I MISERABILI – Victor Hugo

I Miserabili - Victor Hugo
Titolo: I Miserabili
Autore: Victor Hugo
Traduttore: M. Picchi
Copertina flessibile: 1353 pagine (2 volumi)
Editore: Einaudi (2014)
Prezzo: 21,25 €

I Miserabili di Victor Hugo è un romanzo meraviglioso e immenso, in tutti i sensi. È lunghissimo e richiede molto tempo e impegno, e poi c'è dentro di tutto.
Come ho detto in altre occasioni, amo Hugo e mi sono piaciuti tutti i suoi libri che ho letto. I Miserabili è, ripeto, bellissimo anche lui, ma mi ha messo a dura prova.
Come faccio a elencarvi tutti i temi? Cercherò di dividerli in macroaree ma risulterà comunque un'accozzaglia, e in più dovrò tralasciarne molti.
  • Denaro. È un romanzo sociale, quindi troviamo i ricchi da una parte e i poveri dall'altra. I poveri sono più onesti e più generosi dei ricchi.
  • Storia. È anche un romanzo storico, ed è pieno di veri e propri trattati storici e politici, guerra, rivoluzione e così via.
  • Morale. Hugo è decisamente moralista e tende a "rimproverare" spesso i personaggi e, indirettamente, i lettori. Qui troviamo molti criminali, ma anche personaggi perbene e retti che però hanno comportamenti discutibili. La giustizia è veramente giusta? La legge è efficiente? La coscienza può diventare cattiveria? Compiere il proprio dovere è sempre corretto e umano? Un criminale resta un criminale anche se passa letteralmente tutta la vita a espiare le sue colpe? ...
  • Fede e religione. Altruismo, sacrificio, umiltà, (in)gratitudine, tutte cose in qualche modo collegate alla fede, non tanto a tratti caratteriali.
  • Amore. Che sia quello romantico – qui molto sdolcinato e stucchevole – o la pietà per gli altri esseri umani. Un amore molto realistico, fatto anche di egoismo e gelosia folli, e poi il dolore, la disperazione, e d'altra parte la felicità autentica; tutto dipende dall'amore.
E va be', mi fermo qui.

I personaggi sono fantastici, le descrizioni pazzesche (soprattutto quelle dei cattivi) e la caratterizzazione impeccabile. Gli atteggiamenti dei bambini, i comportamenti e le emozioni di cui nemmeno loro stessi sono consapevoli, tutto viene servito al lettore nel modo più chiaro e più bello possibile. Anche i personaggi minori sono vivi e ben distinti l'uno dall'altro; l'aspetto, le parole e i gesti di ognuno di loro sono unici e riconoscibili.
Tra i personaggi principali e meglio riusciti citerei:
  • Fantine, che subisce una metamorfosi straziante, che lacera il cuore proprio perché è descritta così bene.
  • Javert. Un personaggio di un'antipatia inenarrabile, viene voglia di sputargli in faccia e strangolarlo nonostante faccia "solo il suo dovere". È un personaggio riuscitissimo proprio nel suo essere così rigido, inflessibile, ossessivo, e anche il modo in cui vanno a finire le cose per lui è perfettamente calzante.
  • Ovviamente Jean Valjean, protagonista assoluto della storia, un personaggio meraviglioso, complesso e contraddittorio, a volte poco credibile perché la sua bontà è davvero eccessiva. Ma il suo tormento è tangibile e i suoi sentimenti profondamente umani, il suo amore per Cosette egoista ai limiti del disgustoso ma proprio per questo così umano. E in ogni caso l'egoismo non dura a lungo.

