RACCONTI DI PIETROBURGO – Nikolaj Gogol'

Titolo: Racconti di Pietroburgo
Autore: Nikolaj Gogol'
Traduttore: F. M. Mariano
Copertina flessibile: 224 pagine
Editore: Mondadori (1990)
Prezzo: 8 €

Avevo già letto i Racconti di Pietroburgo di Nikolaj Gogol' mille anni orsono, e me li ricordavo piuttosto leggeri e umoristici. Non so perché; stavolta mi hanno alquanto angosciato.
Diciamo che l'umorismo, o almeno un pizzico d'ironia, non manca, e si sfocia nel grottesco soprattutto con Il naso; comunque non sono certo raccontini scritti per divertire. Gogol' fa un ritratto della società pietroburghese non proprio positivo e tocca, tra gli altri, i seguenti temi:
  • Reputazione e tutto ciò che comporta. Come spesso nei classici russi e, in genere, in un certo tipo di società, la reputazione è tutto: ognuno è identificato da titoli, meriti, riconoscimenti, dal suo reddito e dal suo abbigliamento. E le donne dalla loro bellezza. Tuttavia l'apparenza inganna, e troviamo qui riferimenti a una sorta di legame tra ricchezza e corruzione da una parte e, dall'altra, povertà e disperazione, perdizione e angoscia (Il cappotto), ma anche serenità (Il ritratto). Per farla breve, i poveri non possono che essere vittime dei ricchi, o di chiunque stia più in alto nella gerarchia sociale. A proposito:
  • Politica, burocrazia e giustizia. Quest'ultima praticamente inesistente per i motivi di cui sopra.
  • Maschilismo e stereotipi (estesi anche al di là del genere). Anche questi sono temi ricorrenti nei classici russi, tanto che dovrei smetterla di menzionarli perché non sono neanche temi, sono semplicemente elementi costitutivi della società.
  • Arte e talento vs produrre per vendere (Il ritratto). Un tema attualissimo e a noi molto familiare, direi.
  • Pazzia.

Nei racconti non c'è mai molto spazio per l'indagine dei personaggi. Le descrizioni fisiche sono sufficienti, mentre la caratterizzazione è affidata, più che a gesti o comportamenti, alle storie dei personaggi, alle loro funzioni e ai loro mestieri, e soprattutto all'opinione che hanno di sé stessi.
Più che le loro personalità, ad essere rilevante è ciò che suscitano negli altri, il timore che incutono grazie alla loro importanza sociale, il rispetto che ottengono; ma sempre grazie alla loro posizione, non tanto a loro reali qualità. Un mondo molto triste, insomma, ma anche molto verosimile e vicino al nostro.

Lo stile è ineccepibile. Se c'è una cosa innegabile riguardo ad autori così importanti, è che senza dubbio sapevano scrivere. La scrittura è infatti bellissima, molto ricercata e raffinata, anche dove i contenuti non sono così elevati.
Ho trovato un po' noioso solo Il ritratto, che pure poteva essere molto interessante in quanto a trama, ma ho avuto la sensazione che si dilungasse troppo e inutilmente.
L'autore ironizza sull'assurdità dei temi scelti, come se non stesse parlando di sé stesso e, a volte, alla fine di un racconto, lo commenta quasi come se non riuscisse a spiegarsi quella scelta assurda.
Senza alcun dubbio ritengo questa lettura più che valida e, soprattutto se non conoscete Gogol', vi consiglio di leggere questa raccolta piuttosto che il suo celebre Le anime morte, per dire.

Qui trovate un bel po' di edizioni dei Racconti: https://amzn.to/3jgZvQ0

Nessun commento:

Posta un commento