Titolo: La morte di Ivan Il'ič
Autore: Lev Tolstoj
Traduttore: Duchessa D'Andria
Copertina flessibile: 72 pagine
Editore: Gingko Edizioni (2015)
Prezzo: 6,99 €
La morte di Ivan Il'ič è un racconto breve ma molto denso del buon vecchio Lev Tolstoj, il quale dimostra come sempre una grande conoscenza della natura umana.
I temi trattati sono relativi alla morte e alla malattia, vissute da prospettive diverse. Da una parte abbiamo la moglie, i figli, i presunti amici, che sin dal primo capitolo – cioè al funerale del povero Ivan – mostrano spietatamente (al lettore) il loro atteggiamento frivolo, soltanto infastidito dalle incombenze che la morte comporta, dagli obblighi e le convenzioni; qualcuno mostra anche soddisfazione, se la morte di Ivan Il'ič gli risulta vantaggiosa. Dall'altra abbiamo, nei capitoli successivi, la storia di un malato che si vede sottrarre la vita da sotto il naso, che ha avuto soddisfazioni che si rivelano ormai effimere e senza significato. Abbiamo la solitudine di una persona che avrebbe bisogno almeno di compassione, ma non può averla perché gli altri sono vivi e in salute, estranei alla morte e ormai anche a lui.
Tolstoj è un maestro nello studio dei personaggi: le descrizioni fisiche sono spettacolari, in particolare – ahimè – quella del cadavere, di cui mostra perfino l'espressione facciale.
Per il resto, non mancano i dettagli su posture e gesti, ma soprattutto quello che emerge sono gli atteggiamenti dei personaggi di fronte alla morte (altrui): la stupidaggine con cui l'affrontano, la falsità dei sentimenti ostentati, la tristezza obbligata. In realtà ognuno pensa a sé stesso, e semmai si preoccupa della propria morte, che prima o poi dovrà arrivare.
Non so per quale motivo, nei romanzi/racconti russi, così spesso i mariti odino le mogli. Come se odiare la moglie fosse una buona norma sociale, un obbligo dettato dalla loro cultura.
Per quanto riguarda lo stile, è abbastanza inutile commentare Tolstoj. Mi pare superfluo dire che il racconto è ovviamente scritto benissimo, la prosa è elegante, le descrizioni ottime, piene di dettagli e si soffermano su particolari in apparenza irrilevanti che invece condensano una miriade di informazioni utili. Tolstoj è davvero uno di quegli autori bravissimi a mostrare, più che a dire.
I dialoghi sono anch'essi molto ben studiati, mettono bene in luce la falsità dei personaggi, nonché le loro vere intenzioni. Infine, l'angoscia del protagonista è perfettamente rappresentata e passa al lettore, che si ritrova a identificarsi con Ivan, a sentire tutta la sua solitudine.
Va be', leggete Tolstoj, che vi fa bene.
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