Lo stile di Victor Hugo per me è bellissimo, sono troppo di parte. Le descrizioni, come già detto a proposito dei personaggi, sono spettacolari, terribili le immagini di morte (qui come in altri suoi romanzi), con similitudini che le rendono ancora più inquietanti. I dialoghi sono realistici, a volte anche molto profondi e filosofici; non tollero altrettanto bene invece i lunghi monologhi istrionici di alcuni personaggi, per me molto noiosi.
La scrittura è ricca ma anche scorrevole, in particolare ho sempre apprezzato, di Hugo, il modo in cui descrive e rappresenta (e trasmette, ahimè) il dolore e la disperazione. Molte frasi sono dense di significato nonostante la brevità, spesso i concetti sono espressi in modo conciso e lapidario, terribile e molto efficace. Ho trovato bellissimi i finali di tutti i suoi romanzi.
Ma vi dirò anche i difetti:
  • Le parti storiche e politiche. Non solo perché a me personalmente non interessano, ma anche perché interrompono il flusso della trama. Distraggono. Se volete saperlo, io le ho proprio saltate. Va bene un po' di contesto, ma insomma! Voglio seguire le vicende dei personaggi, per la storia ci sono i libri appositi.
  • Hugo a volte è davvero troppo, troppo prolisso. Soprattutto in questo libro, che infatti è lunghissimo.
  • Spesso descrive una scena, magari anche lungamente, senza dire di chi sta parlando se non alla fine, il che può essere efficace, incuriosire (anche se in molti casi si capisce comunque chi è il personaggio), ma alla lunga può anche infastidire.
  • Infine, questa edizione è molto bella ma ho trovato degli errori anche banali, e alcune piccole cose della traduzione non mi hanno convinta.
Penso di aver detto abbastanza. Ovviamente I Miserabili è uno di quei libri che vanno letti per forza, che ve lo dico a fare.

Lo trovate qui: https://amzn.to/2kr0S4W

CIRCE – Madeline Miller

Circe - Madeline Miller
Titolo: Circe
Autore: Madeline Miller
Traduttore: M. Magrì
Copertina flessibile: 411 pagine
Editore: Sonzogno (2019)
Prezzo: 16,15 €

Dopo La canzone di Achille (che mi era alquanto piaciuto, come ho scritto qui), ho voluto leggere anche Circe, che ha confermato la mia opinione positiva su Madeline Miller.
Come si può dedurre dal titolo, anche in questo caso l'autrice ha approfondito la storia di un personaggio mitologico, la maga Circe, figura interessante e degnata in genere di ben poca attenzione.
Alcuni temi:
  • Divinità vs umanità. Nonostante Circe sia una dea, è l'unica con tratti umani, a partire dalla voce, ma anche relativamente ai sentimenti, all'opinione di sé e alle sue scelte. L'autrice mette bene in chiaro che essere dèi non è sempre un vantaggio, e soprattutto attribuisce agli dèi i peggiori difetti umani, esasperandoli. Insomma, questi dèi vengono adorati, ma non c'è una vera ragione per farlo.
  • Magia – dato che la protagonista è appunto una maga – ma anche, più genericamente, potere e vendetta.
  • Solitudine. Da una parte il dolore del non avere nessuno, dall'altra però anche la libertà e il trovare sé stessi lontano dagli altri, che spesso sono tossici.
  • Pregiudizi. Circe viene esiliata e conduce la sua vita in solitudine quasi totale sull'isola di Eea, e più volte sottolinea come l'opinione degli altri debba essere per questo negativa nei suoi confronti. Insomma, perfino una dea viene considerata una povera, vecchia zitella, nonché una donna di ben scarso valore se non genera figli.
  • Amore. Nonostante tutto c'è anche quello. Circe ama poche persone nel corso della sua lunghissima vita, e di solito sono amori tragici. Ma ci sono.

I personaggi del romanzo sono perlopiù negativi. Sono quasi tutti degli stronzi, sia dèi che umani, abusano del proprio potere, sono vanitosi e presuntuosi, falsi e superficiali, vendicativi e si fanno i dispetti per divertimento.
Fa eccezione la stessa Circe, tanto che ci si chiede come e perché lei sia venuta su così diversa da tutti gli altri. È un personaggio ben fatto, molto umano, i cui sentimenti sono chiari in ogni momento, che siano positivi o negativi. Si percepisce la pesantezza che ha nel cuore, l'angoscia della sua solitudine. L'ho molto amata, soprattutto nelle sue vendette contro i naufraghi che approdano sulla sua isola.
Ho apprezzato anche il personaggio di Telemaco, saggio e "noioso", come si definisce lui stesso, ma assennato e affidabile.

