Titolo: Il signor Cravatta
Autore: Milena Michiko Flašar
Traduttore: D. Idra
Copertina flessibile: 134 pagine
Editore: Einaudi (2014)
Prezzo online: 9,42 €
Ho riletto Il signor Cravatta di Milena Michiko Flašar (il sito è in tedesco, mi dispiace), uno dei miei libri preferiti e che ho già citato in altre occasioni. Che cosa vi posso dire? È un libro che amo profondamente, perciò sono di parte.
Vi dico subito quali sono i temi trattati.
- La solitudine, sopra tutto il resto. I due protagonisti sono un ragazzo che sta pian piano uscendo dalla condizione di hikikomori e un salaryman che ha lasciato inaridire i rapporti con le persone a lui più vicine.(Se io non fossi l'autrice del blog ma una lettrice, arrivata a questo punto avrei già deciso di comprarlo. Ma magari la solitudine non è così allettante per tutti.)
- Morte, perdita e dolore, che sono inevitabilmente connessi con la solitudine di cui sopra. Perché in genere ci si sente soli dopo aver perso qualcuno. Anche sé stessi, a volte.
- Convenzioni e responsabilità sociali. Il romanzo è ambientato in Giappone, dove lavorare, essere efficienti, darsi da fare, rispondere alle aspettative sono veri e propri obblighi, che possono schiacciare sotto il proprio peso.
- L'amore. Per fortuna c'è anche quello, sì. Ma di solito è tragico, io ve lo dico.
I personaggi del Signor Cravatta sono caratterizzati sì, ma più che altro attraverso i loro discorsi, o anche singole parole. Le descrizioni sono sufficienti ma non troppo accurate, e anche i gesti, sebbene vengano specificati, hanno un'importanza minore rispetto alle parole e ai pensieri. La mia non vuole essere una critica: è una caratteristica del romanzo. Viene data di proposito molta importanza allo scambio tra i personaggi, al loro aprirsi l'uno con l'altro, al loro raccontarsi. E in fondo è proprio questo che il romanzo vuole mostrare: l'uscita dal bozzolo, da una comfort zone che può dare un senso di sicurezza e protezione ma, allo stesso tempo, spegne la luce.
Lo stile dell'autrice è particolare ed elegante, ma qui dipende dal gusto personale. Io l'ho trovato molto poetico e diretto, le frasi sono spesso brevissime, spezzettate, ma le parole sono scelte con cura e risultano molto efficaci. È una cosa che – se fatta bene – io apprezzo, ma gli amanti dei periodi lunghi e ricchi di particolari potrebbero esserne infastiditi.
Inoltre i discorsi diretti sono riportati senza virgolette, cosa che in alcuni punti può confondere: a volte si susseguono frasi in cui i soggetti sono diversi e, dato che manca la punteggiatura, è necessario un attimo per rendersi conto del passaggio. Tuttavia ogni frase è densa di significato, e personalmente mi sono sentita molto coinvolta da un punto di vista emotivo.
Il signor Cravatta è un libro poco conosciuto, e in qualche modo capisco anche il perché, ma mi ha toccato come pochi altri, quindi ve lo consiglio senza dubbio.
Lo trovate qui: https://amzn.to/2TRk4os
Nessun commento:
Posta un commento