Titolo: Le sette sorelle
Autore: Lucinda Riley
Traduttore: L. Maldera
Copertina flessibile: 576 pagine
Editore: Giunti Editore (2015)
Prezzo: 9,90 €
Le sette sorelle di Lucinda Riley è un romanzo storico che mi è piaciuto, tanto che probabilmente leggerò il resto della saga; tuttavia non è certo un capolavoro, anzi ha parecchi difetti e ho diverse critiche da muovere.
La trama è coinvolgente e lo rende un romanzo perfetto da leggere per pura evasione. Tra i temi trattati:
- Scoperta di sé, attraverso la propria storia. Si tratta infatti della storia di Maia, che intraprende un lungo viaggio alla scoperta delle proprie origini. Adottata da Pa' Salt come le sue cinque sorelle (dovrebbero essere sette in totale, ma la settima non c'è), scoprirà la storia della sua famiglia d'origine, e lati di sé stessa che non sapeva di avere.
- Libertà e indipendenza, tra i tesori più preziosi che Maia troverà nel suo percorso.
- Arte. La storia di Izabela, antenata di Maia, si svolge in parte nella Francia bohémienne degli anni venti, tra architetti e scultori (realmente esistiti) e altri artisti vari. La costruzione del Cristo Redentore ha una particolare importanza in questa storia.
- Amore, piuttosto tragico: non corrisposto, oppure sacrificato in nome di altre cose, come la famiglia, le convenzioni o la reputazione.
I personaggi sono descritti in maniera discreta, sia fisicamente sia caratterialmente; il problema è che i caratteri vengono per l'appunto solo descritti a parole, non realmente mostrati. Se non, forse, attraverso i contenuti dei discorsi (ma, anche lì, è solo quello che dicono, non come lo dicono). Anche quei personaggi che dovrebbero essere più vivi – in particolare Bel, che viene descritta come un uragano di passione, un leone in gabbia – risultano in realtà fin troppo docili e scialbi, stereotipati e poco incisivi.
Quelli che un po' si fanno notare sono, come sempre, i personaggi più negativi: CeCe per la sua antipatia, Luiza per la sua cattiveria compiaciuta. Niente di che, comunque.
Lo stile è molto scorrevole e semplice, ma non particolarmente trascinante. Anzi, più che semplice direi sempliciotto, banale, per niente elegante; contiene errori e periodi formulati senza troppa cura.
Le descrizioni perlomeno sono buone, abbastanza precise; i dialoghi non hanno nulla di notevole, ma rendono la narrazione più immediata.
Il romanzo è pieno di stereotipi: gli italiani sono caldi e passionali, i francesi sono artisti eccentrici e superficiali, i portoghesi sono amichevoli e alla mano e così via. Insomma.
Riassumendo: da un punto di vista tecnico Le sette sorelle è pieno di difetti, ma per intrattenimento è una lettura molto piacevole.
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