Titolo: Psycho
Autore: Robert Bloch
Traduttore: M. Rinaldi
Copertina flessibile: 187 pagine
Editore: Bompiani (29 ottobre 2015)
Prezzo: 9,0 €
Voto: ***
Guardando la serie Bates Motel, ho deciso anche di leggere Psycho di Robert Bloch. Il famosissimo film di Alfred Hitchcock l'avevo già visto milioni di anni fa.
La trama la conosciamo tutti: Mary fugge con un sacco di soldi e va a finire per sbaglio nel motel di Norman Bates. Questo è un quarantenne mai cresciuto davvero, che vive e gestisce il motel insieme alla madre malata, che tutti nei dintorni credono morta. Mary viene presa a coltellate sotto la doccia. Seguono indagini e colpo di scena finale.
Psycho è un ottimo thriller, in cui l'effetto sorpresa è, ahimè, compromesso dalla fama che lo precede, ma ciò non ne sminuisce la qualità. Il perno attorno al quale gira tutta la vicenda è l'omicidio, ma gli elementi più interessanti sono la personalità e i pensieri di Norman, il suo rapporto con la madre e con le altre persone. Robert Bloch è riuscito a rappresentare con chiarezza il suo disturbo, anche se a mio parere non gli ha dato il nome giusto. Alla fine, infatti, Norman viene definito uno psicopatico, ma per essere precisi bisognerebbe parlare di (SPOILER!) disturbo dissociativo dell'identità.
Purtroppo il mistero viene svelato in maniera poco chiara e questo è un peccato, perché invece avrebbe dovuto essere il momento clou della vicenda, come è infatti nel film di Hitchcock. Molto bello invece il finale.
I personaggi del romanzo vengono mostrati in maniera estremamente chiara. Non solo le descrizioni fisiche sono molto accurate (confesso che mi ha perfino infastidito che siano così diverse rispetto agli attori del film!), ma anche la caratterizzazione è ottima: le sequenze di pensieri e comportamenti, azioni e reazioni sono perfettamente chiare e logiche. Per ogni azione di ogni personaggio viene mostrato anche il ragionamento che l'ha determinata, e in questo modo Robert Bloch ci offre la psicologia dei personaggi su un piatto d'argento, ogni loro fantasia, progetto e atteggiamento. Ci permette di conoscerli come persone vere, anzi di più, ci fa guardare dentro di loro.
Questo è evidente soprattutto per quanto riguarda Lila, sorella di Mary, oltre che – ovviamente – per Norman, che è un protagonista perfetto per un thriller.
Lo stile mi ha lasciata un po' perplessa: la traduzione è piena di errori grammaticali anche grossolani, e la prosa è noiosa e soporifera, il linguaggio antiquato. I fatti salienti sono tutti concentrati all'inizio e alla fine del libro; l'indagine non ha quasi nulla di interessante. Non mi ha preso come avrebbe dovuto, trattandosi di un thriller. Le descrizioni degli ambienti invece sono ottime, come quelle dei personaggi.
Chi di voi ha già letto questo libro? Cosa ne pensate?
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Non amo molto leggere i libri dopo aver visto il film , ma per Psycho potrei fare un' eccezione :)
RispondiEliminaFilm e libro per fortuna sono molto simili. Vale la pena di leggerlo anche solo per conoscenza, prendilo come un approfondimento sulla psiche dei personaggi: è quello che, purtroppo, non può essere rappresentato così bene in un film.
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