UN INCANTEVOLE APRILE – Elizabeth von Arnim

Un incantevole aprile, Elizabeth von Arnim
Titolo: Un incantevole aprile
Autore: Elizabeth von Arnim
Traduttore: S. Terziani
Copertina flessibile: 287 pagine
Editore: Fazi (30 marzo 2017)
Prezzo online: 11,25 €

Un incantevole aprile di Elizabeth von Arnim è davvero un romanzo delizioso. Se dovessi descriverlo con un aggettivo lo definirei riposante. Una lettura ottima per staccare dalla realtà e lasciarsi trasportare in atmosfere che restituiscono la pace dei sensi.
Il distacco dalla realtà, con annessa ricerca della pace, è anche il motore che avvia la storia: le quattro protagoniste decidono di scambiare per un mese le loro vite insoddisfacenti per una vacanza in Italia, nel relax più totale e lontane da tutto. Ho trovato molto bella e delicata la maniera in cui l'autrice mostra come, nel distacco dalla stessa, la realtà si ritrovi rinnovata.
Altri temi fondamentali:
  • Amore e amicizia. È infatti grazie a essi che i personaggi ritrovano la pace e il senso delle loro vite. Sarà pure banale, ma chi può negare l'importanza delle relazioni? Sono addirittura determinanti per il nostro modo di essere e il nostro stato d'animo. A volte basta un solo gesto o una parola da qualcuno che amiamo per cambiare la nostra giornata.
  • Il decoro e l'etichetta. Gran parte del romanzo mette in luce la contrapposizione tra la spontaneità e la rigidità di certe tradizioni o della religione.
  • Matrimonio e famiglia, e come entrambi – istituzioni ufficialmente positive – possano essere dei grossi limiti se tenuti in piedi solo dall'abitudine e dal dovere, e non invece da veri sentimenti.
  • La bellezza. Delle persone, dell'ambiente, dei fiori. (E del romanzo stesso.) Il suo effetto sullo stato d'animo di chi vi assiste.

I personaggi di Un incantevole aprile sono adorabili. Sono descritti in maniera molto precisa e ben caratterizzati, forse un po' stereotipati all'inizio, ma subiscono tutti un'evoluzione nel corso della storia, evoluzione resa anch'essa con delicatezza. Non solo i caratteri, ma le intenzioni di ognuno di loro sono sempre molto chiare.
Quella che non mi ha convinta del tutto è Caroline: in lei il cambiamento è quasi solo accennato, alla fine del romanzo si percepisce una svolta ma non viene trattata con la stessa intensità delle altre. Rose, invece, è un personaggio struggente con la sua fame insaziabile d'amore, l'ho adorata.

Anche lo stile è apprezzabile: descrizioni bellissime riescono a rendere alla perfezione le atmosfere, i colori, perfino i profumi: sembra di sentirli davvero. I fiori sono onnipresenti, in diverse varietà, e l'autrice non manca mai di farli notare, di rendere il lettore partecipe della loro presenza e della loro esplosione, del loro arricchire ogni ambiente. Ho apprezzato molto questo aspetto, che contribuisce al senso di pace e di bellezza che il romanzo trasmette.
La scrittura in generale è molto scorrevole e "calma", scusate se mi ripeto ma tutto nel libro mi ha comunicato questa sensazione di riposo e tranquillità (mai di noia). È anche divertente a tratti, mi ha fatto sorridere spesso con la sua lieve ironia.
A essere sincera non ho trovato grandi spunti di riflessione, però è un libro che vale la pena di leggere semplicemente per la sua bellezza.

