NEVE – Maxence Fermine

neve maxence fermine
Titolo: Neve
Autore: Maxence Fermine
Traduttore: S.C. Perroni
Copertina flessibile: 111 pagine
Editore: Bompiani (24 novembre 1999)
Prezzo online: 9,35 €

Voto: ***½

Maxence Fermine è stato uno dei miei scrittori preferiti quando ero giovane, e Neve è il suo romanzo più famoso. Se dovessi usare un aggettivo per descriverlo direi che è bianco. Non solo per la copertina candida, ma perché Neve non è solo un titolo, è la sensazione che ogni pagina trasmette: qualcosa di bianco che cade lieve.
Yuko, che appartiene a una famiglia di monaci e guerrieri, a diciassette anni decide di diventare poeta. Protagonista dei suoi haiku è sempre la neve, a tal punto che le sue opere non hanno colore, sono bellissime ma solo bianche. Intraprende perciò un viaggio per imparare dal vecchio maestro Soseki l'arte dei colori, e nel suo viaggio incontrerà una donna bellissima e candida che si chiama Neve e che cambierà la sua vita, come ha già cambiato quella di Soseki.
Neve parla di poesia, di amore e di morte, della ricerca di sé attraverso tutte queste cose. E di neve.

È una sorta di parabola, ricca di simboli più che di fatti, ed è anche molto breve. I personaggi non hanno quindi bisogno di essere caratterizzati, perché è importante quello che rappresentano. Perfino i nomi sono evocativi: Neve, Yuko (che in giapponese significa sempre neve), Fiocco di Primavera (un po' eccessivo, ma tant'è!). Ma forse il loro fascino sta proprio nel loro essere così vaghi e tratteggiati con tanta delicatezza. E poi trovo azzeccatissima l'ambientazione giapponese: mi immagino tutte queste persone con capelli nerissimi in mezzo al bianco della neve.

Lo stile di Maxence Fermine è conciso e molto poetico. Frasi brevi e delicate, capitoli anch'essi brevissimi e, del resto, il romanzo stesso si legge in meno di un'ora. È diviso in tre parti e c'è una storia dentro la storia: quella di Soseki che si intreccia con quella di Yuko.
Questo libro "è una poesia di un candore smagliante", che parla a sua volta di poesia. Anche la sua fine è un haiku, un ultimo tocco di bellezza come ciliegina sulla torta.
Se non conoscete l'autore, Neve è un ottimo primo approccio (anche se, lo dico sempre, il mio preferito è Il violino nero, di cui magari vi parlerò più in là).

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