cambiato. Da questo espediente parte il racconto degli anni successivi, ma anche di quelli passati, e il modo in cui le vite e i desideri dei quattro amici si incrociano è geniale.
La simmetria dei desideri non fa che raccontare la vita (e anche la depressione). È un romanzo sull'amicizia e sull'amore, su quanto sia essenziale e perfino salvifico avere a fianco delle persone importanti. Può sembrare una cosa sdolcinata, ma vi assicuro che questo romanzo è proprio l'opposto della banalità.

I personaggi sono davvero favolosi. Sono persone vere, con caratteri veri. Non so se Nevo abbia attinto dalla sua esperienza concreta, ma è riuscito non solo a descrivere, ma proprio a mostrare delle persone reali da ogni punto di vista: i dialoghi, i gesti, perfino i tic verbali, le pose assunte, gli sguardi. Non so come ci sia riuscito. Anche le fotografie vengono descritte con tale perfezione che sembra davvero di poterle guardare.
Riescono a essere incisivi perfino i personaggi volutamente non-interessanti e quelli minori, che compaiono a stento o addirittura non compaiono affatto, se non attraverso i discorsi dei protagonisti. Eppure sembra di vedere e conoscere anche loro. Tanto di cappello per Eshkol Nevo, davvero impressionante.

Anche lo stile è particolare: è piuttosto semplice e mai noioso (io detesto il calcio, eppure non mi hanno annoiato nemmeno le parti in cui si parla di quello), e i discorsi diretti non hanno la punteggiatura classica, perciò sembra tutto un lungo flusso di coscienza che risucchia il lettore dentro i pensieri di Yuval, che è la voce narrante. Le descrizioni, come ho già detto a proposito di personaggi e fotografie, sono molto dettagliate, e anche le cose in apparenza più insignificanti sono dette bene. Ho trovato il finale molto commovente, non solo per il contenuto ma, appunto, anche per come è stato scritto.
L'unico punto meno soddisfacente è la traduzione: nella mia edizione ho infatti trovato qualche errore anche grossolano che poteva essere evitato. A parte questo, ve lo ripeto: per me questo è il libro perfetto.

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LA VERITÀ DI AMELIA – Kimberly McCreight

la verita di amelia kimberly mccreight
Titolo: La verità di Amelia
Autore: Kimberly McCreight
Traduttore: C. Salina
Copertina flessibile: 400 pagine
Editore: TEA (8 ottobre 2015)
Prezzo online: 10,20 €

Voto: ***

A Kimberly McCreight devo riconoscere il merito di avermi tenuta davvero incollata alle pagine. La verità di Amelia è un libro che si fa leggere avidamente, tuttavia non mi sento di dare più di tre stelline perché troppe cose non mi hanno convinta.
Kate Baron riceve una chiamata dalla scuola di sua figlia Amelia, che si è messa nei guai per aver copiato un compito. Ma Amelia è sempre stata una studentessa modello, perciò un tale comportamento è decisamente sospetto. Come se non bastasse, quando arriva a scuola Kate scopre che Amelia si è suicidata, forse per l'umiliazione subita. All'iniziale disperazione e a un paio di strani messaggi, seguono indagini che metteranno in luce tanti aspetti di Amelia che Kate non conosceva affatto.
Al di là dell'indagine, il libro è una roba adolescenziale con i soliti ingredienti: amicizia&amore, bullismo, sessualità, ricerca di approvazione e l'immancabile blog con i pettegolezzi della scuola. Da Gossip Girl in poi, quello è diventato un must.

I personaggi del romanzo sono piuttosto interessanti, hanno dei caratteri a volte incoerenti ma questo li rende più veri. Più che altro, hanno tutti caratteri abbastanza forti, come amplificati, netti. Tutti tranne Dylan, forse, ma anche per quello c'è un motivo, quindi direi che l'autrice li ha comunque studiati tutti con una certa attenzione. Malgrado ciò, non mi ha soddisfatta la sfera emotiva di nessuno di loro. Le emozioni dei personaggi si fanno sentire soprattutto nell'ultima parte, man mano che ci si avvicina alla fine, ma per il resto ho trovato il libro emotivamente piatto. In particolare Kate, da madre devastata quale dovrebbe essere (e lo è, a parole), non mi ha trasmesso proprio nulla. Ho letto il racconto delle sue emozioni come una lista della spesa, non le ho sentite.
Inoltre, nonostante i vari colpi di scena, nemmeno la scoperta dei colpevoli mi ha stupito. Ce ne sono diversi: quello che scrive il blog, quello che manda i messaggi a Kate, quello che li manda ad Amelia e così via, non è tutto opera della stessa persona. E ammetto che l'autore del blog mi ha lasciata di stucco, ma tutti gli altri invece li avevo individuati.

Lo stile è da una parte apprezzabile perché, come ho detto, mi ha davvero trascinata; dall'altra, però, non posso dire niente di eccezionale sull'uso delle parole o della grammatica e, in generale, la scrittura mi è parsa asettica. Alcune frasi poi sono proprio banali. Per non parlare delle chat, forzatamente scritte in linguaggio da teenager, a mio parere poco credibile.
All'inizio i salti temporali mi hanno un po' confuso.
Tirando le somme, dunque, non mi è sembrato un romanzo particolarmente buono ma, se vi piacciono i thriller e quella sensazione di volerne sapere sempre di più, potrebbe fare al caso vostro. È comunque una lettura molto piacevole.

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