IL MIO NEMICO MORTALE – Willa Cather

Il mio nemico mortale - Willa Cather
Titolo: Il mio nemico mortale
Autore: Willa Cather
Traduttore: S. Tummolini
Copertina flessibile: 90 pagine
Editore: Fazi (2017)
Prezzo: 7,20 €

La trama di Il mio nemico mortale di Willa Cather non mi ha entusiasmata, e a dire la verità non succede granché. Più che altro questo breve romanzo descrive un personaggio, e questo lo fa molto bene. Il romanzo è la sua protagonista, Myra Driscoll, una donna che ha fatto follie per amore ma che, in definitiva, non è mai contenta, che vorrebbe vivere grandi passioni ma è in realtà molto amareggiata perché quello che è riuscita a prendersi rinunciando a tutto il resto non la soddisfa per niente.
I temi del libro riguardano perlopiù i sentimenti di Myra (e quelli della voce narrante nei suoi confronti), e gli avvenimenti più salienti della sua vita: invidia vs ammirazione, insoddisfazione, matrimonio, amicizia, amore/odio, malattia. Come ho detto, il libro è praticamente lei.

A proposito dei personaggi, posso dire che le descrizioni fisiche sono molto accurate, e anche le emozioni sono rese piuttosto chiaramente. Non sono riuscita a inquadrare bene Oswald, il marito di Myra, di cui fino alla fine non ho ben capito le intenzioni e i sentimenti.
Ma ovviamente non c'è molto da dire su nessuno, a parte la protagonista. Lei è un personaggio molto vivo e ben fatto, io l'ho trovata antipatica ma in maniera chiara e autentica, dettagliata, e grazie ai suoi improvvisi sbalzi d'umore risulta molto umana e credibile. Anche se non molto piacevole, per quanto mi riguarda.

Lo stile mi è piaciuto un sacco. Sin dall'inizio l'ho trovato elegante e curato, con belle descrizioni e dialoghi significativi e caratterizzanti. In particolare rendono molto chiaramente i sentimenti di Myra, i suoi ragionamenti non proprio razionali, e risultano quindi molto utili nella definizione del personaggio, anche nella loro ambiguità.
È uno stile molto scorrevole e piacevole, e il libro è piuttosto breve, perciò si legge in fretta, ma riesce ad essere ricco anche nella sua brevità.
In tutta onestà non credo che Il mio nemico mortale lascerà il segno nella mia memoria, ma lo ritengo comunque un romanzo più che valido.

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TRAGEDIA IN TRE ATTI / DELITTO IN CIELO – Agatha Christie

Tragedia in tre atti - Agatha ChristieTitoli: Tragedia in tre atti, Delitto in cielo
Autore: Agatha Christie
Traduttori: M. Dellatorre, M. G. Griffini
Editore: Mondadori
Prezzo: 10,92 € - 11,40 €

Ho deciso di recensire due libri insieme, Tragedia in tre atti e Delitto in cielo di Agatha Christie, perché ho davvero poco da dire su entrambi.
Tutti e due i romanzi – il primo un po' meno – sono piacevoli, come tutti quelli della Christie e in particolare quelli con Poirot. Non sono riuscita a individuare temi particolari, o comunque nessuno mi è sembrato molto rilevante, quindi direi che in questo caso per me a fare i libri sono quasi esclusivamente le indagini dell'investigatore, anche se, nel primo, Poirot non è neanche così presente, se non nella parte finale. A condurre le indagini sono invece altri personaggi, peraltro coinvolti nel caso.

Delitto in cielo - Agatha Christie
A proposito dei personaggi, anche qui non ho trovato nulla di molto interessante. Nel primo ho provato una certa antipatia per Cartwright; gli altri sono tutti piuttosto scialbi. Nel secondo invece sono più accurati, si percepisce il loro nervosismo e le descrizioni sono molto migliori, a volte perfino della mimica facciale.
Lo stesso Poirot mi è sembrato un po' scialbo a confronto con quello dei libri precedenti. In Tragedia in tre atti, come ho detto, è davvero poco presente e la sua assenza si sente molto, e in Delitto in cielo l'ho trovato, come dire... invecchiato. Inoltre in entrambi questi libri Hastings è assente, il che significa che mancano quei battibecchi tra i due che sono proprio la parte più divertente dei romanzi della serie.

