TEQUILA A COLAZIONE – Erica Orloff

Titolo: Tequila a colazione
Autore: Erica Orloff
Traduttore: A. Romeo
Copertina flessibile : 234 pagine
Editore: Mondadori

Questa recensione è del tutto inutile, perché Tequila a colazione non si trova più neanche in giro. Ma Erica Orloff ha scritto altri romanzi e io vi consiglio di starne alla larga.

Quando ero giovane amavo la chick-lit. Tuttora non mi dispiace, alcuni libri sono carini e possono essere ottimi tappabuchi quando non si ha voglia o energia per leggere cose più impegnative. Questo libro, tuttavia, non lo consiglierei nemmeno per quello. È solo stupido.

I temi sono quelli ricorrenti nella chick-lit:

  • Amore e solitudine. La protagonista Cassie ha seri problemi con l'amore, ad accettarlo e a darlo, e in più ha una sorta di relazione a distanza con un uomo mai incontrato dal vivo.

  • Letteratura. Cassie è una editor – mestiere molto quotato tra le protagoniste della chick-lit, chissà perché – e ha a che fare con scrittori, giornalisti, grandi capolavori della letteratura e romanzetti da quattro soldi che però vendono un sacco.

  • Famiglia. Sì, ha anche una difficile situazione familiare. Anche se in realtà lei la rende più difficile di quanto non sia.


I personaggi fanno schifo. Le descrizioni sono appena sufficienti, quanto basta per immaginare in modo vago l'aspetto di ognuno. Caratterialmente sono tutti uguali, e Cassie è intollerabile. È sboccata, volgare, maleducata e per niente professionale. Risponde male a tutti senza motivo, deve fare per forza la dura anche se non c'entra niente. Dalle reazioni degli uomini si direbbe che è sexy e molto femminile, perché ovviamente tutti la adorano, ma non si capisce perché: in realtà sembra uno scaricatore di porto, ed è anche molto inopportuna. È un'accozzaglia di cose casuali che insieme non fanno una personalità.

Michael, l'"eroe" maschile, non ha nulla di interessante ed è pure sdolcinato, e neanche in modo carino. Nessuno ha molto senso tranne, forse, Maria, che comunque non è un personaggio molto rilevante.


Nemmeno lo stile ha qualcosa di buono. È molto semplice e vuoto, pieno di parolacce, come in uno sforzo di sembrare... boh, forse giovanile? I personaggi danno nomi propri agli oggetti, cosa che personalmente trovo rivoltante, soprattutto se non sono neanche nomi originali.

Le descrizioni sono praticamente assenti, mentre i dialoghi sono numerosi, ma troppo cretini per risultare credibili.

Uno dei pregi della chick-lit è che dovrebbe divertire, almeno far sorridere ogni tanto. Invece qui il senso dell'umorismo è forzato e pessimo, si percepisce lo sforzo di sembrare simpatico ma non fa ridere neanche i polli.

Va be'. Leggete qualcosa di meglio, per favore.

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