Voto: 2/5
Si tratta di una
storia dentro un'altra storia, quindi le trame sono due. La storia
contenitore è quella di un uomo anziano, un certo David, che accede
a una specie di club di cui sembra non capire molto. L'altro è il
racconto di uno dei membri del club, tale dottor McCarron, e riguarda
una sua paziente incinta a cui lui insegnò il metodo di
respirazione, come da titolo.
Tutti
i personaggi mi sono sembrati vaghi e piatti, non c'è
caratterizzazione, con l'eccezione della ragazza gravida, Sandra
Stansfield. Anche nel suo caso, però, viene solo detto
che si tratta di una ragazza interessante, forte, determinata, ma
personalmente non l'ho percepito in nessuna scena e non ho capito
perché e come lei susciti una tale ammirazione in McCarron.
Anche
nella storia contenitore, non si capisce perché David vada al club,
quale piacere ne tragga o che tipo di rapporto abbia con gli altri
membri, anche dopo una frequentazione decennale. Sua moglie poi
sembra una macchietta messa lì tanto per creare qualche momento di
leggerezza per staccare da tutto il resto, almeno per poche righe.
Quello che provo nei
confronti di questo racconto è molto vago e confuso perché, da una
parte, gravidanza e maternità sono tra gli argomenti che trovo meno
interessanti al mondo; dall'altra, però, il racconto è scritto in
maniera molto scorrevole e coinvolgente, quindi tutto sommato mi è
piaciuto, mi ha incuriosito, mi ha fatto porre delle domande
mantenendo la suspence sufficientemente a lungo. Il problema è che
le mie domande non hanno trovato mai risposta, nemmeno alla fine.
Il finale (della
storia contenitore) mi ha deluso tantissimo, è troppo vago e
sconclusionato, e anche quello del racconto di McCarron ha avuto il
potere di rovinare tutto il resto. La storia, come ho detto, era
stata fino a quel punto abbastanza coinvolgente, ma la fine è
talmente assurda e inverosimile che all'improvviso, alla luce di
quella, tutto il racconto mi è sembrato brutto.
L'unica
cosa positiva sono forse le atmosfere, che a tratti ho trovato quasi
lovecraftiane e che all'inizio mi hanno ricordato un po' Il
club dei suicidi di Stevenson.
In ogni caso, come chiusura di Stagioni diverse
mi ha davvero deluso, e non a caso è l'unico racconto da cui non sia
stato tratto un film (a quanto ne so).
In
definitiva Stagioni diverse
mi è piaciuto, è una lettura che consiglio e non solo agli amanti
di King. Non si tratta di racconti horror, ma in ognuno di essi c'è
qualcosa di orrido (soprattutto in Un ragazzo sveglio,
che è davvero inquietante). E poi King scrive bene, e già solo per
questo leggerlo è un piacere.
Non ho capito il finale, gli oggetti e i libri erano anteriori o posteriori alla realt?
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