REVOLUTIONARY ROAD – Richard Yates

Revolutionary Road - Richard Yates
Titolo: Revolutionary Road
Autore: Richard Yates
Traduttore: A. Dell'Orto
Copertina flessibile: 439 pagine
Editore: Minimum Fax (2003)
Prezzo: 12,75 €

Revolutionary Road è il capolavoro di Richard Yates. È uno dei romanzi più amari – anche se non manca di ironia – che io abbia mai letto.
Vediamo subito quali sono i temi.
  • Relazioni e solitudine. Solitudine in mezzo agli altri, sentirsi fuori posto nell'ambiente in cui si vive, per non dire nella propria famiglia, in presenza del coniuge e così via. Alquanto deprimente, ma molto realistico.
  • Società, condizionamenti, aspettative. Una noiosissima prigione da cui i protagonisti si illudono di poter scappare.
  • Speranza vs. rassegnazione. Da una parte April vorrebbe uscire dalla sua gabbia, si sente migliore e pensa di potersi elevare rispetto alla feccia che la circonda; dall'altra Frank si affossa nella sua vita stantia perché è comoda, non ha bisogno di compiere sforzi per viverla né di affrontare le sue paure.
  • Malattia mentale, tema ricorrente in Yates. In questo caso uno dei personaggi è "matto", ma si parla di salute mentale anche in altri modi e in altri momenti e, quel che è peggio, i personaggi usano la malattia come una giustificazione o un'accusa.
  • Realtà e finzione. Alla luce delle considerazioni finali, riguardo al fatto che la vita è recitazione, trovo geniale che il romanzo cominci con una rappresentazione teatrale.
  • Morte. Non solo quella biologica.

I personaggi di Revolutionary Road sono chiarissimi, fisicamente e psicologicamente. Yates ne mostra i sentimenti più scomodi. Non si tratta solo dei coniugi Wheeler – protagonisti della storia – ma anche dei personaggi minori, tra cui, ad esempio, la signora Givings. Le sue percezioni e i suoi sentimenti sono sviscerati in modo preciso ma conciso: Yates non si mette certo a parlare di lei per pagine e pagine, ma in poco spazio ci offre la sua psicologia in un modo che tanti autori non riescono a realizzare con un milione di parole.
Riguardo ai protagonisti, Frank è insopportabile, un marito pessimo e una persona subdola e rivoltante. Come dico sempre, i personaggi possono risultare così odiosi solo se sono ben costruiti, quindi ben venga. Nemmeno April è così simpatica e, a dire il vero, non c'è un solo personaggio positivo in tutto il romanzo, il che è purtroppo molto realistico.

Lo stile di Yates non dovrei nemmeno commentarlo: è uno dei miei scrittori preferiti, sono pochi a scrivere così bene. Già dalle prime pagine ero estasiata (ed era la terza rilettura).
Come per i personaggi, anche le descrizioni di altro tipo sono precise e accurate, con un ampio uso di aggettivi; il linguaggio è chiaro ed elegante, a volte prolisso, ma è un piacere leggerlo anche quando si sofferma sul niente. Inoltre è anche ironico e pure il finale, sebbene sia tragico, mi ha fatto sorridere.
I dialoghi sono irritanti per i motivi che ho detto prima: si tratta di esseri umani stanchi, che hanno la presunzione di ritenersi intelligenti, ognuno superiore agli altri. Fanno venire voglia di prenderli a pugni.
Purtroppo nella mia edizione ci sono un sacco di refusi, ma è vecchia.
Il realismo di Revolutionary Road è deprimente, ma alcuni autori, purtroppo o per fortuna, decidono o hanno deciso di sbattere la verità in faccia ai lettori. Per me è una cosa apprezzabile.

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