Titolo: La canzone di Achille
Autore: Madeline Miller
Traduttore: M. Curtoni, M. Parolini
Copertina flessibile: 382 pagine
Editore: Marsilio (2019)
Prezzo online: 9,35 €
Allora. Secondo me Madeline Miller ha avuto un'idea geniale. La canzone di Achille è praticamente la trasposizione in romanzo dell'Iliade, raccontata dal punto di vista di Patroclo, personaggio minore che qui è invece protagonista. La trovo una cosa fantastica, perché quelli che hanno letto o leggeranno mai i poemi di Omero devono essere relativamente pochi. È un tipo di lettura a cui ci si accosta difficilmente, quando non è imposta dalla scuola.
Nonostante ciò, a me pare che questo romanzo sia stato sopravvalutato, anche se nel complesso mi è piaciuto. Soprattutto, trovo che migliori man mano che si va avanti: se all'inizio mi sembrava un po' scialbo, man mano mi ha coinvolto sempre di più e ho letto le ultime pagine con molto trasporto.
I temi restano quelli cari agli antichi greci. L'onore è sempre in cima alla lista delle priorità, no matter what. E ovviamente ci sono la guerra, la violenza e la vendetta, ma anche l'amicizia e l'amore: quello romantico e reale, non fatto di lussuria e desiderio ma anche solo di guardare l'altro, voler toccare la sua pelle e sentire il suo odore, stargli accanto in qualsiasi veste. Quello che dà luce a tutto il resto.
Infine l'educazione tipica del mondo greco antico e la condizione delle donne.
Per quanto riguarda i personaggi, non mi sono sembrati particolarmente ben fatti. Achille va incontro a una bella evoluzione, da ragazzino ingenuo e puro a eroe presuntuoso, orgoglioso e cocciuto, tratti che di sicuro arrivano al lettore ma, detto questo, le personalità non sono molto approfondite né sfaccettate.
Quello che invece ho apprezzato è l'interpretazione originale di alcuni personaggi, quale ad esempio Odisseo, il furbacchione ironico, oppure Agamennone e Diomede, che sembrano due bulli troppo cresciuti con manie di grandezza e di potere.
Lo stile ha delle pretese di poeticità che non raggiunge neanche per sbaglio, comunque è scorrevole e piacevole da leggere. Le descrizioni sono impressionanti e vivide, piene di immagini rivoltanti di violenza e morte, ma è una questione di contenuto più che di forma. Inoltre ho riscontrato in un paio di punti un linguaggio ben poco appropriato al contesto (insomma, esclamazioni come "cazzo" o "fottuto Ettore" mi sono sembrate alquanto fuori luogo).
Vale però quello che ho detto all'inizio: anche da un punto di vista stilistico mi è parso che il romanzo andasse migliorando (forse perché, reduce da Guerra e Pace, qualsiasi altra cosa mi sarebbe sembrata scialba, ma dopo un po' mi sono abituata), e nella parte finale ho percepito tutto quello che c'era da percepire.
In definitiva, consiglierei questo romanzo? Direi proprio di sì. Vale la pena di leggerlo e, perché no, magari anche di andarsi a rileggere l'Iliade.
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Sono una grande fan dell'Iliade. Oltre ad averla studiata a scuola (sia al biennio che poi in greco, al triennio) nel corso del tempo ne ho letto brani e ho approfondito alcuni personaggi, perché ho sempre apprezzato molto le storie raccontate in questo poema.
RispondiEliminaDevo ammettere, però, di non aver ancora letto questo romanzo. La tua recensione non ha fatto altro che incoraggiarmi a metterlo in TBR.
A presto!
Io stessa ho amato molto l'Iliade a scuola ma, come anche per altre opere, l'ho realizzato pienamente solo dopo aver concluso gli studi, perché l'imposizione mi ha impedito di apprezzarle come si deve sul momento. D'altra parte sono grata alla scuola per avermi fatto accostare a opere che altrimenti non avrei mai letto e, per l'appunto, leggere La canzone di Achille mi ha fatto venir voglia di rileggere l'Iliade, che riprenderò al più presto.
EliminaSono contenta se la mia recensione è riuscita a tentarti, spero che il romanzo possa piacere anche a te!