PADRI E FIGLI – Ivan S. Turgenev

Padri e figli - Ivan S. Turgenev
Titolo: Padri e figli
Autore: Ivan S. Turgenev
Traduttore: F. Romanini
Copertina flessibile: 224 pagine
Editore: Crescere (2017)
Prezzo: 4,65 €

Credo che Padri e figli sia il romanzo più conosciuto di Ivan Turgenev, ed è la prima sua opera che ho letto. Sono rimasta un po' delusa, l'ho trovato molto meno denso degli altri classici russi che ho letto, ma credo che la colpa sia anche dell'edizione orribile.
In ogni caso, vediamo quali sono i temi trattati dall'autore in questo romanzo.
  • Famiglia, ma soprattutto confronto tra generazioni. È a questo che fa riferimento il titolo. Non si tratta tanto dei rapporti tra genitori e figli, quanto di un confronto intellettuale tra "vecchi" e "giovani"; che poi siano parenti conta poco.
  • Nichilismo e scienza vs poesia, appendici del primo tema: l'amore per la scienza, la razionalità e l'intelletto caratterizzano i giovani (nonché "i veri uomini"), mentre la poesia è più tradizionale e inutile, tipica delle generazioni precedenti e ormai superata.
  • Amore (vs infatuazione), percepito e vissuto come debolezza perché compromette appunto il raziocinio e l'intelletto dei veri uomini di cui sopra.
  • Perdita, infelicità, morte. La scelta del personaggio da uccidere, secondo me, non è casuale: è come se Turgenev avesse tolto di mezzo quel personaggio che in fondo era morto sin dall'inizio, proprio in quanto così attaccato alla ragione e nemico dei sentimenti. Nonostante tutti lo amino, pare che senza di lui stiano molto meglio, e continuano a vivere perché non disprezzano tutto come lui.

Le descrizioni fisiche dei personaggi sono molto minuziose, ma in quanto a carattere l'unico che mi sia piaciuto è Pavel Petrovic. Non è fatto per risultare simpatico, anzi viene descritto come un personaggio spento, stanco e rassegnato, ma nella sua sobrietà e tristezza a me è piaciuto molto e trovo che si distingua dagli altri, che pure sono – se vogliamo – molto più vivi di lui.
Il grande protagonista resta comunque Bazarov, che io ho trovato insopportabile, con il suo nichilismo e i suoi atteggiamenti da uomo superiore che non deve chiedere mai e ha sempre ragione. Ostenta il suo essere intellettuale ma in fondo non capisce niente, si fa forte del suo disprezzo per (quasi) tutto e tutti e il suo cinismo è eccessivo. Ve lo dice una che con cinismo e nichilismo ha una certa confidenza.

Per quanto riguarda lo stile, le descrizioni sono notevoli, molto accurate, con belle similitudini e un'ottima scelta degli aggettivi, ma il romanzo è fatto soprattutto di dialoghi. Dialoghi molto caratterizzanti (soprattutto per i due personaggi di cui ho parlato), ben fatti, spesso filosofici, con una dialettica interessante: si discute di nichilismo, delle tradizioni russe, di scienza e di poesia, di virilità e debolezza, di amore, e Bazarov è sempre coinvolto: sono le sue idee che si scontrano con quelle altrui.
Tuttavia, l'edizione non è delle migliori: è piena di refusi, soprattutto errori di punteggiatura (okay, non tutti sono maniaci della punteggiatura, ma qui è usata davvero troppo male). In compenso quasi tutti i nomi russi hanno l'accento grafico, così è più facile leggerli, ma spesso sono anche scritti male (molto frequente il carattere "è" al posto di "č"). Ciliegina sulla torta: in quarta di copertina è riassunta tutta la trama. TUTTA, compreso il finale. Tanto vale leggere solo la copertina.
Insomma, sicuramente vale la pena di leggere Padri e figli ma, per il vostro bene, comprate un'altra edizione.

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