MUSICA – Yukio Mishima

Musica, Yukio Mishima
Titolo: Musica
Autore: Yukio Mishima
Traduttore: E. Ciccarella
Copertina flessibile: 208 pagine
Editore: Feltrinelli (2013)
Prezzo online: 7,65 €

Musica è il primo libro che ho letto di Yukio Mishima e, a essere sincera, sono rimasta delusa. In generale ho un rapporto difficile con gli autori giapponesi, a quanto pare.
I temi di questo romanzo sono interessanti, ed è il motivo per cui ho deciso di leggerlo (e quello per cui mi sento attratta anche da altri libri dell'autore).
I più importanti:
  • Sessualità, rapporto tra corpo e psiche. La musica del titolo è infatti una metafora dell'orgasmo, che la protagonista Reiko non riesce a "sentire". La trama del romanzo è costituita dall'indagine psicologica di questo suo problema.
  • Isteria. Presumibilmente, il disturbo di cui soffre Reiko e di cui vengono spiegati diversi sintomi.
  • Psicoterapia e sua presunta efficacia (per non dire miracolosità). Dal mio punto di vista è piuttosto irritante (in questo come in altri romanzi): la terapia non fa miracoli, soprattutto non in tempi così rapidi. Grazie al cielo lo psicanalista di turno, nonostante la sua presunzione, riconosce più volte i suoi fallimenti.

I personaggi di Musica, come quelli di tutti i romanzi giapponesi che ho letto (mi dispiace fare questo confronto, ma sorge spontaneo), sono descritti in maniera discreta ma non ben caratterizzati. Le loro personalità vengono raccontate, ma non si percepiscono, non si vedono nei loro gesti; le loro emozioni (che pure sarebbero in questo caso molte e forti) non si sentono.
Il dottore ha gli stessi tratti caratteriali che, purtroppo, ho riscontrato in altri terapeuti, sia nella letteratura che nella realtà: presunzione, vanità, narcisismo. Il suo atteggiamento è insopportabile, le sue azioni e i suoi pensieri sono tali che io lo farei radiare dall'albo. Anche quando ha delle illuminazioni interessanti sembra che gli piovano dal cielo, lui stesso ammette che sono casuali. Bah.

Riguardo allo stile, all'inizio mi è parso diverso da quello – per dire – di Murakami o della Yoshimoto: quella sorta di calma pseudo poetica era assente, ma nel complesso non mi ha convinto lo stesso. Non c'è niente di notevole, se non qualche eccesso nella connotazione di cose inutili. Le descrizioni sono discrete, ma questo non basta a fare uno stile degno di attenzione. Inoltre il libro, che pure è abbastanza breve, mi è sembrato tirato un po' troppo per le lunghe. L'idea di base poteva essere molto interessante, ma non mi ha soddisfatto il modo in cui è stata sviluppata, soprattutto nella seconda metà. In definitiva mi ha annoiato.
Non è un libro che mi sento di consigliare, a meno che non vi interessino in modo particolare gli argomenti che tratta.

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