Titolo: Le relazioni pericolose
Autore: Pierre Choderlos de Laclos
Traduttore: L. Chiavarelli
Copertina flessibile: 259 pagine
Editore: Newton Compton (27 maggio 2010)
Prezzo: 4,16 €
Voto: ***½
Le relazioni pericolose è un romanzo epistolare di Pierre Choderlos de Laclos, il cui intricato intreccio è noto anche grazie alle trasposizioni cinematografiche; comunque, per farla breve, il Visconte de Valmont e la Marchesa de Merteuil si divertono a rovinare la reputazione e la vita di tutti coloro che hanno la disgrazia di incrociarli, li manipolano e si manipolano anche tra di loro. Gli individui davvero scandalosi sono ovviamente loro stessi, ma sono anche dei furbacchioni ben attenti a non farsi scoprire. Una trama quindi fatta di corruzione e immoralità, menzogna, sotterfugi e vendetta, e in cui trova spazio anche l'amore, ma un amore che viene usato come un'arma, calpestato, maltrattato, e che conduce alla rovina le persone coinvolte.
Il finale è spettacolare, perfino macabro forse.
Se nel 2018 non c'è ormai più niente che faccia scandalo, non è difficile capire come, nel periodo della pubblicazione, questo romanzo abbia fatto scandalo eccome. Tanto che, nella furba nota dell'Editore, si specifica che si tratta solo di un romanzo di fantasia, e che è impossibile credere che certi fatti siano avvenuti in quel tempo e in quei luoghi.
I personaggi, letteralmente ripugnanti, sono caratterizzati benissimo: se così non fosse non potrebbero essere così malvagi. La Marchesa non potrebbe essere una tale vipera manipolatrice; il Visconte non potrebbe essere un tale stronzo presuntuoso e allo stesso tempo così imbecille. E tutto questo non potrebbe essere così orribilmente attuale e senza tempo.
Trattandosi di lettere, anche lo stile di scrittura caratterizza ogni personaggio. Per esempio, le lettere di Cécile sono scritte malissimo, piene di errori e con un linguaggio ben diverso da quello della Marchesa e del Visconte. Tra l'altro Cécile è, a mio parere, uno dei personaggi meglio riusciti, proprio perché non è falsa come tutti gli altri, ma autenticamente stupida e ingenua come poche.
Lo stile è pomposo e affettato, pieno di salamelecchi, cerimonioso anche negli insulti e nelle imprecazioni, perché si tratta pur sempre di lettere di nobili e di ricchi che sanno bene come esprimersi per ingraziarsi i destinatari. A dire il vero sembra tutto falso anche quando si parla di sentimenti in teoria reali, il che contribuisce a rendere tutti i personaggi odiosi.
La punteggiatura è usata malissimo e in più la mia edizione è piena di refusi, ma è vecchia; spero che quella più recente sia migliore.
Il film (secondo me bellissimo) Cruel intentions è una rivisitazione moderna di questo romanzo e, paradossalmente, pur essendo ambientato in tempi recenti è molto meno perverso del libro.
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