Titolo: Ventiquattr'ore nella vita di una donna
Autore: Stefan Zweig
Traduttore: B. Burgio Ahrens
Copertina flessibile: 85 pagine
Editore: Garzanti (2014)
Prezzo: 5,95 €
Ventiquattr'ore nella vita di una donna è il romanzo di Stefan Zweig che ha ispirato il film Grand Budapest Hotel. (È molto diverso, comunque.)
Ancora una volta, Zweig ci presenta soprattutto un personaggio in particolare, un momento preciso del suo passato e tutti i sentimenti ad esso legati. Si tratta in questo caso di Mrs C. che, a seguito di un episodio scandaloso avvenuto nell'hotel in cui alloggiano, decide di raccontare al narratore le ventiquattro ore che, trent'anni prima, hanno segnato la sua vita.
I temi principali riguardano qui l'onore – l'onore di una donna, che dovrebbe sempre adeguarsi a certi standard e non concedersi una libertà che metterebbe a rischio la sua reputazione –, la passione e la dipendenza (nello specifico si parla di gioco d'azzardo).
Riguardo ai personaggi, dirò quello che dico sempre a proposito di Zweig. Ogni suo romanzo è sostanzialmente un personaggio. In questo caso abbiamo quindi Mrs C., che ci viene presentata attraverso la tempesta dei suoi sentimenti, il suo timore dei giudizi, il suo sentirsi sbagliata per un errore commesso trent'anni prima; attraverso ricordi che sono ancora molto vividi nella sua mente, e che vengono infatti descritti con dovizia di particolari.
Anche il giovane di cui racconta è descritto alla perfezione, proprio perché vive ancora nei suoi ricordi, e lei lo ricorda così bene che riesce a descrivere i più piccoli dettagli delle sue mani, del suo volto, dei suoi sguardi.
Lo stile è perfetto, come in ogni libro di Zweig, ma qui forse si supera proprio con le descrizioni estremamente dettagliate e vivide. In particolare la descrizione del tavolo da gioco, con le mani dei giocatori che si muovono su di esso come animali, in preda alla frenesia e a spasmi involontari, l'ho trovata davvero suggestiva ed efficace.
A parte questo, come sempre si tratta di una scrittura elegante ma fluida, di una narrazione molto diretta e aperta a dispetto dei sentimenti di chi parla. Vale la pena di leggere Zweig anche solo per la bellezza della sua scrittura. Non posso quindi che consigliarvi anche questo libro.
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