L'ETÀ DELL'INNOCENZA – Edith Wharton

L'età dell'innocenza, Edith Wharton
Titolo: L'età dell'innocenza
Autore: Edith Wharton
Traduttore: A. D'Agostino Schanzer
Copertina rigida: 350 pagine
Editore: REPUBBLICA (2003)
Prezzo online: 6 €

Non avevo mai letto Edith Wharton, e già dalle prime parole L'età dell'innocenza mi ha conquistata. Anche se poi, procedendo con la lettura, mi sono ritrovata un po' meno convinta.
Ma passiamo subito ai temi del libro:
  • Società, etichetta, onore. Tutta la storia è condizionata da queste cose. Ogni comportamento è giudicato da una società ipocrita e regolato da convenzioni mirate a mantenere un presunto decoro a dispetto di spontaneità, desideri e sentimenti. Quasi tutti i personaggi sono pronti a tutto per non perdere la faccia.
  • Amore. Nascosto da tutte le robe di cui sopra, ahimè. È presente, perfino struggente, ma sempre soffocato, il che mi ha fatto non poca rabbia. A causa di queste restrizioni ho avuto la sensazione che, nonostante il pathos, il romanzo non riuscisse a decollare, ma temo che il punto sia proprio quello.
  • Educazione della donna, indipendenza. Le donne devono ovviamente tenere determinati comportamenti e un solo personaggio, Ellen Olenska, va contro tutti e tutto quello di cui ho parlato finora. Senza molto successo.
Il finale mi ha lasciata basita, non ho ancora capito se è geniale oppure una delusione.

I personaggi del romanzo sono davvero ben fatti. È facile immaginare e conoscere a fondo ognuno di loro. Newland Archer è un leone in gabbia, che non sopporta le restrizioni imposte dall'etichetta ma allo stesso tempo non fa mai nulla di sensato e definitivo per staccarsene, e finisce per accontentarsi di una vita socialmente accettabile ma che lo annoia a morte, senza emozioni.
Sua moglie May è la perfetta incarnazione di tutti i valori alla base della realtà descritta: una donna deliziosa, senza desideri o aspirazioni che vadano al di là del compiacere il marito, ammirata da tutti, posata al limite del comprensibile. Tanto che, anche quando tira fuori le unghie, ti chiedi se l'abbia fatto con intenzione o solo perché è idiota.
E poi Ellen Olenska, il raggio di luce nel grigiore del mondo in questione. L'unica che osi sfidare le convenzioni, che dia la priorità a quello che prova e che vuole, anche se pur sempre nei limiti del decoro e della dignità.

Come per i personaggi, anche con le descrizioni ambientali l'autrice ha fatto un ottimo lavoro: sono bellissime, ricche di particolari, vivide. Lo stile in generale è davvero notevole; come ho detto, mi ha colpito sin dall'inizio. È molto scorrevole ma anche elegante, le parole sono scelte con cura e c'è dell'ironia, cosa che mi ha sorpreso. Alcuni momenti sono commoventi, carichi di emozioni, ed Edith Wharton è stata bravissima a rendere l'impossibilità di manifestarle per cause di forza maggiore, e allo stesso tempo a farle comunque sentire al lettore.
Purtroppo devo dire che alcune parti mi hanno annoiato e non sono riuscita a seguirle come si deve, e in più ho trovato diversi errori di traduzione.
In definitiva L'età dell'innocenza è un romanzo scritto e costruito in modo esemplare, lo consiglio senza alcun dubbio.

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