Titolo: Persuasione
Autore: Jane Austen
Traduttore: A. L. Zazo
Copertina flessibile: 340 pagine
Editore: Mondadori (2002)
Prezzo: 9,50 €
Persuasione è uno dei migliori romanzi di Jane Austen e, non a caso, uno dei meno letti. Come sottolineato da gente ben più competente e autorevole di me – tra cui Virginia Woolf, nello scritto incluso in questa edizione –, è l'ultimo romanzo scritto dall'autrice e si differenzia dai precedenti per la sua maturità. È più romantico e molto introspettivo: qui non sono tanto i balli e le vicende dei personaggi a farla da padrone, quanto le emozioni e i pensieri di Anne Elliot, protagonista della storia.
Principali temi:
- Persuasione (ma va'). Anne si è praticamente rovinata la vita sottomettendosi all'influenza degli altri e mettendo da parte i suoi sogni. Per fortuna recupera (con dieci anni di ritardo, ma sono dettagli).
- Tempo. Altra grande differenza rispetto ai romanzi precedenti: in nessun altro viene data tanta importanza né al tempo che passa (qui assolutamente centrale) né al periodo storico, a cui Persuasione fa spesso riferimento.
- Denaro, prestigio, reputazione, apparenze, pregiudizi e compagnia bella. Come al solito, Jane Austen ritrae perfettamente la società del suo tempo (che poi non è tanto diversa dalla nostra), in cui la ricchezza e i titoli sono di fondamentale importanza per distinguere le persone perbene da quelle, ecco... povere. O semplicemente meno ricche.
- Amore, quello romantico e quello familiare. Con il primo, malgrado certe decisioni infelici, Anne avrà alla fine più fortuna, mentre il secondo è totalmente assente nella sua vita. Non ricordo altre eroine austeniane così maltrattate e poco considerate dalla propria famiglia.
I personaggi sono descritti molto bene, nell'aspetto e, soprattutto, negli atteggiamenti e nei modi di fare. Le loro personalità risultano ben chiare anche se non sono particolarmente approfondite (o profonde). Mary spicca tra tutti per il suo vittimismo, che la rende difficile da sopportare sebbene vi siano personaggi moralmente peggiori di lei, come William Elliot, subdolo e del tutto privo di empatia o di coscienza, e la signora Clay, un po' più innocua ma pur sempre una vipera. Tutti i personaggi sono nettamente divisi tra buoni e cattivi, anche se la maggior parte sono solo superficiali e noncuranti.
Anne si distingue dagli altri, per la sua superiorità intellettuale e morale, e in generale per la sua vita interiore, attorno a cui ruota tutto il romanzo. Tuttavia potrebbe risultare a tratti noiosa, forse per questo è meno amata delle altre protagoniste di Jane Austen. Sembra anche che l'autrice ci abbia messo molto di sé stessa, per la cronaca.
Lo stile di Jane Austen è apprezzabile soprattutto per la sua ironia. Mentre tutti parlano di grandi storie d'amore, per me il maggior pregio dell'autrice è proprio il suo farsi beffe dell'amore, in genere superficiale o fondato sulla convenienza, e delle "tecniche di corteggiamento" standard diffuse in società.
La scrittura è scorrevole ma anche elegante. La punteggiatura mi è sembrata un po' confusa, le frasi a volte troppo lunghe.
I dialoghi sono caratterizzanti, rendono i personaggi più vivi e comprensibili, ma spesso sono anche vuoti e noiosi, incentrati su banalità, proprio perché vuoti sono i personaggi. La narrazione si sofferma spesso su particolari frivoli e inutili, proprio perché, appunto, Jane Austen amava sottolineare ironicamente la superficialità delle interazioni sociali.
Quando Anne partecipa alla conversazione troviamo però anche dei contenuti validi, e in particolare mi riferisco al discorso, nella parte finale, sulla costanza dei sentimenti maschili e femminili. Anne è molto saggia.
Consiglierei la lettura del romanzo? Mettiamola così: io non sono un'amante di Jane Austen, ma di sicuro fareste molto meglio a leggere Persuasione che non Orgoglio e Pregiudizio, ecco.
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