PAPÀ GORIOT – Honoré de Balzac

 

Papà Goriot - Honoré de Balzac

Titolo: Papà Goriot

Autore: Honoré de Balzac

Traduttore: E. Klersy Imberciadori

Editore: Garzanti (2015)

Copertina flessibile: 309 pagine

Prezzo: 7,65 €


Da tempo volevo leggere Honoré de Balzac e, complice una promozione, mi sono convinta ad acquistare Papà Goriot, uno dei suoi romanzi più famosi. Vi dico subito che mi è piaciuto.

Vediamo quali sono i temi trattati in questo libro:

  • Società, di cui Balzac fa un bel ritratto. "Bel" si fa per dire: questa società non ne esce molto bene, ma il ritratto è bello in quanto realistico e molto chiaro. Come spesso succede nei classici, vengono messe in luce tutte le sfaccettature peggiori: l'importanza attribuita allo status, i pregiudizi nei confronti delle persone meno importanti – peggio ancora se decadute da una posizione precedentemente più alta –, i tentativi di scalata sociale perché quello è l'obiettivo della vita.

  • Denaro. Tema strettamente collegato al precedente, perché se non sei ricco non sei nessuno. È il denaro che ha fatto prima la fortuna e poi la sfortuna del povero Goriot, e non a caso è proprio lui a dire che "il denaro procura tutto, perfino delle figlie".

  • Amore, che fa acqua da tutte le parti perché, in accordo con quanto sopra, è ovviamente un amore superficiale, che dipende da cose senza importanza. Fa eccezione l'amore paterno di Goriot per le figlie, che addirittura eccede nel senso opposto.


I personaggi sono descritti in maniera minuziosa, risultano perfettamente visibili da un punto di vista estetico, e sono molto ben definiti anche i caratteri e i modi di fare. Nei dialoghi sono riconoscibili ancora prima che venga chiarito di chi si tratta.

Sono quasi tutti stronzi, ma non in modo piatto, perché ognuno lo è a modo suo. Quelli che non sono stronzi sono stupidi e si fanno infinocchiare dagli altri. Le donne sono quasi tutte pessime, non certo esempi da seguire.

Goriot è commovente ma anche stucchevole, perché il suo amore è davvero eccessivo, cieco, patetico.


Lo stile è molto bello, ma su questo non avevo dubbi. La scrittura è elegante e fluida, non pesante. Le descrizioni sono lunghe e minuziose – cosa che non tutti apprezzano –, rese più efficaci da metafore, e i dialoghi sono anch'essi molto efficaci: rendono più immediato il racconto e, come ho detto prima, ancora più chiare le personalità dei personaggi, che risultano autentici e riconoscibili nel loro modo di parlare.

Papà Goriot è non a caso un grande classico, e ovviamente non posso fare altro che consigliarvelo.


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LA LUNGA NOTTE DEL DOTTOR GALVAN – Daniel Pennac

La lunga notte del dottor Galvan - Daniel Pennac
Titolo: La lunga notte del dottor Galvan
Autore: Daniel Pennac
Traduttore: Y. Mélaouah
Copertina flessibile: 80 pagine
Editore: Feltrinelli
Prezzo: 6,65 €

Ho sempre sentito parlare – ovviamente – di Daniel Pennac, ma non avevo mai letto nessuna delle sue opere. La lunga notte del dottor Galvan mi ha deluso, devo dire. L'ho trovato piuttosto stupido e inutile e non ho capito dove volesse andare a parare. Ma so di essere io ad avere qualche problema con i libri (a modo loro) spiritosi, grotteschi o demenziali. Non capisco se devo cercare qualche significato nascosto o se sono scritti per divertire, considerato che io non mi diverto affatto.
Comunque. Se vogliamo fingere che questo libro abbia un vero contenuto e quindi estrapolare dei temi, citerei la vanità insieme all'incompetenza, un'accoppiata che noi tutti conosciamo molto bene in questo momento storico. E poi boh, la medicina? Non lo so davvero.

Nota di originalità, i personaggi sono "caratterizzati" (si fa per dire, anche perché quasi tutti compaiono per brevi momenti) dai loro biglietti da visita: dal loro contenuto e dal loro stile, dalla quantità di parole e così via. Attraverso i biglietti intravediamo la personalità e soprattutto l'ego di ogni personaggio.
L'azione però è poca e non molto incisiva: si tratta di medici, sono molti e si susseguono velocemente, ma ognuno di loro si limita a fare una diagnosi e fine della storia. Il protagonista, Gerard Galvan, è anche piuttosto antipatico.

Lo stile... Non lo so. Vista la fama di Pennac mi aspettavo qualcosa di molto più bello. Forse il libro non mi è piaciuto proprio a causa delle mie aspettative. Fatto sta che non mi è sembrato niente di che, è un libro che avrebbe potuto scrivere chiunque si creda simpatico senza esserlo. Mi dispiace stare qui a lamentarmi di un autore così amato, ma io non sono riuscita a trovarci niente. Forse è ironico; forse nasconde perle di saggezza camuffate che a me sono sfuggite; forse Pennac fa uso di sottigliezze troppo acute per il mio cervello. Non lo so, io vi posso solo ripetere che a me non è piaciuto. Pazienza.

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