IL GIOCO DI GERALD – Stephen King

Il gioco di Gerald Stephen King
Titolo: Il gioco di Gerald
Autore: Stephen King
Traduttore: T. Dobner
Copertina flessibile: 374 pagine
Editore: Sperling & Kupfer (26 settembre 2013)
Prezzo online: 8,18 €

Ho letto Il gioco di Gerald nel tentativo di risvegliarmi dalla cosiddetta crisi del lettore, perché so che lo stile di Stephen King riesce quasi sempre a catturarmi. C'è riuscito anche stavolta, e mi ha coinvolto perfino con un solo personaggio, bloccato per tutto il tempo su un letto.
La trama è molto semplice: Jessie e Gerald si concedono una giornata nella loro casa sul lago, ben isolata, e si apprestano a soddisfare la più recente fantasia sessuale di lui. Gerald ammanetta la moglie al pesante letto, poi muore di infarto e Jessie resta lì, bloccata e forse condannata a morire in breve tempo di sete, fame e in preda a dolorosi crampi. Trama semplice, appunto, ma tenuta in piedi da un'approfondita indagine della psicologia di Jessie, dei suoi ricordi, delle voci nella sua testa. (Anche se ho trovato un po' assurdo che lei si dovesse psicanalizzare proprio in quel momento.)
Quello che non mi ha convinto nella trama sono i tempi: capisco che anche un solo giorno bloccata a letto a quel modo possa essere terribile, ma mi sembra comunque un tempo troppo breve per sentire i morsi della fame e della sete in modo così potente. Sarà che io bevo poco e non ho mai vera fame, boh.
Il tema fondamentale secondo me è la paura, e non perché si tratta di Stephen King e quindi deve "fare paura", ma perché è l'emozione che permea ogni momento vissuto da Jessie, che guida e allo stesso tempo compromette ogni sua – limitata – azione. Altri temi importanti sono l'abuso e più in generale il corpo, le sensazioni fisiche di tutti i tipi. E la fiducia.

Come ho detto, il libro è incentrato su un unico personaggio, Jessie appunto, e tutti gli altri (comunque pochi) sono comparse. Di Jessie devo dire che non mi ha convinta del tutto. Non si capisce se sia schizofrenica o se soffra di una strana forma di "schizofrenia" momentanea (che non credo esista sul serio) e inoltre, nonostante il tutto sia descritto egregiamente, non ho percepito particolari emozioni da parte sua. Perfino la paura di cui parlavo prima: ho avuto la sensazione di provare più paura e orrore io, leggendo, che non lei vivendo la situazione in prima persona.
Un personaggio perfettamente delineato nella sua ripugnanza è il padre di Jessie, ed è ben caratterizzata anche Ruth. Li vediamo però solo nei ricordi della protagonista.

Dal punto di vista dello stile King è uno dei miei autori preferiti. Come ho detto mi cattura e mi coinvolge come pochi, e la fine di ogni capitolo incuriosisce abbastanza da far venire voglia di leggere subito il successivo. Le descrizioni sono vivide e precise (anche in piccoli dettagli come certi rumori), ricche di particolari raccapriccianti, visto il tipo di scenario. Vi dico solo che a un certo punto descrive le condizioni in cui si trova una mano di Jessie e io da lì ho cominciato a sentire sensazioni strane sulla mia di mano, e a muoverla con cautela perché tra poco temevo mi si disintegrasse a caso.
In tutto questo ci tengo a sottolineare che io non sono un'amante dell'horror, né una fan accanita di King. Ma quando uno è bravo e bravo, c'è poco da fare.
Quindi io il libro lo consiglio, ma più che altro vi consiglio in generale di leggere King.

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