Titolo: Ross Poldark
Autore: Winston Graham
Traduttore: M. Curtoni, M. Parolini
Copertina flessibile: 431 pagine
Editore: Sonzogno (5 maggio 2016)
Prezzo online: 15,72 €
Ross Poldark di Winston Graham è un romanzo storico che ho trovato molto molto romantico, ma non in maniera banale o smielata, e devo dire che mi è piaciuto moltissimo. La fine mi ha un po' delusa ma in fondo è il primo libro di una lunga saga, quindi in realtà non è affatto una fine.
Trama: morto il padre, Ross Poldark torna in Cornovaglia dopo aver combattuto in America. L'unica cosa di cui ancora gli importi è l'amore di Elizabeth, ma scopre subito che lei sta per sposare un altro. Inoltre la sua proprietà si trova in un uno stato pietoso di totale abbandono e lui dovrà prendersene cura. Uniche luci nel buio sono sua cugina Verity e Demelza, una ragazzina che Ross prende a lavorare come sguattera. La trama non è che l'intrecciarsi delle vicende dei molti personaggi.
Il tema fondamentale che emerge da ogni pagina e permea tutta la storia è l'amore: non un amore sdolcinato o solo romantico, ma l'amore in tutte le sue forme, spesso silenzioso e doloroso, pieno di sfaccettature e autentico. E poi la società con i suoi ruoli, le differenze sociali, la ricchezza e la povertà, l'onore e la reputazione.
I personaggi sono secondo me il maggior pregio di questo romanzo, e mi hanno stupito perché sono dipinti in maniera davvero esemplare. Sono descritti con minuzia e caratterizzati perfettamente, sono autentici e hanno sentimenti, comportamenti e reazioni molto verosimili, non scontati o stereotipati, e ben calcolati (dall'autore) anche nei tempi. A volte risultano perfino teneri nella loro fragilità.
A me i personaggi maschili non piacciono mai, quelli che amo si possono contare sulle dita di mezza mano, ma Ross mi è piaciuto tantissimo. Non è infatti il solito protagonista forte e tutto d'un pezzo, ma un uomo normale con dei sentimenti di cui non si vergogna, per quanto sia fermo nei suoi propositi. L'ho trovato molto umano ed è anche ironico e sagace.
Altro personaggio meraviglioso è Verity, autentica in tutte le sue manifestazioni, viva malgrado la timidezza e poi spenta e rassegnata (mai melodrammatica) nella sua depressione.
Ho odiato invece Demelza. Per carità, rappresentata benissimo anche lei, ma l'ho trovata insopportabile soprattutto verso la fine: una furbacchiona egoista, capricciosa e presuntuosa malgrado dica o pensi di sentirsi inferiore a causa delle sue origini. A un certo punto giustifica perfino la violenza in amore. Scandalosa.
Anche lo stile è notevole, elegante e semplice, accattivante sin dalle prime righe, si lascia leggere senza nessuna fatica trascinando subito il lettore dentro la storia.
Ho già elogiato le descrizioni dei personaggi ma anche quelle ambientali sono molto accurate, bellissime e suggestive. E i capitoli non sono mai troppo lunghi, cosa che io apprezzo sempre.
Purtroppo devo dire che ho trovato diversi refusi ed errori di traduzione.
Comunque per me è indubbiamente un sì, è una lettura che consiglierei di sicuro agli amanti del genere.
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