Titolo: La ragazza nell'ombra
Autore: Lucinda Riley
Traduttore: L. Taiuti
Copertina flessibile: 640 pagine
Editore: Giunti (2019)
Prezzo: 11,40 €
La ragazza nell'ombra di Lucinda Riley è il terzo libro della serie Le sette sorelle, e finora è quello che mi è piaciuto meno. Mi dispiace, perché Asterope, detta Star, era una delle mie sorelle preferite e mi aspettavo una maggiore indagine e introspezione del personaggio.
Comunque. Tra i temi troviamo:
- (In)dipendenza, soprattutto affettiva. Star e CeCe (la quarta sorella) vivono praticamente in simbiosi da sempre, e in questo libro seguiamo il percorso del loro distacco, almeno dal punto di vista di Star. Ma è un tema molto ampio, che tocca anche l'emancipazione delle donne e il femminismo. Star si definisce una femminista, ma non vuole altro che occuparsi della casa e della famiglia, e questa è una cosa che ho apprezzato, perché chi l'ha detto che il femminismo debba significare per forza carriera e ambizione?
- Letteratura. Insieme al giardinaggio e alla cucina, la letteratura è la grande passione di Star, nonché quella che le permetterà di risalire alle sue origini e ritrovare la sua famiglia.
- Lealtà. Star è leale fino all'inverosimile, eppure la sua lealtà viene messa in discussione più volte nel corso della storia. Ci sarebbe anche da riflettere su cosa effettivamente sia leale e cosa no.
- Denaro e povertà, e come influiscono sulla vita e sulle scelte delle persone. Come già detto a proposito dei libri precedenti.
- Amore. Non mi è piaciuto molto il modo in cui viene trattato in questo libro: sembra che, "per amore", tutti facciano scelte di una stupidaggine immane.
Le descrizioni dei personaggi sono buone ma, per il resto, li ho trovati tutti abbastanza piatti, a eccezione di Orlando e di Flora.
Come accennavo, Star mi è piaciuta molto meno di quanto mi aspettassi. Sempre silenziosa, dovrebbe avere tutto un mondo da scoprire dentro, e invece l'ho trovata noiosa e piatta, rispetto alle prime due sorelle. Nonostante abbia sofferto (almeno così dice) non ha profondità, non sembra avere una storia particolarmente significativa alle spalle.
Orlando è molto originale, ha un modo di fare particolare, le sue fissazioni, parla un sacco e insomma, si fa notare. Tanto da diventare fastidioso, a volte.
Flora invece è insopportabile e pazza, acida senza motivo e prende decisioni senza senso, presumibilmente per altruismo, ma invece rovina la vita a tutti. Che odio.
Per quanto riguarda lo stile, ripeto quanto già detto per i due libri precedenti. La scrittura è fluida e coinvolge, non annoia e, di conseguenza, la lettura di questi libri è molto facile e scorrevole nonostante le dimensioni.
Alcune descrizioni sono molto belle, ma in generale non sono particolarmente notevoli. Quanto basta per evocare belle immagini, comunque. I dialoghi totalmente irrilevanti, tranne forse le parti di Orlando, appunto perché parla un sacco e di tante cose diverse, per cui la sua personalità viene spiegata proprio attraverso le sue parole.
Anche questo libro, in definitiva, è una lettura piacevole, anche se – ripeto – i primi due mi sono piaciuti di più.
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