Titolo: Armance
Autore: Stendhal
Traduttore: F.
Cordelli
Copertina
flessibile: 206 pagine
Editore: Garzanti
(2010)
Prezzo: 8,50 €
Armance
di Stendhal
dovrebbe in realtà intitolarsi Octave, perché è lui il
protagonista. Tanti anni fa avevo letto Il
rosso e il nero e non mi era piaciuto; dopo questa seconda
possibilità credo di poter bannare Stendhal dalla lista delle mie
letture future.
Ho trovato le
vicende insensate e, soprattutto, non mi spiego come faccia l'autore
a creare protagonisti così antipatici. Avrei voluto prendere a pugni
in bocca sia Octave sia Julien Sorel, ai tempi.
Comunque. Temi:
- Società e denaro. Li metto insieme perché sono strettamente collegati. Perché la società è divisa tra poveri e ricchi e perché le opinioni della società riguardo a un singolo cambiano in base alla ricchezza di quest'ultimo.
- Depressione. Come al solito mi prendo la libertà di diagnosticare disturbi psichiatrici ai personaggi. Potrei tirare in ballo anche i disturbi evitante e schizoide di personalità, e anche qualche tratto paranoide.
- Amore. Un amore che da una parte sembra l'unica ancora di salvezza, ma dall'altra fa anch'esso paura e induce alla fuga, non ha mai un compimento soprattutto perché i due innamorati non si parlano mai sul serio, parlano di tutto meno che di sé stessi. Molto irritante.
Come ho detto, i
personaggi non mi sono piaciuti. A dire il vero sono tutti
abbastanza scialbi, superficiali e pettegoli, non hanno una vera
personalità, perfino Armance che pure dà il titolo al romanzo. In
compenso le descrizioni fisiche sono ottime.
L'unico personaggio
davvero rilevante e ben indagato è il protagonista Octave.
Dall'inizio appare come un essere alquanto spento e noioso,
misantropo e con fantasie suicide. Sinceramente, fin lì mi piaceva
pure. Ma dopo diventa insopportabile a causa della sua vanità
intellettuale, la sua presunzione e il modo in cui manipola gli
altri. I suoi pensieri non hanno senso (se non, appunto, in un'ottica
paranoidea) e intralciano la trama, tanto che alla fin fine non
succede assolutamente nulla, proprio perché lui si tira indietro da
qualsiasi cosa. Del resto, anche Armance non fa altro che impallidire
e tacere.
Lo stile è
molto bello. Ho capito che Stendhal non fa per me, ma ciò non toglie
che la scrittura sia ovviamente bellissima, anche se un tantino
pretenziosa e non molto coinvolgente, per quanto mi riguarda.
Le descrizioni
ambientali, così come quelle fisiche dei personaggi, sono molto
minuziose e ricche di particolari. I dialoghi sono anch'essi buoni e
realistici, mettono in evidenza come i personaggi, in particolare i
due protagonisti ma non solo loro, si credano intelligenti e profondi
e superiori agli altri.
Mettendo da parte i
miei gusti personali, non posso certo sconsigliare la lettura di
Stendhal. Insomma, va letto anche solo per conoscenza.
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