Titolo: Il canto di Penelope
Autore: Margaret Atwood
Traduttore: M. Crepax
Copertina flessibile: 153 pagine
Editore: Ponte alle Grazie (2018)
Prezzo: 11,47 €
Il canto di Penelope di Margaret Atwood non è altro che la storia di Penelope, che tutti conosciamo, raccontata da lei stessa in prima persona. Penelope, ormai nell'Ade da secoli e quindi non più timorosa di eventuali punizioni divine, fa delle rivelazioni, dà spiegazioni, chiarisce cose che, secondo lei, sono state ignorate o travisate nelle versioni conosciute della sua storia. E soprattutto cerca di riscattarsi, di mettere in chiaro in cosa la sua fama le rende giustizia e in cosa no, in una sorta di apologia che risponde ad accuse protrattesi per secoli e secoli.
Ho trovato l'idea originale e ho apprezzato molto il punto di vista – ovviamente, trattandosi della Atwood – femminile e femminista. L'autrice ha scelto non a caso un personaggio che viene comunemente considerato un esempio per tutte le donne; eppure la stessa Penelope, nel libro, invita le donne a non seguire il suo esempio!
I temi sono quelli cari all'autrice: in sostanza la donna, il modo in cui è socialmente e storicamente percepita, le sue presunte qualità (bellezza e virtù) e i suoi presunti difetti.
I personaggi del libro, tuttavia, non mi sono sembrati molto incisivi, compresa la stessa Penelope. Ed è un peccato, perché sarebbe stata davvero un'ottima occasione per cambiare la percezione popolare del personaggio, invece questo romanzo non ci riesce. Inoltre, le donne in generale non ne escono molto bene, dato che le altre sono Anticlea ed Euriclea, delle stronze acide, e poi Elena e le ancelle che sembrano tutte delle oche.
Del resto anche i personaggi maschili, in primis Odisseo e Telemaco, non è che facciano proprio una bella figura. D'altra parte l'autrice non poteva prendersi la libertà di stravolgere la storia.
Lo stile è molto semplice e scorrevole, ma piuttosto anonimo. Inoltre le parti corali mi hanno infastidito e le ho trovate del tutto inutili, ma immagino questo sia un problema mio.
È il terzo libro che leggo di Margaret Atwood e, dal punto di vista stilistico, finora mi è piaciuto solo L'altra Grace (già recensito qui). Mi dispiace perché lei ha idee originali e intelligenti, e affronta temi che sono decisamente di mio interesse, eppure non riesce a prendermi come vorrei.
Nonostante questa mia opinione personale, oggettivamente Il canto di Penelope è un libro che vale la pena di leggere.
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