NOTRE-DAME DE PARIS – Victor Hugo

Notre-Dame de Paris - Victor Hugo
Titolo: Notre-Dame de Paris
Autore: Victor Hugo
Traduttore: R. Reim
Copertina rigida: 416 pagine
Editore: Newton Compton (2016)
Prezzo: 4,90 €

Come ho già detto altrove, adoro Victor Hugo, e Notre-Dame de Paris è per me il suo romanzo più bello, nonché uno dei miei preferiti in assoluto.
I temi sono tantissimi, quindi vi elenco solo quelli più rilevanti:
  • Fatalità. È da questa parola che parte il romanzo, e tutta la trama è regolata dalla fatalità, o se preferite dal destino, dalle coincidenze, dalla serendipità.
  • Società. Come in tutti i romanzi di Hugo, anche qui abbiamo un bel ritratto della società, e in particolare la rappresentazione del contrasto tra ricchezza e povertà. Ampio spazio è dato anche qui ai miserabili, gli scarti della società, e questo significa che tra i temi ci sono anche corruzione, rifiuto sociale, pregiudizi, così come il potere e la manipolazione (soprattutto dei ricchi a danno dei poveri, ma non solo).
  • Amore. In altri libri dell'autore troviamo spesso un amore romantico, puro fino all'inverosimile, mentre qui l'amore è molto presente ma è perverso, possessivo, contaminato da una gelosia malata, oppure è idealizzato e fondato sul nulla. Insomma di amore vero ce n'è poco (presente solo in Quasimodo).
Tra gli altri temi: pena di morte (siamo nella Parigi medievale), pietà, amicizia, scienza e stregoneria.

I personaggi sono descritti con cura e risultano molto chiari nei loro sentimenti, nelle loro espressioni, nel modo di parlare e nelle movenze.
Claude Frollo è un personaggio riuscitissimo ma disgustoso, non esagero se lo definisco un pervertito "ammucciato" (nascosto, sotto mentite spoglie, NdR) e un sadico che abusa del suo potere. Ma proprio per questo è molto, troppo umano. Hugo ha il potere di rendere umani i suoi personaggi attraverso i sentimenti più abietti, come Jean Valjean nei Miserabili.
Quasimodo è descritto alla perfezione sia nell'aspetto che nel suo mondo interiore, e ne viene tracciata l'evoluzione e la crescita anche attraverso la sua storia. Odiato da tutti, ha in realtà il carattere migliore e i sentimenti più puri e genuini tra tutti i personaggi.
Esmeralda è forse la più inverosimile a causa della sua bontà e pietà eccessive, comunque temperate da un lato presuntuoso, ingrato e anche stupido.
Infine, Phoebus è un "eroe maschile" davvero miserevole, e dell'eroe ha infatti solo l'aspetto perché è bello. Il vero eroe è ovviamente Quasimodo, che però è brutto.

Nello stile di Hugo è tutto bellissimo.
Le descrizioni sono lunghe (qb) e dettagliate e, soprattutto nella prima parte, il lettore viene proprio preso per mano e condotto nei luoghi di cui si parla, accompagnato a visitarli. Non mancano descrizioni strazianti di sentimenti dolorosi, caratteristiche dell'autore, né quelle raccapriccianti di certi avvenimenti.
Dialoghi e monologhi sono caratterizzanti, a volte ripetitivi, perché alcuni personaggi tendono a essere ossessivi. La scrittura è molto ricca e bella, ma allo stesso tempo scorrevole e coinvolgente. Mancano i periodi lapidari che troviamo invece in alcune parti dei Miserabili e dell'Uomo che ride.
Come al solito ci sono luuuuuunghe digressioni storiche a interrompere la trama. Era un vizio del buon Hugo, ma mentre io le odio c'è un sacco di gente che le apprezza, quindi fate voi. Io continuo a saltarle del tutto.
Il finale è il più bello che abbia mai letto in un romanzo.
Insomma, leggete Notre-Dame de Paris, avete davvero bisogno che ve lo dica io?

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