Per quanto riguarda lo stile, anche qui come nella Canzone di Achille ho trovato qualche termine volgare fuori luogo rispetto all'ambientazione ma, detto questo, la scrittura è molto scorrevole e, anche se il libro è piuttosto lungo, si legge con facilità.
Le descrizioni non mi sono risultate sempre chiare, ho trovato alcune immagini piuttosto confuse e non sono riuscita a visualizzarle come si deve; altre però sono molto belle ed efficaci, e ho apprezzato in particolare quelle relative alla natura: piante, erbe, animali, tutto l'ambiente dell'isola e le risorse naturali cui Circe attinge per le sue pozioni magiche.
In definitiva direi che Circe è decisamente una lettura piacevole, ottima per approfondire la conoscenza di questo personaggio, tenendo però bene a mente che l'autrice non ha certo risparmiato la fantasia.

Potete acquistarlo qui: https://amzn.to/2P9GVNe

NINFEE NERE – Michel Bussi

Ninfee nere - Michel Bussi
Titolo: Ninfee nere
Autore: Michel Bussi
Traduttore: A. Bracci Testasecca
Copertina flessibile: 394 pagine
Editore: E/O (2016)
Prezzo: 13,47 €

Okay, sono incontentabile, ma Ninfee Nere di Michel Bussi, per quanto mi sia piaciuto, non ha soddisfatto le mie aspettative. È una lettura molto piacevole e davvero coinvolgente, tanto più man mano che ci si avvicina alla fine; ma la mia mentalità purtroppo mi spinge a concentrarmi sempre su cosa non va e su quello che manca invece che sui lati positivi.
Si tratta di un giallo, perciò il fulcro della vicenda sono le indagini su dei misteriosi delitti, ma ci sono tanti altri temi, primo fra tutti l'arte – di Monet in particolare, ma non solo la sua – che permea tutto il romanzo e da cui il lettore si sente quasi risucchiato e imprigionato (in un modo bellissimo, non è una critica). E poi un potpourri di amore, infelicità, gelosia, ossessione, perfino psicopatia, se vogliamo essere tecnici.

I personaggi mi sono sembrati molto ben fatti, almeno alcuni. Sono definiti e caratterizzati discretamente anche con pochi tratti (a volte troppo pochi).
Come al solito i personaggi migliori sono quelli più antipatici. La vecchia pazza, nonché voce narrante, spicca fra tutti proprio grazie al suo brutto carattere. Ho trovato invece Stéphanie molto fastidiosa e ambigua, nevrotica e manipolatrice, con desideri per me incomprensibili, e il fatto che venga continuamente ribadito quanto sia bella e affascinante non me la rende certo più simpatica. Per non parlare dei suoi improbabili occhi color malva.
Mi è piaciuto molto invece Sylvio, che ha una personalità ben definita ma anche sfaccettata, e poi ho un debole per le persone ordinate, precise e metodiche come lui.

Lo stile è particolare e diverso dal solito, sin dall'inizio ironico e scorrevole, ma più avanti mi è parso un po' eccessivo, a tratti perfino volgare. Comunque accattivante nel complesso. Le descrizioni sono stupende, artistiche, vivide e colorate, si ha proprio la sensazione di trovarsi dentro un quadro impressionista.
I dialoghi sono abbastanza realistici ma non molto notevoli, e il libro è in generale troppo lungo, alcune parti mi sono sembrate superflue (anche se, ripeto, è una lettura piacevole, quindi non pesa).
Infine, il finale a sorpresa che tutti lodano. Ecco, io comincio a sviluppare una repulsione per questi colpi di scena sorprendenti, perché gran parte delle volte li intuisco molto prima e quindi non mi risultano affatto imprevedibili e sconvolgenti come presumono di essere. L'intenzione manifesta di sorprendere è una cosa che mi irrita, ma allo stesso tempo capisco che piaccia a molti.
In ogni caso Ninfee nere è un libro che consiglio un po' a tutti, credo possa soddisfare i gusti di molte persone diverse.

