Titolo: Il giardino di cemento
Autore: Ian McEwan
Traduttore: S. Bertola
Editore: Einaudi (2015)
Copertina flessibile: 150 pagine
Prezzo: 10,92 €
Suppongo che Ian McEwan non faccia per me. Sorvolando sul Mio romanzo viola profumato (recensito qui), Il giardino di cemento è il suo terzo libro che non mi piace. Ho letto tante recensioni piene di entusiasmo, ma sinceramente non ho capito che cosa ci abbia trovato la gente di così interessante.
Le aree tematiche sono principalmente due:
Famiglia. Una famiglia disfunzionale, in cui i genitori non sono granché e a un certo punto muoiono (se volete aggiungiamo anche morte e lutto tra i temi, ma in realtà mi sono sembrati più un mezzo per parlare di altro). Ergo vediamo dei ragazzini adolescenti prematuramente alle prese con delle grosse responsabilità. Le gestiscono come possono, ovvero non le gestiscono.
Adolescenza, appunto. In particolare tutta la sfera della sessualità – sessualità che sfocia quasi nella perversione –, con annesse gelosia e competizione.
A dirvi la verità certe tematiche mi interessano molto, ed è proprio per questo che avevo deciso di leggere il libro, ma il modo in cui sono state trattate non mi ha convinta affatto. Va be'.
I personaggi sono descritti molto bene, forse anche troppo: certe cose avrei preferito non "vederle". Molto chiare anche le personalità, ben rese perfino le espressioni facciali.
Detto questo, comunque, Jack e Julie mi hanno alquanto disgustata, soprattutto lui. È il peggior esempio possibile di adolescente maschio: stupido, petulante, volutamente fastidioso, non si lava, puzza, vive in funzione dei suoi ormoni... insomma. Ma del resto mi sono sembrati quasi tutti piuttosto stupidi e senza senso. Resi ottimamente, per carità, ma non è il tipo di gente di cui mi piace leggere. Gli adolescenti preferisco immaginarli come Holden Caulfield o James Sveck. Intelligenti e tristi.
Per quanto riguarda lo stile, invece, devo riconoscere a McEwan i suoi meriti. Anche se a me non sono piaciuti, i suoi libri sono senza dubbio scritti molto bene. Bella scrittura, per niente povera e anzi molto coinvolgente, si lascia leggere con facilità ma in questo caso, sebbene il romanzo non sia molto lungo, a un certo punto mi ha stancata per tutti i motivi di cui sopra. E nemmeno una bella scrittura è riuscita a salvarlo.
Mi dispiace ma per me è bocciato.
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