Anche lo stile mi ha deluso nel primo libro. Direi che Tragedia in tre atti è il libro con Poirot meno riuscito tra quelli che ho letto finora, non sembra nemmeno scritto dalla Christie.
Delitto in cielo mi è piaciuto decisamente di più, e lo stile è quello solito dell'autrice. Le descrizioni sono molto più precise e dettagliate, i dialoghi sono senza dubbio migliori, la scrittura è più coinvolgente e seria, ma sempre molto piacevole e scorrevole, com'è tipico di Agatha Christie.
Come sempre vi ripeto che a me questa serie piace molto e la ritengo una lettura perfetta soprattutto per quei momenti in cui non si ha voglia di leggere nulla di troppo impegnativo, magari per una pausa tra un mattonazzo e l'altro, ma magari Tragedia in tre atti ve lo potete risparmiare. Anyway:

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LA RAGAZZA NELL'OMBRA – Lucinda Riley

La ragazza nell'ombra - Lucinda Riley
Titolo: La ragazza nell'ombra
Autore: Lucinda Riley
Traduttore: L. Taiuti
Copertina flessibile: 640 pagine
Editore: Giunti (2019)
Prezzo: 11,40 €

La ragazza nell'ombra di Lucinda Riley è il terzo libro della serie Le sette sorelle, e finora è quello che mi è piaciuto meno. Mi dispiace, perché Asterope, detta Star, era una delle mie sorelle preferite e mi aspettavo una maggiore indagine e introspezione del personaggio.
Comunque. Tra i temi troviamo:
  • (In)dipendenza, soprattutto affettiva. Star e CeCe (la quarta sorella) vivono praticamente in simbiosi da sempre, e in questo libro seguiamo il percorso del loro distacco, almeno dal punto di vista di Star. Ma è un tema molto ampio, che tocca anche l'emancipazione delle donne e il femminismo. Star si definisce una femminista, ma non vuole altro che occuparsi della casa e della famiglia, e questa è una cosa che ho apprezzato, perché chi l'ha detto che il femminismo debba significare per forza carriera e ambizione?
  • Letteratura. Insieme al giardinaggio e alla cucina, la letteratura è la grande passione di Star, nonché quella che le permetterà di risalire alle sue origini e ritrovare la sua famiglia.
  • Lealtà. Star è leale fino all'inverosimile, eppure la sua lealtà viene messa in discussione più volte nel corso della storia. Ci sarebbe anche da riflettere su cosa effettivamente sia leale e cosa no.
  • Denaro e povertà, e come influiscono sulla vita e sulle scelte delle persone. Come già detto a proposito dei libri precedenti.
  • Amore. Non mi è piaciuto molto il modo in cui viene trattato in questo libro: sembra che, "per amore", tutti facciano scelte di una stupidaggine immane.

Le descrizioni dei personaggi sono buone ma, per il resto, li ho trovati tutti abbastanza piatti, a eccezione di Orlando e di Flora.
Come accennavo, Star mi è piaciuta molto meno di quanto mi aspettassi. Sempre silenziosa, dovrebbe avere tutto un mondo da scoprire dentro, e invece l'ho trovata noiosa e piatta, rispetto alle prime due sorelle. Nonostante abbia sofferto (almeno così dice) non ha profondità, non sembra avere una storia particolarmente significativa alle spalle.
Orlando è molto originale, ha un modo di fare particolare, le sue fissazioni, parla un sacco e insomma, si fa notare. Tanto da diventare fastidioso, a volte.
Flora invece è insopportabile e pazza, acida senza motivo e prende decisioni senza senso, presumibilmente per altruismo, ma invece rovina la vita a tutti. Che odio.

