Titolo: Noi siamo tutto
Autore: Nicola Yoon
Traduttore: F. e S. Merani
Copertina rigida: 307 pagine
Editore: Sperling & Kupfer (16 maggio 2017)
Prezzo: 15,21 €
Voto: **½
Anche stavolta mi sono lasciata attrarre dalla fama di un libro. Noi siamo tutto di Nicola Yoon è un romanzo carino ma niente di più, e ha dei difetti abbastanza seri.
La trama è originale e sviluppata in modo molto dolce (a volte poco realistico): Madeline soffre di una patologia rara per cui rischia di ammalarsi ogni volta che entra in contatto con qualcosa di nuovo. Ciò significa che può vivere la sua vita solo restandosene chiusa in casa, non può avere amici né esperienze che vadano al di là di una partita a Scarabeo con sua madre. Trova comunque il modo di innamorarsi: il prescelto è Olly, il nuovo vicino che scoppia di vita e di salute. Per questo amore Madeline è disposta a sacrificare qualsiasi cosa (non che abbia molto da sacrificare, comunque).
Dunque si parla di vita e di morte, di malattia: una malattia che compromette non solo la vita della diretta interessata, ma anche quella delle persone intorno a lei. E poi amore in diverse forme, anche piuttosto inquietanti. Violenza, paura e coraggio, accettazione quasi zen e "carpe diem".
I personaggi non sono caratterizzati granché bene, ma è molto apprezzabile e perfino simbolica la contrapposizione tra Madeline e Olly, resa anche attraverso i colori: Madeline veste sempre e solo di bianco, tutto nella sua stanza è bianco, mentre Olly veste di nero dalla testa ai piedi e sprizza salute da tutti i pori, grazie al modo in cui usa il proprio corpo e la sua incapacità di stare fermo un attimo.
Il coraggio di Maddy è poco verosimile, per una che ha vissuto come lei per tutti quegli anni.
La madre di Madeline è anche caratterizzata discretamente, e poi un personaggio molto carino è Carla, l'infermiera che si prende cura di Maddy.
Anche stilisticamente il libro potrebbe essere carino: il linguaggio è semplice, rende il tutto molto scorrevole ed è arricchito da disegni e schemini realizzati da Maddy, che vanno quindi al di là delle parole e permettono un contatto più diretto col personaggio. Tuttavia a me non ha suscitato particolari emozioni (se escludiamo una scena), nonostante la delicatezza dei temi.
Quello che proprio non va, invece, è il pessimo senso dell'umorismo di Madeline e di Olly. Fanno battute che non sembrano tali e si spanciano dalle risate senza un motivo. È davvero triste per due adolescenti.
La risoluzione della vicenda è banale – l'avevo prevista quando era ancora molto lontana – e il finale troppo vago.
Insomma: libro carino per una lettura senza impegno. È adatto al target previsto, cioè gli adolescenti. Gli adulti possono anche farne a meno.
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