Titolo: Rebecca (o Rebecca, la prima moglie)
Autore: Daphne du Maurier
Traduttore: M. Morpurgo
Copertina flessibile: 425 pagine
Editore: Il Saggiatore (2015)
Prezzo: 16,15 €
Non avevo mai letto Daphne du Maurier e sono contata di averlo fatto adesso, perché Rebecca è un romanzo davvero ben scritto. Credo che leggerò qualcos'altro dell'autrice.
Vediamo quali sono i temi trattati.
- Competizione e aspettative. La protagonista del romanzo si sente costantemente in competizione con Rebecca, la prima moglie (morta) dell'uomo che ha appena sposato, Maxim. Buona parte del libro – e del personaggio – ha a che fare con questo senso di inadeguatezza, di non essere all'altezza, di non poter competere con quello che è stato prima. E tutti gli altri personaggi non fanno che accrescere questa sensazione, nella protagonista e nel lettore. Che ansia.
- Economia domestica. Tema collegato al precedente, in quanto la questione è: come si fa a gestire una casa-reggia come Manderley? Come faceva Rebecca a portarla avanti, a occuparsi di tutto, a trattare con la servitù? La strategia adottata dalla protagonista, del resto, consiste nel non fare niente.
- Matrimonio e relazioni. Diciamo pure che potrei elencare una serie di incapacità della protagonista e farei prima. I temi hanno praticamente tutti a che fare con cose che lei non sa gestire, tranne:
- Morte. Non che questa sappia gestirla, ma diciamo che almeno è qualcosa di più grande e che non riguarda la sua incapacità nella vita di tutti i giorni.
I personaggi di Rebecca sono descritti molto bene a livello fisico. Le personalità invece non sono così ben definite; piuttosto, i personaggi sono caratterizzati dai loro ruoli e atteggiamenti, soprattutto nei confronti di Rebecca e della seconda moglie (che non ha un nome, perciò continuo a usare perifrasi). Potremmo dividerli tra quelli che amano Rebecca e quelli che non la amano. Che sono ben pochi, comunque.
La protagonista è piuttosto fastidiosa perché non ha carattere, non prende decisioni né posizione in niente, si lascia trascinare in modo passivo e si lamenta tutto il tempo perché tutti amano Rebecca e non lei. Dopodiché, di punto in bianco, capisce che il marito la ama e il suo comportamento cambia da un momento all'altro. Tra l'altro pare che Maxim l'ami solo perché è molto più giovane di lui; per il resto è noiosissima e stupida, non dice mai niente di sensato.
Lo stile è il maggior pregio del romanzo. È bellissimo, ricco, elegante, una scrittura molto raffinata e suggestiva, capace di trasmettere ansia, inquietudine e cupezza anche quando, concretamente, non sta accadendo nulla di inquietante. Le descrizioni sono meravigliose, accuratissime, e questo già dalla prima pagina del libro. Si tratta di un romanzo piuttosto voluminoso e spesso anche prolisso, con dialoghi completamente superflui, ma è scritto così bene che si procede senza mai annoiarsi e godendosi ogni frase.
Anche solo per questo è un libro che consiglierei.
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