WONDER – R.J. Palacio

Titolo: Wonder
Autore: R.J. Palacio
Traduttore: A. Orcese
Copertina flessibile: 288 pagine
Editore: Giunti (2018)
Prezzo: 11,90 €

Wonder di R.J. Palacio è un libro semplicemente splendido, che mi fa piangere a ogni pagina. L'autrice è stata bravissima a raccontare la storia di August – e a mettersi nei panni di ogni personaggio – senza farlo sembrare patetico.
Wonder è un libro per ragazzi, io sono molto fuori target e l'ho apprezzato tantissimo. Credo che tanti adulti avrebbero bisogno di leggerlo.

August è un bambino di dieci anni e ha un'anomalia cranio-facciale congenita. Dopo aver studiato in casa per anni, per la prima volta gli tocca iscriversi a una vera scuola, e quindi sopportare non solo l'ingresso nella scuola media, ma anche lo stress di sottoporsi agli sguardi di tutti. Sarà orribile, ma anche inaspettatamente bello.
Il romanzo verte su vari temi di natura sociale, che riguardano i pregiudizi, le aspettative, l'autostima, l'accettazione di quanto è diverso da ciò a cui siamo abituati. Si arriva fino al bullismo, alla cattiveria gratuita, ma il libro fa anche riflettere su come spesso non sappiamo cosa stia dietro a certi comportamenti, non conoscendo il vissuto altrui. Infine si parla di perdita ma, più di tutto, Wonder parla di amicizia e di coraggio, e di scegliere sempre la gentilezza. C'è un sacco di amore autentico, persone che si prendono cura l'una dell'altra. Mi fa piangere anche scriverne.
Forse è troppo buonista? Può darsi ma, se non si può essere buonisti con e per dei bambini, allora quando?

I personaggi sono meravigliosi, adorabili e commoventi. Che siano "buoni" o "cattivi", sono caratterizzati in maniera sorprendente e infatti, al contrario di quanto potreste pensare, io non mi sono disperata solo per Auggie, per pietà o qualcosa del genere. Ho pianto anche per gli altri, perché ognuno ha emozioni che strabordano letteralmente dalle pagine. Ho un debole per Via, la sorella di August, così giovane e così matura, lasciata sola a gestire un dolore che sembra quasi illegittimo, perché c'è sempre chi sta peggio.
Ogni personaggio è anche caratterizzato da un diverso stile di scrittura.
August risulta a volte troppo maturo per la sua età, ma quello che emerge è soprattutto il suo sentirsi normale. Nessuno potrà mai sapere meglio di lui quanto è normale.
Anche i suoi compagni più cattivi sono ben caratterizzati: li ho odiati, ma sono ragazzini e in quanto tali li ho anche capiti, perché so quant'è importante sentirsi normali e accettati a quell'età. Alcuni poi si evolvono e ci sorprendono nel corso del romanzo. Spesso ognuno di loro fa un'unica cosa significativa in tutta la storia, ma quell'unica cosa basta a caratterizzare il personaggio.
Una cosa che mi ha fatto davvero male è stata la rappresentazione della solitudine nel dolore. I personaggi di Wonder hanno la fortuna di avere famiglie, amici, partner comprensivi e affettuosi, eppure anche così il dolore non smette di essere una cosa intima, che si cova nella propria solitudine.
Mi sono davvero affezionata ai personaggi, tanto da commuovermi alla fine come una mamma orgogliosa.

Trattandosi di un libro pensato per i ragazzi, lo stile è scorrevolissimo e semplice, ma neanche così tanto, vista l'età dei protagonisti. Io non conosco bambini di dieci anni che parlano in quel modo.
All'inizio sono rimasta colpita da come il racconto fornisca tutti i dati necessari senza voler suscitare pietà e, anzi, in maniera divertente. Più avanti, invece, ci sono dei momenti strappalacrime, ma a quel punto io ero già assorbita dalla storia.
In definitiva, consiglio la lettura di questo romanzo – che è anche un grosso esame di coscienza – e voglio consigliarla proprio il giorno di Natale, perché il messaggio che trasmette è quanto di più natalizio possa esistere.

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E buon Natale a tutti!

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