Titolo: Variazioni su un tema originale
Autore: André Aciman
Traduttore: V. Bastia
Copertina flessibile: 293 pagine
Editore: Guanda (2018)
Prezzo: 11,05 €
Dopo la meraviglia di Chiamami col tuo nome, con Variazioni su un tema originale André Aciman mi ha deluso enormemente.
Questo romanzo è più una raccolta di racconti, anche se ognuno è una tappa nella vita sentimentale della stessa persona, il protagonista Paolo, e di conseguenza anche molti altri personaggi sono più o meno onnipresenti, dato che fanno parte della sua vita.
Il primo racconto è quello che mi è piaciuto di più, anche perché ricorda appunto Chiamami col tuo nome nelle atmosfere e nelle sensazioni, nella nostalgia, ma anche in alcuni elementi che sembrano proprio presi in prestito da lì. Sembra una brutta copia (a tratti inquietante, considerato anche che Paolo ha solo 12 anni) della stessa storia.
Il tema non è affatto originale come il titolo promette, perché è quello dell'amore (o presunto tale), appunto nelle sue variazioni, quindi troviamo l'idealizzazione del primo amore, l'intimità, la proiezione e la paranoia, i sospetti, il desiderio (che non è amore ma viene spacciato per tale), il tradimento.
I personaggi sono forse il grande difetto di questo libro, a partire da Paolo che è veramente insopportabile.
Le descrizioni fisiche sono troppo povere, a parte quelle di alcuni corpi che lui fissa con lascivia, ma anche i caratteri lasciano a desiderare. Paolo non ne ha. Non sa quello che vuole o, meglio, lo sa finché non lo ottiene; arrivato a quel punto vuole qualcos'altro (o qualcun altro, per essere più precisi). In pratica è una successione di desideri – con relativo struggimento – che a un certo punto vengono soddisfatti e quindi sostituiti, perché in realtà sono solo capricci. Perché vengano soddisfatti non si capisce, dato che un rammollito del genere non dovrebbe risultare attraente a nessuno.
Gli altri personaggi sono pure presuntuosi e pretenziosi. Paolo ne parla come di persone con cui ha una chimica e un'intesa praticamente immediate, che capiscono i suoi pensieri con un solo sguardo e che amano ripetergli "lo so che è questo che vuoi/pensi/provi", e lui, invece di prenderli a schiaffi o ridergli in faccia, dà loro ragione.
(Come ho detto, il primo racconto fa un po' eccezione rispetto agli altri, e i personaggi risultano anche piuttosto chiari, ben definiti e anche un po' perversi.)
Per quanto riguarda lo stile, il primo racconto è evocativo, malinconico e trasmette quelle sensazioni nostalgiche presenti anche in Chiamami col tuo nome, e in generale direi che è ben scritto: descrizioni struggenti di sentimenti e sensazioni, emozioni e pensieri; dialoghi credibili.
Negli altri invece la scrittura risulta asettica, vorrebbe continuare a essere evocativa ma a dire il vero sembra di leggere la lista della spesa, un noioso elenco di fatti e pensieri. Le descrizioni sono chiare ma non sentite, i dialoghi sono scambi di informazioni irrilevanti.
Mi rendo conto che dovrei valutare il libro come autonomo, senza fare paragoni, ma la verità è che l'unico motivo per cui ho voluto leggere di nuovo Aciman è proprio Chiamami col tuo nome, perciò il confronto non lo posso evitare. In ogni caso, fosse stato anche di un altro autore, Variazioni su un tema originale non mi sarebbe piaciuto. Non troverei un motivo per consigliarlo nemmeno se lo cercassi.
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