Titolo: The Hate U
Give
Autore: Angie Thomas
Traduttore: S.
Bortolussi
Copertina
flessibile: 416 pagine
Editore: GiuntiEditore (30 agosto 2017)
Prezzo online: 11,9
€
Voto: **
TheHate U Give di AngieThomas è l'ennesima prova che dovrei smettere di leggere YA.
È un genere che non mi dispiace, ma mi rendo conto sempre di più
che i romanzi validi sono davvero pochi. Ho scelto di leggere questo
per i temi importanti che affronta, ma sono rimasta delusa.
Starr è una
sedicenne di colore, che vive in un quartiere di colore organizzato
in gang e gruppi sociali particolari che lottano per la
sopravvivenza. Frequenta però una buona scuola "per bianchi"
e ha sviluppato quasi una doppia identità per soddisfare le
aspettative di tutti. Poi arriva la sera in cui assiste all'omicidio
del suo amico Khalil per mano di un poliziotto bianco, praticamente
immotivato, e l'equilibrio che si è sforzata di creare e mantenere
crolla. Starr è infatti l'unica testimone, e deve decidere qual è
la cosa giusta da fare, e da che parte stare.
In teoria, quindi,
questo romanzo dovrebbe avere uno spessore diverso da quello dei
soliti romanzetti per ragazzini, ma purtroppo non ce l'ha. Identità,
pregiudizi razziali, discriminazione, sono temi molto molto
importanti, ma qui non vengono trattati con la profondità dovuta. È
un romanzo tragico, rappresenta una realtà diversa da quella degli
altri YA, eppure non fa abbastanza.
Neanche i personaggi
mi sono sembrati granché. Starr dovrebbe avere una seria crisi di
identità (o di nervi, almeno), viste le cose a cui ha assistito e
che le sono accadute nel corso della sua vita, invece sembra non
averla neanche, un'identità. Non è né carne né pesce. È troppo
infantile, se la prende con i suoi amici per cose stupidissime e per
niente offensive, se la tira col ragazzo con cui sta da più di un
anno... Manco negli anni novanta gli adolescenti erano così stupidi
e permalosi, soprattutto non quelli che avevano vite così tragiche.
Le descrizioni
fisiche, almeno, sono molto attente; malgrado ciò, ho avuto
difficoltà a immaginare i personaggi.
Infine, lo stile
è semplice, e nonostante questo l'ho percepito pesante, noioso, per
niente coinvolgente. Ci sono dei picchi di emotività a volte anche
improvvisi, ammetto che mi sono commossa più di una volta "a
sorpresa", ma sono appunto solo dei picchi sporadici in un ECG
piatto.
Considerata anche la
mia età, mi sa che i romanzi YA non fanno più per me (anche se ce
n'è qualcuno che continuo ad amare). Posso consigliare questo libro
solo a degli adolescenti, ma anche a loro direi che, comunque, ce ne
sono di migliori.
The Hate U Give
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