CHIAMAMI COL TUO NOME – André Aciman

Chiamami col tuo nome - André Aciman
Titolo: Chiamami col tuo nome
Autore: André Aciman
Traduttore: V. Bastia
Copertina flessibile: 271 pagine
Editore: Guanda (2019)
Prezzo: 9 €

Ho riletto Chiamami col tuo nome di André Aciman perché ne ho sentito il bisogno, era il suo momento e infatti l'ho apprezzato ancora di più alla seconda lettura. È così bello e struggente che alla fine temevo la lettura successiva, perché non avrebbe potuto essere all'altezza.
Il romanzo è la cronaca di un rapporto o, meglio, di un sentimento. Elio racconta in prima persona tutto quello che prova, mette a nudo i suoi sentimenti, il suo strazio e le sue speranze, e sembra esserne assorbito, sopraffatto. Tutta la prima metà del romanzo trabocca di amore, attrazione, dello struggimento del desiderio, del dolore di essere completamente nelle mani di un altro, in un alternarsi di distanze e avvicinamenti. Poi le cose si fanno più concrete, ci sono il contatto e l'intimità (perfino eccessiva, a tratti) ma anche la paura, i ricordi, ci sono la malattia, la vecchiaia, la perdita e il lutto. Alla fine mi sono sentita un po' in lutto anch'io.

I personaggi fondamentali, in realtà, sono solo Elio e Oliver. Gli altri sono quasi delle comparse, non hanno bisogno di essere ben caratterizzati. (Tuttavia il padre di Elio è un ottimo personaggio, commovente, che emerge al momento giusto.)
Elio, raccontando in prima persona, si espone fin troppo in tutta la sua confusione adolescenziale, ed è perfetto con tutti i suoi dubbi, la sua identità messa in gioco. È (auto)indagato in ogni dettaglio, in tutte le sue percezioni, sensazioni, i suoi dubbi e le sue fragilità, in tutto il suo essere. La sua identità è traballante; è incostante e volubile, molto immaturo, ma proprio per questo ancora più intenso.
Anche Oliver è descritto minuziosamente in molti suoi gesti, atteggiamenti, scelte, ma è pur sempre raccontato da Elio, che lo idealizza e quindi lo percepisce come privo di difetti. È anche ambiguo nel suo atteggiamento "vorrei ma non posso", che mantiene fino alla fine, anche dopo anni.

Lo stile che Aciman adotta in questo libro è molto percettivo: più che l'uso delle parole o le immagini evocate, si apprezzano le sensazioni generate dalla lettura, si sentono in maniera molto precisa quelle di Elio. L'ho trovato bellissimo e doloroso, struggente sin dalle prime pagine, mi ha fatto venire voglia di piangere anche quando non stava succedendo niente. La scelta delle parole è perfetta, le descrizioni meravigliose, molto accurate, "da film", nel senso che mi è parso di vederle proiettate davanti a me, con tanto di suoni annessi. Sono permeate delle sensazioni di Elio, l'autoanalisi, l'introspezione e la vulnerabilità, il suo cuore dato in pasto al lettore. È questo che rende il romanzo particolarmente bello e sentito.
I dialoghi sono interessanti e utili alla caratterizzazione, a volte troppo intellettuali, soprattutto per un diciassettenne. A tratti mi hanno confuso perché non si capisce esattamente chi stia parlando, ma non sono mai vuoti o casuali. La rievocazione dei ricordi è molto efficace ed è ciò che più mi ha toccato.
Chiamami col tuo nome mi è piaciuto tantissimo, l'ho vissuto con molto trasporto e mi ha commosso, nonostante sia davvero morboso ed eccessivo in alcune parti. Merita di essere letto.

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