Titolo: Il fantasma di Alexander Wolf
Autore: Gajto Gazdanov
Traduttore: F. Lepre
Copertina flessibile: 157 pagine
Editore: Voland (2014)
Prezzo: 13,30 €
Da tanto tempo volevo leggere Il fantasma di Alexander Wolf di Gajto Gazdanov, e purtroppo sono rimasta delusa. All'inizio è anche interessante, ma più avanti sfocia nel delirio e si condisce di ingredienti a mio parere del tutto inutili, perciò mi ha lasciata perplessa.
Ecco i temi:
- Passato. Il passato ossessiona praticamente tutti i personaggi, creando loro disagi, sensi di colpa, influenzando la loro coscienza. E poi ritorna.
- Amore, quello tra il protagonista ed Elena. Un amore che secondo me è fondato sul nulla ed è fatto di nulla, non si capisce che cosa unisca queste due persone e che cosa dia una tale intensità a questo rapporto inconsistente.
- Destino e morte. Non mi dilungo a parlarne, la filosofia del destino viene discussa in particolare in uno dei dialoghi e trova poi riscontro nei fatti.
- La guerra civile che fa da sfondo al passato e ai ricordi dei personaggi.
A proposito dei personaggi, il mio atteggiamento è ambiguo. Da una parte li ho trovati ben fatti, descritti con ricchezza di dettagli, ma nonostante ciò non proprio ben visibili. È come se mi avessero suggerito delle sensazioni più che delle immagini (il che non è per forza un male). Le personalità non mi sono sembrate definite, anche se Elena sembra mostrare un carattere particolare, ambiguo in un modo strano, come se fosse bipolare ma avesse le fasi depressiva e maniacale nello stesso momento. Sembra mezza morta e spenta, e al contempo se ne esce con dei desideri assurdi, vuole fare delle cose prive di logica.
Anche gli altri personaggi sembrano mezzi morti, a dire il vero, e in un certo senso è come se fosse proprio questo a caratterizzarli. Come se esistessero solo per inerzia.
Lo stile all'inizio mi ha colpito in modo positivo: la scrittura è scorrevole e ricercata quanto basta, molto piacevole da leggere. Le descrizioni ambientali sono ottime e creano immagini ben visibili (a differenza dei personaggi). I dialoghi invece sono solo un modo alternativo di raccontare, ma non contribuiscono alla caratterizzazione dei personaggi, sono fatti solo di parole e non di vere reazioni.
Col procedere della lettura, comunque, ho avuto la sensazione che la linearità del racconto si andasse perdendo, fino a diventare quasi delirante. La relazione tra il protagonista ed Elena viene descritta in maniera struggente e, allo stesso tempo, sembra fredda e impersonale; come ho detto prima, basata sul nulla.
A tratti mi ha ricordato Il lupo della steppa, e non so se sia un bene o un male.
Tirando le somme direi che nel complesso il libro non mi è piaciuto particolarmente, anche se ha i suoi meriti.
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