SOVVERTIMENTO DEI SENSI – Stefan Zweig

Titolo: Sovvertimento dei sensi
Autore: Stefan Zweig
Traduttore: B. Burgio Ahrens
Copertina flessibile: 136 pagine
Editore: Garzanti (2015)
Prezzo: 5,95 €

Ancora un romanzo di Stefan Zweig. Sovvertimento dei sensi è la storia di Roland e del suo rapporto con uno dei suoi professori, rapporto sempre più stretto ma anche confuso e destabilizzante. Potrei definirlo un romanzo di formazione.
Alcuni temi:
  • Contrapposizione tra l'intelletto, lo spirito, da una parte e il divertimento, il corpo, dall'altra. L'una e l'altra cosa sono incarnate dal professore e dalla moglie, e in qualche modo si fondono in Roland, che passa da una vita dissoluta e piena di piaceri a una in cui si dedica anima e corpo al sapere.
  • Il sovvertimento dei sensi del titolo, ovvero il solito tormento, la passione presente in tutti i romanzi di Zweig. Vi informo che lo stesso Freud definì questo romanzo fondamentale per comprendere l'animo umano.

I personaggi di questo romanzo sono infatti molto ben indagati psicologicamente. Stavolta non gira tutto intorno a un unico protagonista, ma abbiamo un triangolo formato da Roland e i due coniugi, anche se il tutto è raccontato dal punto di vista di Roland, perciò sono le sue percezioni che conosciamo direttamente. La sua crescita intellettuale e la sua passione sempre più bruciante, insieme alle contraddizioni del professore, sono il fulcro della vicenda.
Tuttavia anche il professore stesso è molto ben fatto nel suo atteggiamento di difesa, i suoi comportamenti impulsivi, e anche le descrizioni fisiche sono realizzate con molta attenzione.

Lo stile è perfetto, mi sono quasi stufata di ripeterlo. La scrittura è molto elegante ma sempre scorrevole e di facile lettura, le descrizioni sono meravigliose: metafore bellissime ed efficaci, e soprattutto la resa di certi sentimenti è notevole. Sentiamo in maniera molto chiara e sofferta la passione, il fervore, la febbre di Roland, il pathos dell'intera vicenda.
Insomma, finora Zweig non mi ha mai deluso. Leggete questo o qualunque altro suo romanzo, non potete sbagliare in nessun caso.

Questo, comunque, si trova qui: https://amzn.to/2IsDddQ

L'ISOLA DELLE ANIME – Johanna Holmström

L'isola delle anime - Johanna Holmstrom
Titolo: L'isola delle anime
Autore: Johanna Holmström
Traduttore: Valeria Gorla
Copertina flessibile: 363 pagine
Editore: Neri Pozza (2019)
Prezzo: 15,30 €

L'isola delle anime di Johanna Holmström è un romanzo che mi è piaciuto tantissimo. Sarà che la pazzia è un tema che mi interessa molto e mi tocca sempre profondamente, e le storie ambientate in manicomi, ospedali psichiatrici e compagnia bella sono le mie preferite.
Come dice già la copertina (che trovo stupenda), si tratta di un romanzo "sulla follia", che tuttavia suona troppo generico. Qui non stiamo parlando di persone che vagano per la strada dicendo cose senza senso, ma di qualcosa di molto più spaventoso, come la violenza e l'infanticidio.
A parte questo, altri temi toccati sono: famiglia (sempre disfunzionale), violenza sessuale, solitudine, vita e morte (soprattutto interiore), lo strazio della perdita e l'amore, spesso tormentato e doloroso, ma ci sono anche sprazzi di amore sano e salvifico.

Riguardo ai personaggi, le descrizioni fisiche sono ottime, non solo delle caratteristiche dell'aspetto, ma anche per esempio degli sguardi "da pazze", dei segni di trascuratezza, di certe azioni e di tutti quei dettagli che rendono ogni persona quella che è e, nel caso specifico, costituiscono segnali di malattia mentale. Nonostante ciò, a livello di personalità ho trovato la caratterizzazione spesso insufficiente. In alcuni casi è appunto più chiara la condizione nervosa di un personaggio che non il suo carattere. Pochi personaggi spiccano per personalità (almeno a confronto con gli altri): Erland, confuso e dominato da emozioni scomode, ma al contempo emotivamente violento e manipolatore; Elli, la cui personalità continua a scavalcare la sua presunta follia; Karin, che non ha un carattere forte ma ha delle emozioni molto chiare sotto lo strato di comportamenti malati.