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VIA DALLA PAZZA FOLLA – Thomas Hardy

Via dalla pazza folla, Thomas Hardy
Titolo: Via dalla pazza folla
Autore: Thomas Hardy
Traduttore: P. Jahier, M. Rissler Stoneman
Copertina flessibile: 458 pagine
Editore: Garzanti (21 giugno 2002)
Prezzo online: 11,47 €

Dunque. Via dalla pazza folla di Thomas Hardy non ha certo bisogno di essere da me presentato o commentato, dato che si tratta di un capolavoro della letteratura. Eppure a me non è piaciuto. Niente di strano.
Sinceramente l'ho trovato un po' vuoto, a partire dai temi:

  • Amore e matrimonio, gelosie e compagnia bella. In sintesi si tratta di una lunga storia in cui Bathsheba, fondamentalmente, deve scegliere chi sposare tra i suoi tre principali spasimanti. Dico "principali" perché nel frattempo anche tutti gli altri uomini della terra si innamorano di lei.
  • Lavoro ed economia. Il tutto è ambientato nei campi, nella natura, tra raccolti e allevamenti, proprietari terrieri, fattori e così via. Qualcuno deve pur occuparsi di ricavarne qualcosa.
  • Differenze sociali e denaro. Hanno un ruolo molto importante nella storia e nelle scelte dei personaggi, ahimè.

I personaggi sono descritti meravigliosamente. Il libro inizia proprio con la descrizione fisica di Gabriel Oak, che è davvero dettagliata e permette di farsi un'immagine molto precisa del personaggio. Anche pensieri ed emozioni vengono trasmessi con precisione; nonostante ciò la caratterizzazione dei personaggi non mi ha colpito molto. Con qualche piccola eccezione grazie agli eccessi di un paio di personaggi, per il resto sono dei cliché. Mi sono sembrati tutti uguali e piuttosto antipatici e subdoli, a parte Oak. Bathsheba viene spacciata per una personalità forte ma in realtà non c'è niente di notevole in nessuno dei suoi comportamenti.

Riguardo allo stile, il libro è scritto molto bene, la prosa è ricca e articolata (e pesante), le descrizioni – come ho già detto per i personaggi – sono bellissime ed efficaci, in particolare ho amato quella del temporale. Tuttavia il romanzo non mi ha proprio catturato. C'è da dire che io ho letto una traduzione antiquata, con tutti i nomi tradotti in italiano e anche piena di errori, con la punteggiatura usata a caso. Inoltre, durante la lettura non riuscivo a fare a meno di distrarmi e, diciamolo chiaramente, annoiarmi. Trovo che si dilunghi spesso su dialoghi e fatti inutili ai fini della storia.
Ho letto solo Tess dei D'Urberville e questo, ma penso di poter dire che Hardy non fa per me. E mi dispiace, perché sono comunque in grado di riconoscere il suo valore.
Direi che consiglio senza dubbio di leggere Via dalla pazza folla perché è innegabilmente un buon libro, ma purtroppo non ha soddisfatto il mio gusto personale.

VOX – Christina Dalcher

Vox, Christina Dalcher
Titolo: Vox
Autore: Christina Dalcher
Traduttore: B. Ronca
Copertina rigida: 416 pagine
Editore: Nord (6 settembre 2018)
Prezzo online: 16,15 €

Vox di Christina Dalcher non è certo un capolavoro, però ha decisamente un suo perché. Facciamo così:

COMMENTO TECNICO
Il libro è una scopiazzatura del Racconto dell'ancella (già recensito qui), ma è ancora più terribile perché in questo caso le donne, oltre a perdere la libertà di scelta, perdono anche il diritto di parola, e in più non vengono messe al servizio di sconosciuti, ma devono subire il tutto all'interno delle loro stesse famiglie, sopportare mariti e figli che si trasformano in mostri senza nemmeno poter spaccare loro la faccia come sarebbe opportuno, anzi accettando pure la responsabilità di averli messi al mondo.
I temi del romanzo hanno a che fare con differenze di genere, ruoli sociali e stereotipi. Degli stereotipi, in realtà, è vittima anche l'autrice stessa perché, se da una parte vorrebbe denunciare la discriminazione come una cosa – ovviamente – negativa, dall'altra ha riempito il libro di giudizi e commenti su come dovrebbe essere un vero uomo e perfino sulle abitudini e i modi di fare/essere degli Italiani.
I personaggi non hanno nessuna qualità di rilievo, e lo stesso vale anche per lo stile.
Insomma, tecnicamente Vox non è un libro di valore e, basandomi su criteri oggettivi, lo boccerei senza dubbio (o quantomeno abbasserei di molto il prezzo).

