NINFEE NERE – Michel Bussi

Ninfee nere - Michel Bussi
Titolo: Ninfee nere
Autore: Michel Bussi
Traduttore: A. Bracci Testasecca
Copertina flessibile: 394 pagine
Editore: E/O (2016)
Prezzo: 13,47 €

Okay, sono incontentabile, ma Ninfee Nere di Michel Bussi, per quanto mi sia piaciuto, non ha soddisfatto le mie aspettative. È una lettura molto piacevole e davvero coinvolgente, tanto più man mano che ci si avvicina alla fine; ma la mia mentalità purtroppo mi spinge a concentrarmi sempre su cosa non va e su quello che manca invece che sui lati positivi.
Si tratta di un giallo, perciò il fulcro della vicenda sono le indagini su dei misteriosi delitti, ma ci sono tanti altri temi, primo fra tutti l'arte – di Monet in particolare, ma non solo la sua – che permea tutto il romanzo e da cui il lettore si sente quasi risucchiato e imprigionato (in un modo bellissimo, non è una critica). E poi un potpourri di amore, infelicità, gelosia, ossessione, perfino psicopatia, se vogliamo essere tecnici.

I personaggi mi sono sembrati molto ben fatti, almeno alcuni. Sono definiti e caratterizzati discretamente anche con pochi tratti (a volte troppo pochi).
Come al solito i personaggi migliori sono quelli più antipatici. La vecchia pazza, nonché voce narrante, spicca fra tutti proprio grazie al suo brutto carattere. Ho trovato invece Stéphanie molto fastidiosa e ambigua, nevrotica e manipolatrice, con desideri per me incomprensibili, e il fatto che venga continuamente ribadito quanto sia bella e affascinante non me la rende certo più simpatica. Per non parlare dei suoi improbabili occhi color malva.
Mi è piaciuto molto invece Sylvio, che ha una personalità ben definita ma anche sfaccettata, e poi ho un debole per le persone ordinate, precise e metodiche come lui.

Lo stile è particolare e diverso dal solito, sin dall'inizio ironico e scorrevole, ma più avanti mi è parso un po' eccessivo, a tratti perfino volgare. Comunque accattivante nel complesso. Le descrizioni sono stupende, artistiche, vivide e colorate, si ha proprio la sensazione di trovarsi dentro un quadro impressionista.
I dialoghi sono abbastanza realistici ma non molto notevoli, e il libro è in generale troppo lungo, alcune parti mi sono sembrate superflue (anche se, ripeto, è una lettura piacevole, quindi non pesa).
Infine, il finale a sorpresa che tutti lodano. Ecco, io comincio a sviluppare una repulsione per questi colpi di scena sorprendenti, perché gran parte delle volte li intuisco molto prima e quindi non mi risultano affatto imprevedibili e sconvolgenti come presumono di essere. L'intenzione manifesta di sorprendere è una cosa che mi irrita, ma allo stesso tempo capisco che piaccia a molti.
In ogni caso Ninfee nere è un libro che consiglio un po' a tutti, credo possa soddisfare i gusti di molte persone diverse.

SOVVERTIMENTO DEI SENSI – Stefan Zweig

Titolo: Sovvertimento dei sensi
Autore: Stefan Zweig
Traduttore: B. Burgio Ahrens
Copertina flessibile: 136 pagine
Editore: Garzanti (2015)
Prezzo: 5,95 €

Ancora un romanzo di Stefan Zweig. Sovvertimento dei sensi è la storia di Roland e del suo rapporto con uno dei suoi professori, rapporto sempre più stretto ma anche confuso e destabilizzante. Potrei definirlo un romanzo di formazione.
Alcuni temi:
  • Contrapposizione tra l'intelletto, lo spirito, da una parte e il divertimento, il corpo, dall'altra. L'una e l'altra cosa sono incarnate dal professore e dalla moglie, e in qualche modo si fondono in Roland, che passa da una vita dissoluta e piena di piaceri a una in cui si dedica anima e corpo al sapere.
  • Il sovvertimento dei sensi del titolo, ovvero il solito tormento, la passione presente in tutti i romanzi di Zweig. Vi informo che lo stesso Freud definì questo romanzo fondamentale per comprendere l'animo umano.

I personaggi di questo romanzo sono infatti molto ben indagati psicologicamente. Stavolta non gira tutto intorno a un unico protagonista, ma abbiamo un triangolo formato da Roland e i due coniugi, anche se il tutto è raccontato dal punto di vista di Roland, perciò sono le sue percezioni che conosciamo direttamente. La sua crescita intellettuale e la sua passione sempre più bruciante, insieme alle contraddizioni del professore, sono il fulcro della vicenda.
Tuttavia anche il professore stesso è molto ben fatto nel suo atteggiamento di difesa, i suoi comportamenti impulsivi, e anche le descrizioni fisiche sono realizzate con molta attenzione.

Lo stile è perfetto, mi sono quasi stufata di ripeterlo. La scrittura è molto elegante ma sempre scorrevole e di facile lettura, le descrizioni sono meravigliose: metafore bellissime ed efficaci, e soprattutto la resa di certi sentimenti è notevole. Sentiamo in maniera molto chiara e sofferta la passione, il fervore, la febbre di Roland, il pathos dell'intera vicenda.
Insomma, finora Zweig non mi ha mai deluso. Leggete questo o qualunque altro suo romanzo, non potete sbagliare in nessun caso.