Anche lo stile è molto bello, curato, la scelta delle parole è perfetta. Le descrizioni, come ho detto, sono ottime, rendono immagini vivide, tanto da essere sgradevoli a volte (visto il tipo di avvenimenti).
In generale la scrittura è poetica e profonda, la lettura può essere a tratti dolorosa.
Ho trovato alcuni punti della trama poco credibili, soprattutto le guarigioni di certe pazienti, ma in generale ripeto che il libro mi è piaciuto davvero tanto e lo consiglierei senza dubbio.

Lo trovate come sempre su Amazon: https://amzn.to/2Vs38ar

MAURICE – Edward Morgan Forster

Maurice - Edward Morgan Forster
Titolo: Maurice
Autore: Edward Morgan Forster
Traduttore: M. Bonsanti
Copertina flessibile: 325 pagine
Editore: Garzanti (2010)
Prezzo: 11,90 €

E. M. Forster è uno dei miei autori classici preferiti, specie tra gli inglesi che di solito non mi fanno impazzire. Maurice è forse uno dei suoi romanzi più belli (anche se io non ne ho letti tanti) e più intimi. Tra i temi quello più importante, il significato e l'essenza del romanzo stesso, è l'omosessualità, l'amore omosessuale e la sua legittimità. Per gran parte della trama le inclinazioni di Maurice vengono trattate (da lui stesso) come una malattia, qualcosa da correggere o curare, ma il messaggio che alla fine Forster vuole trasmettere è che l'amore è amore, è felicità.
Tra gli altri temi:
  • Società, etichetta e reputazione, ovviamente collegate a quanto detto fin qui
  • Discriminazione, molto più ampia perché riguarda anche le donne, i poveri e tutte le categorie umane ritenute inferiori
  • Amore, che alla fine vince perché questo era il proposito dell'autore ma, al di là del lieto fine, non può nulla.

I personaggi di Maurice sono quasi tutti molto antipatici, a partire dallo stesso Maurice, un ragazzo presuntuoso, superficiale, che tratta gli altri con superiorità, che non capisce granché delle persone. Tuttavia è ben indagato nella sua confusione, incoerenza, nel suo tormento, nei dubbi della sua giovinezza e l'incertezza della sua identità. E per fortuna verso la fine sembra rinsavire all'improvviso.
Gli altri sono più o meno come lui, tutti piuttosto superficiali e presuntuosi. Clive sembra fino a un certo punto quello più sensato e ragionevole, anche ben caratterizzato dalle cose che dice, ma infine anche lui si rivela volubile e molto limitato nelle sue opinioni.
Le donne, ovviamente, sono tutte delle cretine che stanno lì solo per bellezza, e danno pure fastidio.

Lo stile di Forster è molto bello e coinvolgente. È delicato, romantico e profondo, denota la grande sensibilità dell'autore.
I dialoghi in particolare sono ben riusciti, sono interessanti e intellettuali soprattutto nella prima parte del romanzo, e un mezzo utilizzato ottimamente per caratterizzare di volta in volta il personaggio che parla.
Le descrizioni invece non mi sono sembrate niente di eccezionale.
Maurice è dunque un bel romanzo che vale la pena di leggere, anche importante per i temi che tratta, e scritto molto bene. Vi consiglio senza dubbio di leggere questo e altri libri di Forster.

Maurice lo trovate qui: https://amzn.to/2YK862X

LA LETTERA SCARLATTA – Nathaniel Hawthorne

La lettera scarlatta - Nathaniel Hawthorne
Titolo: La lettera scarlatta
Autore: Nathaniel Hawthorne
Copertina flessibile: 256 pagine
Editore: Crescere (2018)
Prezzo: 4,16 €

La lettera scarlatta di Nathaniel Hawthorne è un bellissimo romanzo, che inizia con un'introduzione molto lunga e noiosa (e anche poco rilevante). Una volta superata (o saltata) quella, però, è davvero molto bello.
Come tutti sanno, la lettera scarlatta è la A di "adultera" che la protagonista, Hester Prynne, è costretta a portare sul petto dopo aver avuto una figlia da una relazione extraconiugale, perciò tra i temi principali del romanzo metterei subito questi: adulterio, reputazione, colpa e tutta la solitudine derivata da questa infamia.
Tra gli altri temi inserirei religione e scienza, e poi l'amore in diverse forme: quello di Hester per l'uomo che si rifiuta di denunciare, quello per sua figlia e anche per sé stessa.

