Titolo: Circe
Autore: Madeline Miller
Traduttore: M. Magrì
Copertina flessibile: 411 pagine
Editore: Sonzogno (2019)
Prezzo: 16,15 €
Dopo La canzone di Achille (che mi era alquanto piaciuto, come ho scritto qui), ho voluto leggere anche Circe, che ha confermato la mia opinione positiva su Madeline Miller.
Come si può dedurre dal titolo, anche in questo caso l'autrice ha approfondito la storia di un personaggio mitologico, la maga Circe, figura interessante e degnata in genere di ben poca attenzione.
Alcuni temi:
- Divinità vs umanità. Nonostante Circe sia una dea, è l'unica con tratti umani, a partire dalla voce, ma anche relativamente ai sentimenti, all'opinione di sé e alle sue scelte. L'autrice mette bene in chiaro che essere dèi non è sempre un vantaggio, e soprattutto attribuisce agli dèi i peggiori difetti umani, esasperandoli. Insomma, questi dèi vengono adorati, ma non c'è una vera ragione per farlo.
- Magia – dato che la protagonista è appunto una maga – ma anche, più genericamente, potere e vendetta.
- Solitudine. Da una parte il dolore del non avere nessuno, dall'altra però anche la libertà e il trovare sé stessi lontano dagli altri, che spesso sono tossici.
- Pregiudizi. Circe viene esiliata e conduce la sua vita in solitudine quasi totale sull'isola di Eea, e più volte sottolinea come l'opinione degli altri debba essere per questo negativa nei suoi confronti. Insomma, perfino una dea viene considerata una povera, vecchia zitella, nonché una donna di ben scarso valore se non genera figli.
- Amore. Nonostante tutto c'è anche quello. Circe ama poche persone nel corso della sua lunghissima vita, e di solito sono amori tragici. Ma ci sono.
I personaggi del romanzo sono perlopiù negativi. Sono quasi tutti degli stronzi, sia dèi che umani, abusano del proprio potere, sono vanitosi e presuntuosi, falsi e superficiali, vendicativi e si fanno i dispetti per divertimento.
Fa eccezione la stessa Circe, tanto che ci si chiede come e perché lei sia venuta su così diversa da tutti gli altri. È un personaggio ben fatto, molto umano, i cui sentimenti sono chiari in ogni momento, che siano positivi o negativi. Si percepisce la pesantezza che ha nel cuore, l'angoscia della sua solitudine. L'ho molto amata, soprattutto nelle sue vendette contro i naufraghi che approdano sulla sua isola.
Ho apprezzato anche il personaggio di Telemaco, saggio e "noioso", come si definisce lui stesso, ma assennato e affidabile.
Per quanto riguarda lo stile, anche qui come nella Canzone di Achille ho trovato qualche termine volgare fuori luogo rispetto all'ambientazione ma, detto questo, la scrittura è molto scorrevole e, anche se il libro è piuttosto lungo, si legge con facilità.
Le descrizioni non mi sono risultate sempre chiare, ho trovato alcune immagini piuttosto confuse e non sono riuscita a visualizzarle come si deve; altre però sono molto belle ed efficaci, e ho apprezzato in particolare quelle relative alla natura: piante, erbe, animali, tutto l'ambiente dell'isola e le risorse naturali cui Circe attinge per le sue pozioni magiche.
In definitiva direi che Circe è decisamente una lettura piacevole, ottima per approfondire la conoscenza di questo personaggio, tenendo però bene a mente che l'autrice non ha certo risparmiato la fantasia.
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