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L'ISOLA DELLE ANIME – Johanna Holmström

L'isola delle anime - Johanna Holmstrom
Titolo: L'isola delle anime
Autore: Johanna Holmström
Traduttore: Valeria Gorla
Copertina flessibile: 363 pagine
Editore: Neri Pozza (2019)
Prezzo: 15,30 €

L'isola delle anime di Johanna Holmström è un romanzo che mi è piaciuto tantissimo. Sarà che la pazzia è un tema che mi interessa molto e mi tocca sempre profondamente, e le storie ambientate in manicomi, ospedali psichiatrici e compagnia bella sono le mie preferite.
Come dice già la copertina (che trovo stupenda), si tratta di un romanzo "sulla follia", che tuttavia suona troppo generico. Qui non stiamo parlando di persone che vagano per la strada dicendo cose senza senso, ma di qualcosa di molto più spaventoso, come la violenza e l'infanticidio.
A parte questo, altri temi toccati sono: famiglia (sempre disfunzionale), violenza sessuale, solitudine, vita e morte (soprattutto interiore), lo strazio della perdita e l'amore, spesso tormentato e doloroso, ma ci sono anche sprazzi di amore sano e salvifico.

Riguardo ai personaggi, le descrizioni fisiche sono ottime, non solo delle caratteristiche dell'aspetto, ma anche per esempio degli sguardi "da pazze", dei segni di trascuratezza, di certe azioni e di tutti quei dettagli che rendono ogni persona quella che è e, nel caso specifico, costituiscono segnali di malattia mentale. Nonostante ciò, a livello di personalità ho trovato la caratterizzazione spesso insufficiente. In alcuni casi è appunto più chiara la condizione nervosa di un personaggio che non il suo carattere. Pochi personaggi spiccano per personalità (almeno a confronto con gli altri): Erland, confuso e dominato da emozioni scomode, ma al contempo emotivamente violento e manipolatore; Elli, la cui personalità continua a scavalcare la sua presunta follia; Karin, che non ha un carattere forte ma ha delle emozioni molto chiare sotto lo strato di comportamenti malati.

Anche lo stile è molto bello, curato, la scelta delle parole è perfetta. Le descrizioni, come ho detto, sono ottime, rendono immagini vivide, tanto da essere sgradevoli a volte (visto il tipo di avvenimenti).
In generale la scrittura è poetica e profonda, la lettura può essere a tratti dolorosa.
Ho trovato alcuni punti della trama poco credibili, soprattutto le guarigioni di certe pazienti, ma in generale ripeto che il libro mi è piaciuto davvero tanto e lo consiglierei senza dubbio.

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MAURICE – Edward Morgan Forster

Maurice - Edward Morgan Forster
Titolo: Maurice
Autore: Edward Morgan Forster
Traduttore: M. Bonsanti
Copertina flessibile: 325 pagine
Editore: Garzanti (2010)
Prezzo: 11,90 €

E. M. Forster è uno dei miei autori classici preferiti, specie tra gli inglesi che di solito non mi fanno impazzire. Maurice è forse uno dei suoi romanzi più belli (anche se io non ne ho letti tanti) e più intimi. Tra i temi quello più importante, il significato e l'essenza del romanzo stesso, è l'omosessualità, l'amore omosessuale e la sua legittimità. Per gran parte della trama le inclinazioni di Maurice vengono trattate (da lui stesso) come una malattia, qualcosa da correggere o curare, ma il messaggio che alla fine Forster vuole trasmettere è che l'amore è amore, è felicità.
Tra gli altri temi:
  • Società, etichetta e reputazione, ovviamente collegate a quanto detto fin qui
  • Discriminazione, molto più ampia perché riguarda anche le donne, i poveri e tutte le categorie umane ritenute inferiori
  • Amore, che alla fine vince perché questo era il proposito dell'autore ma, al di là del lieto fine, non può nulla.

I personaggi di Maurice sono quasi tutti molto antipatici, a partire dallo stesso Maurice, un ragazzo presuntuoso, superficiale, che tratta gli altri con superiorità, che non capisce granché delle persone. Tuttavia è ben indagato nella sua confusione, incoerenza, nel suo tormento, nei dubbi della sua giovinezza e l'incertezza della sua identità. E per fortuna verso la fine sembra rinsavire all'improvviso.
Gli altri sono più o meno come lui, tutti piuttosto superficiali e presuntuosi. Clive sembra fino a un certo punto quello più sensato e ragionevole, anche ben caratterizzato dalle cose che dice, ma infine anche lui si rivela volubile e molto limitato nelle sue opinioni.
Le donne, ovviamente, sono tutte delle cretine che stanno lì solo per bellezza, e danno pure fastidio.

Lo stile di Forster è molto bello e coinvolgente. È delicato, romantico e profondo, denota la grande sensibilità dell'autore.
I dialoghi in particolare sono ben riusciti, sono interessanti e intellettuali soprattutto nella prima parte del romanzo, e un mezzo utilizzato ottimamente per caratterizzare di volta in volta il personaggio che parla.
Le descrizioni invece non mi sono sembrate niente di eccezionale.
Maurice è dunque un bel romanzo che vale la pena di leggere, anche importante per i temi che tratta, e scritto molto bene. Vi consiglio senza dubbio di leggere questo e altri libri di Forster.

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