Titolo: La camera azzurra
Autore: Georges Simenon
Traduttore: Marina Di Leo
Editore: Adelphi (2008)
Copertina flessibile: 153 pagine
Prezzo: 11,40 €
Tutti parlano benissimo di Georges Simenon, ma io non sono particolarmente colpita. Tanti anni orsono avevo letto Betty e non mi era piaciuto; con La camera azzurra è andata leggermente meglio, ma in ogni caso non mi ha lasciato nulla e penso lo dimenticherò presto.
Sarò breve, perché secondo me non c'è molto da dire.
Tra i temi, in particolare:
Matrimonio e contorni vari, cioè adulterio, (eventuale) amore, gelosia. Tutta la vicenda è incentrata sulla relazione extraconiugale tra i protagonisti Tony e Andrée.
Vendetta e follia, che metto insieme perché in questa storia sono strettamente collegate. I personaggi – in particolare Andrée, ma non solo – non hanno tutte le rotelle a posto, quindi anche le ragioni e i metodi delle loro vendette sono alquanto, come dire, eccessivi.
A parte questo, mi hanno infastidito gli stereotipi sugli italiani: per noi la famiglia è la cosa più importante, facciamo un sacco di bambini e così via. Okay.
I personaggi, da un punto di vista estetico, sono descritti ottimamente. E anche i caratteri sono chiari: come ho detto sono alquanto folli e, nella loro follia, sono molto credibili. Tony sembra poco definito, ma in maniera intenzionale: è proprio la sua personalità che è indefinita, e anzi è un merito dell'autore essere riuscito a renderla indefinita in maniera così chiara.
Lo stile non è male. La scrittura è scorrevole e coinvolgente e, insieme alla trama, fa quanto basta per rendere gradevole la lettura e tenere viva la curiosità del lettore.
Le descrizioni sono belle e molto sensoriali: non sono vivide solo le immagini, ma anche gli odori e i rumori, così il lettore è più coinvolto e si sente parte di quel contesto. Il che non è sempre piacevole, ma è comunque un bene e un merito che bisogna riconoscere a qualsiasi romanzo e/o autore riesca a farlo.
I dialoghi, infine, rendono ancora più chiare le personalità dei personaggi, in particolare la confusione e la vuotezza di Tony e la follia di Andrée, che risulta a tratti quasi inquietante.
In definitiva La camera azzurra è un buon romanzo, ma secondo me è sopravvalutato.
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