Titolo: Robin Hood
Autore: Alexandre Dumas
Traduttore: L. Lamberti
Copertina flessibile: 293 pagine
Editore: Einaudi (2016)
Prezzo: 10,45 €
Io Robin Hood lo conoscevo solo tramite il film Disney, e quello di Alexandre Dumas è molto diverso. Tanto per cominciare non è una volpe, prima delusione. Scherzi a parte, ho davvero in testa l'immagine dei personaggi Disney, perciò è stato difficile adeguarmi alle descrizioni del libro. E all'inesistenza di Lady Cocca.
Si tratta del classico romanzo in cui gli uomini accorrono per salvare le fanciulle da altri uomini e i temi sono i soliti di Dumas, cioè il valore e il coraggio degli uomini, l'onore (e l'inutilità) delle donne, la vendetta e, appunto, l'amore romantico e servizievole, l'adorazione e la "schiavitù" (da che cosa lo lascio immaginare a voi) che spingono tutti questi baldi giovini a correre in aiuto delle loro donzelle in pericolo.
Le descrizioni dei personaggi sono ottime e dettagliate come sempre, e anche i caratteri sono ben visibili anche se, come per d'Artagnan, il protagonista mi è risultato ben poco simpatico: a parole è pieno di qualità, ma poi nei fatti non c'è nulla che lo renda un minimo interessante.
Riguardo agli altri, dico spesso che i cattivi sono i migliori; bene, in questo caso non lo sono affatto. Il barone/sceriffo di Nottingham è uno dei personaggi più odiosi che abbia mai incontrato. Completamente incoerente, non sa nemmeno lui che cosa voglia, però lo vuole. Che fastidio.
Frate Tuck è anche lui ben diverso da quello Disney, e come prete lascia un po' perplessi. Little John somiglia a Porthos dei Tre moschettieri, anche lui un energumeno che si fa strada lanciando in aria qualsiasi essere umano gli ostacoli il passaggio. (Ma rispetto a Porthos mi è piaciuto di più.)
Le donne sono del tutto irrilevanti.
Relativamente allo stile, ho poco da aggiungere a quanto già detto su Dumas. La scrittura è piacevolissima, molto scorrevole e si lascia leggere con facilità, nonostante il linguaggio formale del tempo.
In particolare i dialoghi si dilungano in formule di cortesia e giri di parole per dire anche cose molto semplici, ma questo è a suo modo affascinante, o tutti i classici sarebbero già stati dimenticati. Sono anche molto sdolcinati: gli uomini dichiarano il loro amore con ricchezza di parole e perifrasi così arzigogolate da risultare – oggi – poco credibili. In ogni caso a me piace molto lo stile di Dumas.
Come per gli altri suoi romanzi, anche la lettura di Robin Hood è stata un piacere. Se non questo libro in particolare, vi consiglio comunque di leggere Alexandre Dumas (padre, ovviamente).
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