Titolo: Il miglio verde
Autore: Stephen King
Traduttore: T. Dobner
Copertina flessibile: 556 pagine
Editore: Sperling & Kupfer (2013)
Prezzo: 10,11 €
Erano anni che volevo leggere Il miglio verde di Stephen King ma ho sempre rimandato, chissà perché. Finalmente mi sono decisa e mi è piaciuto un sacco.
Ecco i temi:
- Pena di morte. Prigione. Condannati a morte. Sedia elettrica.
- Violenza, sadismo, abuso di potere, omicidio, che non sono solo le cause per cui i detenuti sono stati condannati, ma anche dei comportamenti ricorrenti all'interno della prigione. Anche tra le guardie, cioè.
- Colpa, pentimento, dolore, pietà. Si finisce per simpatizzare e provare pietà per i detenuti, anche se sono degli assassini. (Alcuni li si odia e basta, però.)
- Razzismo. John Coffey, uno dei detenuti e dei personaggi più importanti, è stato accusato e rinchiuso in larga parte perché nero.
I personaggi del romanzo sono ottimi, descritti in maniera molto minuziosa e ben caratterizzati, sempre chiari in ogni loro atteggiamento, tanto da – come ho detto – suscitare pietà pur essendo criminali. Perfino il topo e i personaggi minori sono ben costruiti.
Una delle guardie, Percy, è un personaggio orribile (forse perfino peggio nel film), uno psicopatico sadico e senza pietà, ma è soprattutto irritante, di quelli che prenderesti a pugni in bocca. Come dico sempre, i personaggi negativi sono di solito quelli che riescono meglio (agli autori bravi).
Il più notevole comunque resta John Coffey, un bellissimo personaggio, ben approfondito e saggio nonostante la sua scarsa cultura e intelligenza, pieno di un dolore che passa anche al lettore.
In quanto a stile, King per me è una garanzia. Riesce sempre a prendermi, la sua scrittura è molto scorrevole ma non per questo poco curata, anzi le parole sono sempre ben scelte e il linguaggio molto efficace. Tuttavia in questo libro l'ho trovato un po' troppo "pacato", meno accattivante rispetto ai suoi standard, almeno fino a un certo punto. Nella seconda metà si riprende e ha cominciato a coinvolgermi sempre di più.
Le descrizioni mi hanno un po' confuso: alcune sono ottime, molto chiare, perfino impressionanti, sia da un punto di vista materiale che emotivo; altre invece mi sono sembrate poco efficaci, anche in momenti clou della trama. In ogni caso, man mano che ci si avvicina alla fine, diventa sempre più coinvolgente e commovente.
Il miglio verde mi è piaciuto parecchio, e credo possa soddisfare un po' i gusti di tutti. Lo consiglio senza dubbio.
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