ROOM – Emma Donoghue

Titolo: Room. Stanza, letto, armadio, specchio
Autore: Emma Donoghue
Traduttore: C. Spallino Rocca
Copertina flessibile: 341 pagine
Editore: Mondadori (2016)
Prezzo: 11,90 €

Room di Emma Donoghue (conosciuto in Italia anche come Stanza, letto, armadio, specchio) è la storia di Jack, un bambino di cinque anni nato e cresciuto in una stanza, quella in cui la sua Ma' vive reclusa da quando Old Nick l'ha rapita per stuprarla ripetutamente.
I temi più importanti:
  • Famiglia, o più precisamente il rapporto madre-figli. Io Jack l'avrei preso a schiaffi, ma Ma' – come tutte le madri – è pronta a tollerare i suoi lati più fastidiosi. Ma a dire il vero anche tutti gli altri personaggi mi sono sembrati fin troppo pazienti.
  • Elaborazione del trauma. Si direbbe che, una volta sfuggiti a una situazione terribile e prolungata nel tempo, tutto sia ormai facile e meraviglioso, no? No. Perché quell'esperienza te la porti dietro tutti i giorni finché campi.
  • Rapporti e convenzioni sociali. Jack conosce solo la Stanza, per cinque anni non ha mai visto altro e quindi non sa come vivere nel mondo. Ma gli si perdona tutto perché è solo un bambino traumatizzato, ovviamente. Mi chiedo come sarebbe cambiata la trama se in quella stanza ci avesse vissuto per trent'anni.
  • Prospettiva e percezioni soggettive. Jack, appunto, conosce solo la Stanza e per lui è il mondo intero, mentre quello vero non ha alcun senso. Tutti noi diamo per scontate delle cose che non lo sarebbero affatto, se non le conoscessimo.

I personaggi principali sono appunto Jack e Ma', e sono entrambi piuttosto antipatici.
Le descrizioni sono sommarie ma sufficienti, mentre le personalità non sono molto incisive. Più che altro le risposte psicologiche di entrambi i protagonisti agli eventi risultano abbastanza chiare e comprensibili, ma è molto più difficile capire chi sono (tutti). Nessun personaggio è particolarmente approfondito, a parte Jack che è anche la voce narrante, perciò conosciamo i suoi pensieri. Lui è capriccioso e insopportabile ma, come ho detto, tutti devono essere pazienti e tolleranti con lui, il che rende alcune parti del romanzo piuttosto irritanti.
Fino alla fine non ho capito perché Ma' abbia deciso di insegnare le cose a Jack in un certo modo, l'ho trovato poco sensato; così come non capisco perché spesso gli racconti cose che lui dice esplicitamente di non voler sentire, come se volesse turbarlo apposta.

Lo stile è anch'esso fastidioso, appunto perché è Jack a raccontare i fatti e lo fa parlando nel suo modo irritante, personificando gli oggetti, sbagliando sempre gli stessi verbi e così via. Non che il libro sia scritto male, anzi, è anche molto scorrevole e piacevole da leggere, ma magari farlo raccontare da un bambino di cinque anni non è proprio l'idea del secolo.
Le descrizioni in generale mi sono sembrate vaghe e poco chiare. Spesso vengono sottolineati dei particolari irrilevanti (per esempio, è proprio necessario che Jack – un bambino di cinque anni, ribadiamolo – riferisca ogni volta che gli si alza il pene?) e alcuni eventi – il piano di fuga in primis – risultano davvero poco credibili e realistici. I dialoghi sono le parti in cui Jack dà il peggio di sé, maleducato anche quando si sforza di usare le buone maniere.
Ho trovato Room un bel romanzo, ma per certi versi eccessivo. È comunque una lettura che consiglierei.

Link d'acquisto: https://amzn.to/2OErrzG

Nessun commento:

Posta un commento