I personaggi della Lettera scarlatta sono descritti molto minuziosamente, a volte in maniera quasi inquietante, soprattutto Perla (o Pearl che dir si voglia), la figlia di Hester.
La stessa Hester è descritta con ricchezza di dettagli, non solo nel suo aspetto ma anche nei suoi sguardi e nei suoi gesti. E anche gli altri personaggi sono notevoli, soprattutto Dimmesdale, che ne esce come un uomo molto debole, ma in compenso si percepiscono tutto il suo tormento e la sua disperazione.
Il personaggio più riuscito, comunque, resta per me Perla. Non mi è piaciuta molto, proprio perché mi ha trasmesso questo senso di inquietudine e di minaccia, ma è un personaggio studiato in maniera molto precisa e attenta. Una bambina dagli sguardi e dai sorrisi quasi demoniaci sin da neonata, come a voler confermare l'idea che gli altri hanno di lei in quanto figlia del peccato.

Anche lo stile del romanzo è molto bello e curato. Già nell'introduzione troviamo delle belle descrizioni, anche se come ho detto è una parte che ho trovato noiosa e inutile. Una volta entrati nel vivo della vicenda, comunque, le descrizioni continuano a essere spettacolari, come del resto ho già detto a proposito dei personaggi. Il linguaggio è molto ricco, sontuoso, le parole sono scelte con molta cura, anche se nella traduzione che ho io ne ho trovate alcune un po' troppo antiquate, così come anche diversi refusi e la punteggiatura usata male.
Riguardo ai dialoghi, li ho trovati spesso intelligenti, soprattutto quando è coinvolta Perla: per quanto certi suoi comportamenti possano risultare fastidiosi, non si può negare che dica anche cose significative, anche troppo per una bambina della sua età.
Quello che ho apprezzato più di tutto è il senso di angoscia che la scrittura riesce a trasmettere perfettamente.
In definitiva quindi consiglierei senza dubbio La lettera scarlatta, un romanzo che vale assolutamente la pena di leggere.

Potete acquistarlo qui: https://amzn.to/2lnusss

FRANNY E ZOOEY – Jerome David Salinger

Franny e Zooey - Jerome David Salinger
Titolo: Franny e Zooey
Autore: J.D. Salinger
Traduttore: R. C. Cerrone, R. Bianchi
Copertina flessibile: 162 pagine
Editore: Einaudi (2010)
Prezzo: 8,50 €

Ve lo dico: secondo me Franny e Zooey di J.D. Salinger è un capolavoro. E, come tutti i capolavori, non è per tutti. È un romanzo profondo e intelligente, ma la trama è quasi inesistente. Non succede nulla. È piuttosto breve e si tratta più che altro del ritratto – estremamente approfondito, come è tipico di Salinger – di questi due fratelli, Franny e Zooey, e poi, indirettamente, del resto della loro famiglia.
Tra i temi citerei incomunicabilità, depressione, lutto, materialismo, religione e spiritualità, società e sistema, ego.

I personaggi di Franny e Zooey sono una cosa meravigliosa, ma del resto Salinger è uno dei migliori nell'indagine dei personaggi. I suoi libri non sono storie, sono personaggi. Neanche al giovane Holden, in fondo, succede granché, ma che personaggio è! E lo stesso si può dire di Franny e Zooey, e della signora Glass, e perfino di Buddy e Seymour che sono fisicamente assenti, eppure si sentono, si vedono, si percepiscono. Anche chi non c'è, in realtà, c'è.
Zooey è un personaggio pazzesco e con milioni di sfumature; terribilmente brusco, restio a mostrare la propria sensibilità ma intelligente, sarcastico, per niente "leggero" ma molto, molto divertente. E c'è un momento in cui guarda solo una porta, e quel solo guardare la porta mi ha commosso, perché Salinger coglie uno di quei sentimenti a cui nessuno fa mai caso, nemmeno chi lo prova. Ma lui lo sa.
E che dire della signora Glass? Sembra quasi una caricatura, un personaggio realisticamente ridicolo, fastidiosa come solo le madri sanno essere ma, anche per lei, basta un attimo, un particolare sguardo, e percepiamo tutto il suo dolore.
Tutti i personaggi di Salinger sono depressi ed esigenti, hanno aspettative altissime che nessuno potrà mai soddisfare, e di conseguenza sono infelici. Indirettamente mi rimproverano. Ecco perché amo loro e l'autore.

