QUEL FANTASTICO PEGGIOR ANNO DELLA MIA VITA – Jesse Andrews

Titolo: Quel fantastico peggior anno della mia vita
Autore: Jesse Andrews
Traduttore: A. Sarchi
Copertina flessibile: 254 pagine
Editore: Einaudi (1 dicembre 2015)
Prezzo: 14,87 €

Voto: **

Avevo Quel fantastico peggior anno della mia vita in lista di lettura da una vita. Finalmente l'ho letto e, ahimè, sono rimasta molto delusa. Jesse Andrews racconta fondamentalmente Greg, un adolescente molto particolare che sogna di fare il regista e realizza film con il suo unico amico Earl. Greg ci tiene che Earl rimanga l'unico, perché avere amici significa automaticamente avere nemici. Le cose cambiano quando la madre lo informa che Rachel, studentessa nella sua stessa scuola, è malata, e lo fa sentire in dovere di starle vicino.
Quel fantastico peggior anno della mia vita, quindi, tratta soprattutto di amicizia e di solitudine, di etichettamento e di autostima. E per ovvi motivi, di malattia e morte. Tutti temi che però non vengono approfonditi a sufficienza. A dire la verità il libro è troppo incentrato sul personaggio di Greg, non tanto sulle vicende.

I personaggi di questo romanzo sono strani. Hanno circa diciassette anni, ma sembrano molto stupidi per la loro età. Le descrizioni fisiche sono efficaci, ma per tutta la durata della lettura ho pensato a loro come a degli undicenni, mi è stato molto difficile ricordarmi – a tratti era necessario – che erano molto più grandi. I personaggi di Wonder, libro che ho amato e già recensito qui, hanno circa dieci, undici anni, e sembrano molto più maturi e sensati di questi qui.
Greg, il protagonista, è caratterizzato abbastanza bene nella sua sgradevolezza. Ho capito i suoi punti di vista, ma lui non sembra davvero asociale o evitante, sembra solo stupido. I suoi ragionamenti non hanno senso, le sue paure nemmeno. Tutti lo definiscono simpaticissimo ma non fa ridere neanche i polli.

Anche stilisticamente il libro lascia molto a desiderare. È sgrammaticato e molto ripetitivo: è raccontato in prima persona da un ragazzino ma questa non è una giustificazione. Inoltre ha pretese di originalità che hanno il solo effetto di rendere la lettura meno lineare e scorrevole: dialoghi scritti in forma di testo teatrale (o cinematografico), recensioni in diretta dei film realizzati da Greg ed Earl, liste e così via. Più che una trama ci troviamo sotto gli occhi un insieme di scene messe una dietro l'altra. Il contenuto dei dialoghi poi è veramente patetico, il che contribuisce a far sembrare i personaggi troppo giovani e imbecilli.
Infine, ciliegina sulla torta, visti i temi poteva almeno essere un libro triste, strappare qualche lacrima o almeno qualche riflessione... invece no. Forse l'unica cosa interessante è l'idea che Greg ha dei rapporti sociali. Per il resto è solo una perdita di tempo, una lettura inutile. Reputo inutile anche lasciarvi il link per reperirlo, ma ve lo lascio comunque, non si sa mai.

(Mi dicono che il film è più bello, se volete saperlo.)

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