UNA BUONA SCUOLA – Richard Yates

Una buona scuola - Richard Yates
Titolo: Una buona scuola
Autore: Richard Yates
Traduttore: A. Lombardi Bom
Copertina flessibile: 235 pagine
Editore: Minimum Fax (2009)
Prezzo: 6,25 €

Una buona scuola è un romanzo di Richard Yates, un autore che, come ho già detto altrove, apprezzo molto. Come in tutti i suoi romanzi, anche qui troviamo molti riferimenti autobiografici; addirittura William Grove, uno dei protagonisti, è definito in copertina l'alter ego dell'autore.
Come si evince dal titolo, il romanzo è ambientato in una scuola, un collegio maschile per la precisione, ed è incentrato appunto sulla vita scolastica, sia dal punto di vista degli allievi, sia da quello degli insegnanti.
Poiché descrive la quotidianità all'interno dell'istituto, tocca molti temi, tra cui adolescenza, amicizia, amore, sesso, malattia, morte e poi la guerra, che perlopiù si intravede solo sullo sfondo, quasi può essere ignorata, ma a un certo punto molti dei ragazzi si arruolano e, anche se l'autore non si sofferma a parlarne più di tanto, all'improvviso la guerra assume la forma di un'entità fin troppo presente, determinante, impossibile da ignorare.

I personaggi del romanzo mi hanno lasciata un po' perplessa. Tanto per cominciare sono praticamente tutti maschi, visto l'ambiente, e le donne sono solo figure secondarie quasi del tutto irrilevanti, per quanto "graziose", che a quanto pare è il loro unico pregio.
Le descrizioni sono buone e, volendo, anche la caratterizzazione: Yates è molto bravo a definire ogni personaggio in modo efficace anche con poche parole, specie nel disagio, ma in realtà qui nessuno ha un carattere molto notevole, soprattutto tra gli alunni. Quelli che spiccano lo fanno grazie alle loro fragilità.
Se la cavano un po' meglio alcuni professori, sarà perché sono più maturi e di conseguenza più consapevoli del loro mondo interiore. In definitiva, comunque, nessuno mi ha convinto del tutto.

Lo stile di Yates a me piace molto, è diretto e asciutto, senza fronzoli, molto realista. Nel complesso il libro è ben scritto, come tutti gli altri suoi romanzi, e scorrevole quanto basta. Non è per niente una lettura faticosa o pesante. Le descrizioni sono buone ma non eccezionali, mentre ho trovato migliori i dialoghi, molto autentici, spesso nervosi.
Mi piacciono molto gli indizi che l'autore semina qua e là relativamente alla disperazione dei personaggi, perché non lo fa mai in maniera melodrammatica. Sono, appunto, solo piccole cose sparse, in modo che il lettore non sia costretto a coglierle e affrontarle.
Nel complesso non posso dire che questo libro mi abbia entusiasmato, tuttavia Yates è senz'altro un autore che merita. Inoltre questo libro si trova ormai a pochissimo, un motivo in più per leggerlo.

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