COMMENTO EMOTIVO E SOGGETTIVO
Nonostante tutto, Christina Dalcher è riuscita a rendere la trama interessante e trascinante e soprattutto a suscitarmi forti emozioni. Rabbia, in particolare. Ma anche tristezza e disperazione.
La lettura di questo romanzo è stata un pugno allo stomaco, forse anche perché sono una catastrofista convinta che tutto quello che Vox descrive potrebbe succedere sul serio da un momento all'altro.
Ho visto i personaggi maschili godere dei loro privilegi. Ho visto il loro non essere affatto superiori alle donne: sono anzi delle nullità, ma è proprio questa la parte spaventosa. Nel loro essere nullità, hanno bisogno di zittire le donne per autoconferirsi un valore che non hanno. Le donne (nel romanzo come anche nella vita) non sono affatto inferiori agli uomini ma – proprio per questo – sono scomode, e annullarle è l'unica strategia possibile, da parte degli uomini, per sentirsi migliori di quello che sono.
Ritengo che un uomo leggerebbe questo libro senza provare nemmeno un decimo della rabbia che ho provato io, e questo mi fa arrabbiare ancora di più. Magari nessun padre sarebbe contento di impedire alle proprie bambine di imparare a parlare, ma sono convinta che buona parte degli uomini sarebbe invece più che felice di zittire le proprie mogli. Scusate se sono così negativa, ma in questo momento odio tutti.

Detto questo, Vox è un libro che vale la pena di leggere e lo trovate qui: https://amzn.to/2pCsymE

NON IMPORTA (I Melrose 1) – Edward St Aubyn

Non importa, I Melrose, Edward St Aubyn
Titolo: Non importa
Autore: Edward St Aubyn
Traduttore: Luca Briasco
Editore: Neri Pozza (13 giugno 2018)
Prezzo online: 2,99 € (ebook)

Avendo intenzione di guardare la serie, avrei voluto prima leggere tutta la saga dei Melrose di Edward St Aubyn, invece ho letto solo Non importa e non credo leggerò mai gli altri.
Non c'è una vera trama (almeno in questo singolo libro; immagino si sviluppi meglio nel corso dell'intera saga), ma più che altro l'autore si concentra sui rapporti tra i personaggi. Parliamo piuttosto dei temi:
  • Perversione e potere. Se dovessi dire di che cosa parla questo libro direi semplicemente questo, che racconta una società perversa. Quasi tutti i personaggi sono odiosi, in particolare David, da prendere davvero a pugni e sprangate in faccia.
  • Famiglia ed educazione. Entrambe cose contaminate dalla perversione di cui sopra, comunque. In questo libro tutti i rapporti tra le persone (forse con un'unica eccezione) sono malati e nocivi.
  • Amore (?). Ce n'è ben poco, ma ogni tanto si intravede.
  • Traumi infantili. Va be', diciamo che tutti i temi sono le naturali conseguenze del primo, quindi posso anche fermarmi qui. Ho trovato però interessanti alcune riflessioni sulla psicologia e i suoi difetti (e la sua inutilità).

I personaggi del romanzo sono a modo loro ottimi. In generale il libro è scritto molto bene, e anche i personaggi sono ben indagati, descritti minuziosamente anche attraverso similitudini molto efficaci, e caratterizzati a sufficienza per risultare autentici. Le loro emozioni sono sempre chiare. Ma sono delle persone orribili, quindi non posso dire che mi siano piaciuti. In particolare David Melrose, il capofamiglia, è un essere disgustoso e inquietante che fa accendere nella mia testa mille insegne luminose con la scritta PERICOLO.
Ho apprezzato invece Anne, forse l'unico personaggio con un minimo di umanità e sale in zucca.

Lo stile è impeccabile. Come ho detto, il romanzo è scritto molto bene, me ne sono accorta sin dalle prime righe e questa è una cosa che apprezzo sempre. Le descrizioni sono molto precise, la scrittura è scorrevole ma elegante e complessa qb. La scelta delle parole e la costruzione delle frasi mi hanno decisamente convinta.
Non posso dare un giudizio negativo su questo libro: è scritto bene e ha un suo perché, è una buona lettura, ma purtroppo non ha soddisfatto il mio gusto personale. Per vedere persone schifose mi basta guardarmi intorno.

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