Titolo: L'isola dei segreti
Autore: Scarlett Thomas
Traduttore: A. Bibbò
Copertina flessibile: 325 pagine
Editore: Newton Compton (2010)
Prezzo: 6,90 €
L'isola dei segreti di Scarlett Thomas è un romanzo un po' diverso da quello che mi aspettavo (non avevo mai letto altro dell'autrice), ma devo dire che mi è piaciuto, soprattutto grazie alla scrittura coinvolgente.
I temi sono affrontati in maniera quasi esclusivamente teorica, perché la gran parte del romanzo è costituita da dialoghi; una trama vera e propria è quasi del tutto assente, perlopiù i protagonisti – che prima di incontrarsi sull'isola non si sono mai visti – si confrontano tutto il tempo su svariate cose. In particolare: sesso, film e tv, videogiochi e virtualità.
Trovarsi insieme su un'isola deserta li costringe a una convivenza forzata, nonché all'accettazione reciproca, perciò tra i temi finiscono anche solitudine (che a volte significa libertà), amicizia, amore e simili amenità.
I personaggi sono ben fatti: si tratta di sei ragazzi, giovani menti brillanti (almeno ufficialmente), che nella prima parte vengono presentati ciascuno con un capitolo dedicato. Ognuno di loro viene quindi definito in maniera abbastanza accurata prima ancora che la vicenda vera e propria abbia inizio.
Le descrizioni fisiche sono esaurienti e le personalità sono chiare e arricchite da certi vezzi, abitudini mentali, ossessioni, dal modo di parlare e ovviamente dalle interazioni e dalle emozioni/sentimenti che ognuno di loro prova nei confronti degli altri (non solo degli altri cinque protagonisti, ma anche delle altre persone nelle loro vite). Soprattutto, ognuno di loro ha tante storie alle spalle e, proprio come per le persone vere, sono soprattutto quelle a fare dei personaggi quello che sono.
Lo stile, come ho detto, mi ha trascinato: è molto scorrevole e mi ha coinvolto nonostante ci siano delle parti alquanto noiose (dato che, appunto, si tratta di lunghi dialoghi su argomenti che non tutti possiamo trovare interessanti. Per esempio a me dei videogiochi e delle soap opera non potrebbe fregare di meno). Nonostante ciò riesce a incuriosire e si fa leggere con piacere anche se non succede granché.
Le descrizioni sono discrete ma, anch'esse, niente di eccezionale.
Direi che il libro è ben scritto ma non in maniera particolarmente elegante o ricercata e, considerati i contenuti in generale, lo definirei un libro da ombrellone.
Lo consiglio quindi a chi cerca un libro da leggere per pura evasione.
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