Amo anche il suo stile. La scrittura di Salinger ti cattura, è perfetta, riesce a essere divertente e profonda allo stesso tempo. Anche quando parla del niente assoluto, lo fa così bene che non si può che continuare a leggere avidamente, a vedere davanti a sé ogni dettaglio descritto. Infatti le descrizioni sono fantastiche, ogni immagine efficace, le similitudini geniali.
I dialoghi costituiscono tutta la struttura del romanzo, che è diviso in tre parti, dialoghi per l'appunto: tra Franny a Lane, tra Zooey e la madre, tra Franny e Zooey. Il primo e l'ultimo sono molto filosofici, il secondo è ironico e mi ha divertito un sacco, anche se non è certo vuoto o privo di significati. Tutti, comunque, sono fantastici, molto realistici e caratterizzanti, nervosi. E intrisi di un dolore latente, che ti sorprende come una stilettata quando meno te lo aspetti.
Nella mia edizione – che però risale a dieci anni fa – ho trovato diversi errori di punteggiatura, ovvero virgole usate a caso.
Comunque, mi pare ovvio che dovreste leggerlo tutti.

Lo trovate qui: https://amzn.to/2M0pIov

LA VERITÀ SUL CASO HARRY QUEBERT – Joël Dicker

La verità sul caso Harry Quebert - Joel Dicker
Titolo: La verità sul caso Harry Quebert
Autore: Joël Dicker
Traduttore: V. Vega
Copertina flessibile: 784 pagine
Editore: Bompiani (2019)
Prezzo: 12,66 €

Il mio parere sarà impopolare. La verità sul caso Harry Quebert è il primo romanzo di Joël Dicker e, come tutti sapete, ha avuto un gran successo. Io l'ho effettivamente letto con piacere, perché è molto scorrevole e avvincente (e pieno di colpi di scena nella parte finale, che tuttavia avevo in gran parte previsto) ma, ecco, bello direi proprio di no.
Riguardo ai temi: si tratta di un giallo, con le indagini sull'omicidio di Nola Kellergan, già scomparsa 33 anni prima all'età di 15. Attorno alla vicenda poliziesca c'è poi tutta una storia fatta d'amore, amicizia, etica, pregiudizi, arte, manipolazione, malattia e morte. Alè.

I personaggi del romanzo sono davvero deludenti, non c'è una personalità che spicchi. Sono in generale piatti, e anche tutti molto simili tra loro. Nessuno ha caratteristiche particolari. Soprattutto le donne sono identiche, tutte belle e tutte con sogni di gloria e fama. La madre di Marcus mi ha fatto ridere a volte, ma è solo una macchietta.
Harry sembra un vecchio rimbambito (già da giovane), vittimista e dice cose di una banalità sconcertante, perdipiù spacciate (dall'autore e dagli altri personaggi) per grandi perle di saggezza. Anche gli altri sono piuttosto sdolcinati e poco credibili, tutti si innamorano al primo sguardo.
Nola poi è insopportabile, per tutto il tempo viene ribadito quanto fosse carina e deliziosa, quanto tutti la adorassero, ma sembra una comunissima quindicenne piuttosto vuota e perfino stupida, infantile e piagnucolosa. Nella realtà nessuno la amerebbe. A un certo punto vengono fuori delle informazioni per cui lei sembra essere stata "una puttanella", e a dire la verità rischiava di diventare molto più interessante di quanto non sia. Ma no, era un'illusione.

