UNA BRAVA RAGAZZA – Joyce Carol Oates

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Titolo: Una brava ragazza
Autore: Joyce Carol Oates
Traduttore: S.C. Perroni
Copertina flessibile: 217 pagine
Editore: Bompiani (maggio 2010)
Prezzo online: 9,35 €

Voto: **

Joyce Carol Oates racconta la storia di Katya Spivak, Una brava ragazza di sedici anni che conosce per caso e si lascia abbindolare da Marcus Kidder, un uomo che potrebbe essere suo nonno ma che è alto, elegante e molto ricco. Diventano sempre più intimi, finché lei comincia a posare per lui, che vuole ritrarla e intrappolare sulla tela la sua perfetta giovinezza.
In tutto questo si intrecciano strane forme di amore, desiderio e repulsione allo stesso tempo, manipolazione e violenza psicologica, bisogno disperato di approvazione, seduzione, morte. Ed è fastidiosamente presente un continuo richiamo all'educazione femminile finalizzata a compiacere l'uomo.
L'insieme è abbastanza morboso e disgustoso ma comincio a pensare che questo sia proprio il tipo di effetto che Joyce Carol Oates va ricercando.

Nessuno dei personaggi mi è piaciuto, in particolare nessuno dei due protagonisti. Tuttavia, nel loro essere disgustosi sono caratterizzati piuttosto bene.
Katya mi è sembrata stupidissima, anche se alla luce della sua età, della sua vita, della sua famiglia e del suo passato i suoi comportamenti e le sue reazioni sono forse giustificabili, o comunque possono essere compresi come mezzi per ottenere la tanto agognata approvazione. Peccato questo significhi leggere tutto il libro urlando tra sé «CRETINA!». La psicologia del personaggio è ben indagata.
Kidder è invece solo viscido e squallido, non ha nulla di attraente per quanto si possa ripetere che è ricco, simpatico e spiritoso. Più di una volta viene ribadito che è un giocherellone, che gli piace scherzare ed è esilarante, ma non c'è in tutto il libro uno solo dei suoi comportamenti, una sola delle sue battute, che mostri traccia di un qualche spirito. Sembra anche bipolare: alterna gentilezza affettata a scatti di follia del tutto immotivati.
Due persone che in un certo senso si sono trovate, e si perdonano reciprocamente il loro fare schifo.
Sono buone anche le descrizioni fisiche e, soprattutto, la resa delle emozioni, anche quelle dei personaggi minori.

Lo stile, come avevo già notato in Stupro, è molto diretto, va subito al sodo senza infiorettamenti inutili. La mia edizione presenta comunque diversi refusi, sin dalle prime pagine.
Nel complesso il libro mi è parso abbastanza vuoto e stupido, fin oltre la metà non si capisce dove voglia andare a parare. Ma neanche dopo, a dire il vero. Quindi no, non lo consiglierei.

In ogni caso si trova su Amazon: http://amzn.to/2GsJz9O

2 commenti:

  1. Caspita che recensione...direi che sei stata anche tu (come l'autrice) diretta e hai raccontato un libro e le tue impressioni senza fronzoli e senza indorare la pillola.
    Io della Oates ho letto un solo libro piccolino che mi è piaciuto molto, ma sono molto curiosa di leggere il resto dei suoi scritti.
    Purtroppo mi capita abbastanza spesso di incontrare molti refusi nei libri edizioni Bompiani, spero sia solo un mio problema e che non tutti i libri pubblicati da loro siano così.

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    1. È proprio quello che mi propongo di fare, scrivere chiaramente quello che penso, fermo restando che spesso i libri che non piacciono a me possono pure essere capolavori.
      Io della Oates ho letto due libri e mezzo e ho capito che non fa proprio per me, ma penso di dare ancora una possibilità a qualcuna delle sue opere più conosciute.
      Con gli altri libri Bompiani che ho letto non mi ricordo di aver notato questa cosa, ma dando uno sguardo alla mia libreria mi rendo conto che sono quasi tutti vecchi e li ho letti molti anni fa, quindi boh! Giusto ieri però ho riletto Neve che, va be', è un libriccino minuscolo, però è perfetto. Neanche mezzo refuso.

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