Per quanto riguarda lo stile, ripeto quanto già detto per i due libri precedenti. La scrittura è fluida e coinvolge, non annoia e, di conseguenza, la lettura di questi libri è molto facile e scorrevole nonostante le dimensioni.
Alcune descrizioni sono molto belle, ma in generale non sono particolarmente notevoli. Quanto basta per evocare belle immagini, comunque. I dialoghi totalmente irrilevanti, tranne forse le parti di Orlando, appunto perché parla un sacco e di tante cose diverse, per cui la sua personalità viene spiegata proprio attraverso le sue parole.
Anche questo libro, in definitiva, è una lettura piacevole, anche se – ripeto – i primi due mi sono piaciuti di più.

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L'ABBAZIA DI NORTHANGER – Jane Austen

L'abbazia di Northanger - Jane Austen
Titolo: L'abbazia di Northanger
Autore: Jane Austen
Traduttore: E. Grillo
Copertina rigida: 192 pagine
Editore: Newton Compton Editori (2015)
Prezzo: 4,65 €

L'abbazia di Northanger è il romanzo meno noto di Jane Austen e, secondo Malcolm Skey, "non è mai stato il preferito di nessuno". Bene, sapete che vi dico? È il mio preferito. Perché è il più divertente e ironico di tutti, o almeno quello in cui l'ironia è più esplicita, dato che si tratta di una vera e propria parodia insieme del romanzo d'amore e del romanzo gotico, i generi più diffusi e amati del tempo.
I temi sono comunque i soliti di Jane Austen:
  • Società, in primis. Come in ogni suo romanzo, l'autrice offre qui uno spaccato della società del suo tempo, e in questo caso lo fa appunto con ironia tagliente, quasi sprezzante. Le interazioni si basano su convenzioni affettate e, soprattutto, sulla posizione sociale delle persone coinvolte. Matrimoni e accordi vari, manco a dirlo, totalmente a convenienza.
  • Come dicevo prima, letteratura e romanzi. Jane Austen prende in giro i generi più popolari, e al contempo critica chi critica i romanzi; e spesso i critici sono gli stessi romanzieri. Insomma, l'annosa questione per cui i romanzi sarebbero solo passatempi per donnicciole, mentre i saggi sarebbero nutrimento per l'intelletto.
  • Amicizia. In particolare vengono messe a confronto due tipi di amicizia o, per meglio dire, di amici. Da una parte i Thorpe, con cui la protagonista Catherine stringe rapporti basati su falsità e manipolazioni varie, e dall'altra i Tilney, che si dimostreranno amici onesti e sinceri nonostante le avversità.
  • Amore, ovviamente. Anche se qui lascia un po' l'amaro in bocca: non poteva mancare il lieto fine, ma per qualche motivo l'autrice ci tiene a sottolineare che l'amore di Henry per Catherine è fondato sulla gratitudine, ovvero lui l'ama perché lei ama lui. Una cosa piuttosto triste e ben poco romantica.

I personaggi sono ben fatti e, in particolare, i Thorpe sono tra i più antipatici che si possano incontrare in un romanzo. In quanto molto verosimili, risultano doppiamente antipatici: Isabella è una vipera, falsa in modo vergognoso; suo fratello John un cafone intollerabile, da prendere a pedate in bocca.
Catherine è piuttosto stupida, ma almeno lo è in maniera esplicita e umile. E anche suo fratello James si dimostra un povero allocco facilmente manipolabile. Comunque li si perdona per la loro bontà e ingenuità.
Henry Tilney mi è piaciuto molto: credo sia il più ironico e fantasioso tra i protagonisti maschili della Austen.

Il punto forte dello stile è proprio l'ironia, che rende questo romanzo divertente e molto meno noioso degli altri dell'autrice.
Anche qui, comunque, non mancano i soliti dialoghi frivoli e incentrati su dettagli e fatti inutili e per niente interessanti, soprattutto quando sono coinvolti i fratelli Thorpe. Convenevoli e falsità senza fine, arricchiti dalle cafonate di John. Tutta un'altra cosa rispetto ai dialoghi che vedono invece coinvolti i Tilney, i quali parlano anche di letteratura, storia e arte, e in toni molto più eleganti.
È un peccato che, tra i romanzi dell'autrice, questo sia praticamente ignorato. Io vi consiglio di leggerlo.

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