Lo stile è un tasto ancora più dolente. Ammetto che è scorrevolissimo e coinvolgente grazie alla sua semplicità (anche eccessiva), e le descrizioni sono abbastanza buone. Ma questo è tutto ciò che ho da dire di positivo.
Innanzi tutto è pieno di errori cretini, ma questo è un problema della traduzione, non posso sapere se l'originale sia scritto così male. La cosa più fastidiosa è tuttavia la sdolcinatezza, a partire dalle perle di saggezza di Harry – che come ho detto dovrebbero essere profonde e invece sono stupidissime – fino ad arrivare ai dialoghi. I dialoghi sono davvero, davvero pietosi. Patetici. Sul serio, leggendo mi sono sentita in imbarazzo per l'autore.
Non è che io sia una specie di intellettuale "superiore a queste cose"; io per prima sono piuttosto sdolcinata, ma il romanticismo non dovrebbe essere così dozzinale. Il libro ha la pretesa di mettere un grande romanzo d'amore dentro un giallo, ma la verità è che l'amore è trattato in maniera troppo superficiale e banale.
La verità sul caso Harry Quebert è un libro che personalmente non consiglierei, ma ripeto che è una lettura "da ombrellone" piacevole, se avete voglia di distrarvi e basta.

Lo trovate qui: https://amzn.to/2LGdIWG

IL MONDO NUOVO – Aldous Huxley

Il mondo nuovo - Aldous Huxley
Titolo: Il mondo nuovo
Autore: Aldous Huxley
Traduttore: L. Gigli, L. Bianciardi
Copertina flessibile: 359 pagine
Editore: Mondadori (2016)
Prezzo: 11,90 €

Ho letto Il mondo nuovo di Aldous Huxley non so più quanti anni fa, e mi era piaciuto un sacco; l'ho riletto adesso e mi ha fatto un effetto un po' diverso. Si tratta di un romanzo distopico, in cui viene rappresentata una società futura ideale: la popolazione è perennemente felice, perché è programmata per esserlo, non ci sono guerre né scontri, tutto è stabile e tranquillo. Quello che può suscitare emozioni – e quindi scompiglio – è stato eliminato, incluse le relazioni intime, l'arte, l'espressione di sé. Si vive solo in quanto parti della comunità.
I temi sono abbastanza scontati, e possiamo distinguerli tra quello che c'è (felicità, manipolazione e controllo, lavoro, consumo) e quello che non c'è (amore, libertà, emozioni, arte, intimità).

I personaggi del romanzo, per forza di cose, non possono essere molto interessanti. La loro personalità è annullata, non fanno che ripetere i motti inculcati nelle loro menti sin dalla tenera età e non sono capaci di pensare in maniera indipendente. C'è qualcuno che tenta la ribellione, ma anche in quel caso le personalità si mostrano più deboli di quanto vorrebbero essere.
Per esempio Bernard, l'unico che si rifiuti di adeguarsi totalmente alle aspettative, sembra intelligente fino a un certo punto ma poi, non appena ottiene un minimo successo, non ci pensa due volte a unirsi al gregge. E perfino John, "il selvaggio" cresciuto in una riserva, estraneo al condizionamento dei cosiddetti civilizzati, rifiuta le catene della civiltà e vorrebbe diffondere la libertà individuale, eppure non sembra affatto che gli stia a cuore il benessere altrui, piuttosto pare un bambino capriccioso che vuole imporre il suo punto di vista.

Lo stile è buono, il libro è scritto bene e le descrizioni sono ottime, sia quelle fisiche dei personaggi, sia quelle ambientali. Anche i dialoghi sono buoni, per quanto buoni possano essere i discorsi di persone che hanno subito il lavaggio del cervello. I dialoghi mettono in luce l'idiozia indotta dal condizionamento. Anche nei discorsi di Bernard, che pure dice cose più intelligenti, il condizionamento non manca mai di farsi sentire.
Nella parte finale c'è un dialogo finalmente intellettuale e filosofico in cui vengono affrontati temi normali come le emozioni, l'arte, la religione e così via, e vengono fornite un po' di informazioni sul perché e come si è giunti a quel tipo di società.
Quello che comunque mi irrita dei romanzi distopici (che infatti leggo poco) è che pare vogliano fare la morale, come se dicessero: com'è bella la vita, come sono belle tutte le piccole e grandi cose che abbiamo in quanto esseri umani! Il progresso sarà anche un bene, ma non cambiamo gli esseri umani: sono già meravigliosi con tutti i loro difetti!
Comunque Il mondo nuovo è a mio parere un romanzo che va letto, e che io ho apprezzato più di 1984, se volete saperlo.

Lo trovate qui: https://amzn.to/2TmGuiE