Titolo: I Miserabili
Autore: Victor Hugo
Traduttore: M. Picchi
Copertina flessibile: 1353 pagine (2 volumi)
Editore: Einaudi (2014)
Prezzo: 21,25 €
I Miserabili di Victor Hugo è un romanzo meraviglioso e immenso, in tutti i sensi. È lunghissimo e richiede molto tempo e impegno, e poi c'è dentro di tutto.
Come ho detto in altre occasioni, amo Hugo e mi sono piaciuti tutti i suoi libri che ho letto. I Miserabili è, ripeto, bellissimo anche lui, ma mi ha messo a dura prova.
Come faccio a elencarvi tutti i temi? Cercherò di dividerli in macroaree ma risulterà comunque un'accozzaglia, e in più dovrò tralasciarne molti.
- Denaro. È un romanzo sociale, quindi troviamo i ricchi da una parte e i poveri dall'altra. I poveri sono più onesti e più generosi dei ricchi.
- Storia. È anche un romanzo storico, ed è pieno di veri e propri trattati storici e politici, guerra, rivoluzione e così via.
- Morale. Hugo è decisamente moralista e tende a "rimproverare" spesso i personaggi e, indirettamente, i lettori. Qui troviamo molti criminali, ma anche personaggi perbene e retti che però hanno comportamenti discutibili. La giustizia è veramente giusta? La legge è efficiente? La coscienza può diventare cattiveria? Compiere il proprio dovere è sempre corretto e umano? Un criminale resta un criminale anche se passa letteralmente tutta la vita a espiare le sue colpe? ...
- Fede e religione. Altruismo, sacrificio, umiltà, (in)gratitudine, tutte cose in qualche modo collegate alla fede, non tanto a tratti caratteriali.
- Amore. Che sia quello romantico – qui molto sdolcinato e stucchevole – o la pietà per gli altri esseri umani. Un amore molto realistico, fatto anche di egoismo e gelosia folli, e poi il dolore, la disperazione, e d'altra parte la felicità autentica; tutto dipende dall'amore.
E va be', mi fermo qui.
I personaggi sono fantastici, le descrizioni pazzesche (soprattutto quelle dei cattivi) e la caratterizzazione impeccabile. Gli atteggiamenti dei bambini, i comportamenti e le emozioni di cui nemmeno loro stessi sono consapevoli, tutto viene servito al lettore nel modo più chiaro e più bello possibile. Anche i personaggi minori sono vivi e ben distinti l'uno dall'altro; l'aspetto, le parole e i gesti di ognuno di loro sono unici e riconoscibili.
Tra i personaggi principali e meglio riusciti citerei:
- Fantine, che subisce una metamorfosi straziante, che lacera il cuore proprio perché è descritta così bene.
- Javert. Un personaggio di un'antipatia inenarrabile, viene voglia di sputargli in faccia e strangolarlo nonostante faccia "solo il suo dovere". È un personaggio riuscitissimo proprio nel suo essere così rigido, inflessibile, ossessivo, e anche il modo in cui vanno a finire le cose per lui è perfettamente calzante.
- Ovviamente Jean Valjean, protagonista assoluto della storia, un personaggio meraviglioso, complesso e contraddittorio, a volte poco credibile perché la sua bontà è davvero eccessiva. Ma il suo tormento è tangibile e i suoi sentimenti profondamente umani, il suo amore per Cosette egoista ai limiti del disgustoso ma proprio per questo così umano. E in ogni caso l'egoismo non dura a lungo.
Lo stile di Victor Hugo per me è bellissimo, sono troppo di parte. Le descrizioni, come già detto a proposito dei personaggi, sono spettacolari, terribili le immagini di morte (qui come in altri suoi romanzi), con similitudini che le rendono ancora più inquietanti. I dialoghi sono realistici, a volte anche molto profondi e filosofici; non tollero altrettanto bene invece i lunghi monologhi istrionici di alcuni personaggi, per me molto noiosi.
La scrittura è ricca ma anche scorrevole, in particolare ho sempre apprezzato, di Hugo, il modo in cui descrive e rappresenta (e trasmette, ahimè) il dolore e la disperazione. Molte frasi sono dense di significato nonostante la brevità, spesso i concetti sono espressi in modo conciso e lapidario, terribile e molto efficace. Ho trovato bellissimi i finali di tutti i suoi romanzi.
Ma vi dirò anche i difetti:
- Le parti storiche e politiche. Non solo perché a me personalmente non interessano, ma anche perché interrompono il flusso della trama. Distraggono. Se volete saperlo, io le ho proprio saltate. Va bene un po' di contesto, ma insomma! Voglio seguire le vicende dei personaggi, per la storia ci sono i libri appositi.
- Hugo a volte è davvero troppo, troppo prolisso. Soprattutto in questo libro, che infatti è lunghissimo.
- Spesso descrive una scena, magari anche lungamente, senza dire di chi sta parlando se non alla fine, il che può essere efficace, incuriosire (anche se in molti casi si capisce comunque chi è il personaggio), ma alla lunga può anche infastidire.
- Infine, questa edizione è molto bella ma ho trovato degli errori anche banali, e alcune piccole cose della traduzione non mi hanno convinta.
Penso di aver detto abbastanza. Ovviamente I Miserabili è uno di quei libri che vanno letti per forza, che ve lo dico a fare.
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