Titolo: Il fantasma dell'Opera
Autore: Gaston Leroux
Traduttore: M. Grasso
Copertina rigida: 283 pagine
Editore: Newton Compton Editori (2015)
Prezzo: 4,90 €
Il fantasma dell'Opera di Gaston Leroux è uno dei miei libri preferiti al mondo e non dovrebbe aver bisogno di presentazioni, dato che è un grande classico. Ma, a dire il vero, secondo me è sottovalutato e dovrebbe essere letto molto di più.
È un romanzo gotico ambientato all'interno del teatro dell'Opera a Parigi, e oltre a tutti gli elementi tipici del genere (misteri, personaggi inquietanti, suspense ecc.) contiene anche parti ironiche e umoristiche.
Temi principali:
- Arte e musica. Come ho detto e come dice il titolo stesso, il romanzo è ambientato all'Opera di Parigi, e i protagonisti sono la giovane cantante Christine Daaé e il cosiddetto fantasma dell'Opera, il mostruoso Erik che, senza mostrare il volto deforme o anche solo la propria presenza fisica, seduce la ragazza spacciandosi per "l'angelo della musica" e impartendole lezioni che le daranno la fama che merita. E tante altre cose non proprio piacevoli.
- Solitudine. Erik è un reietto, vive isolato dal resto del mondo perché la società l'ha rifiutato – a partire dalla madre sin dal momento della sua nascita – a causa della sua mostruosità. Conseguenze naturali di tutto ciò sono vendetta, follia, odio per l'umanità – oltre che per sé stesso.
- Amore, ovviamente. Da una parte c'è l'amore di Christine e Raoul che, a dirla tutta, risulta alquanto noioso e banale, per quanto normale e "sano". Dall'altra c'è invece l'amore disperato e totalizzante di Erik, fatto di ricatti e manipolazione, gelosia e possesso, vendetta, lacrime, sangue e morte.
I personaggi, a confronto con Erik, sono tutti scialbi. Le descrizioni sono buone e anche i caratteri sono definiti, le emozioni molto chiare, soprattutto il turbamento che tutti, in qualche misura, provano nel corso della storia.
Raoul sembra un bamboccio capriccioso e petulante, oltre che un rammollito, e Christine è fin troppo buona e ingenua. Tutti sono letteralmente eclissati dalla personalità di Erik e dalle sue sfaccettature. Formalmente gentile ed educato finché nessuno gli mette i bastoni tra le ruote, poi terribilmente egoista e vendicativo. Inquietante e pazzo, resta comunque il migliore per intelletto e personalità, in tutto superiore al resto della banale umanità che lo circonda.
Lo stile è ovviamente fantastico, la scrittura elegante e ricca ma anche scorrevole e varia, perché l'autore usa registri e punti di vista diversi. Nel complesso è davvero molto coinvolgente e trascinante, anche grazie alla trama che non annoia mai.
Le descrizioni sono perfette, a volte macabre, e i dialoghi mettono in evidenza le personalità di chi parla e soprattutto le emozioni, i sentimenti, il tormento, la paura. Ma, come ho detto, non mancano nemmeno l'umorismo e il ridicolo, mescolando così tragedia e commedia.
La parte finale, che dovrebbe essere il clou della vicenda, per me è quella meno coinvolgente: tutta la tensione è prima, e cresce fino ad arrivare appunto a quello che dovrebbe essere il momento di maggior tensione, ma in cui personalmente mi sono sentita meno partecipe.
Resta il fatto che Il fantasma dell'Opera è per me un capolavoro, e non capisco perché non sia amato quanto altri classici molto più banali. L'edizione Newton Compton costa pochissimo ed è pure in offerta adesso, perciò leggetelo.
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