SCHEGGE DI VETRO – Patricia Highsmith

schegge di vetro patricia highsmith

Titolo: Schegge di vetro
Autore: Patricia Highsmith
Traduttore: E. Groppali
Copertina flessibile: 207 pagine
Editore: Bompiani (26 febbraio 2003)
Prezzo online: 6,71 €

Voto: ***

Schegge di vetro di Patricia Highsmith è una raccolta di racconti che io, essendo rimbambita, ho iniziato a leggere convinta che fosse un romanzo. Il primo "capitolo" mi ha subito colpito, e ho pensato che la lettura sarebbe stata di sicuro interessante. Il secondo però non c'entrava nulla col primo. E il terzo non c'entrava nulla con nessuno dei due precedenti, per cui mi sono posta qualche domanda. E ho capito, finalmente, che erano racconti autoconclusivi. Meglio tardi che mai, si dice.
Demenza a parte, comunque, i racconti sono interessanti e abbastanza inquietanti, macabri a volte, eppure raccontati con nonchalance, come se si trattasse di fatti normali. È inutile che io vi racconti tutte le trame, ma posso dirvi che vengono toccati diversi temi, tra cui il coraggio e la viltà, il suicidio, la paura e, in particolare, in ognuno dei racconti sembra esserci almeno uno psicopatico. Tranne forse nell'ultimo, che ho trovato un po' diverso dagli altri.

I personaggi sono dunque la parte migliore del libro. Questo perché, appunto, nella loro psicopatia (per essere politicamente corretta dovrei forse parlare di disturbo antisociale di personalità) sono resi davvero bene. Così bene che quasi non te ne accorgi, che sono psicopatici: ti poni solo delle domande semplici, per esempio "perché questa non non si impegna per impedire al figlio di mettersi in situazioni pericolose?", "perché non sembra addolorata dall'accaduto?" e così via. Hanno emozioni troppo blande rispetto agli eventi, sembrano non avere personalità, ma si percepisce che invece ce l'hanno, solo che è disturbata. Trattandosi di racconti, i personaggi non sono indagati molto in profondità, eppure la Highsmith è riuscita a caratterizzarli molto bene nel poco spazio a disposizione, attraverso i loro pensieri più che comportamenti.

Anche lo stile è notevole. Sin dalle prime pagine ho trovato il libro ben scritto, con un linguaggio secco e diretto ma curato, scorrevole quanto basta per tenere viva l'attenzione. A tratti è confuso e delirante, non si capisce quasi cosa è reale e cosa no, ma questo è un altro punto di merito, visti il tipo di racconti e i personaggi. Anche le descrizioni sono buone.
Era da tempo che volevo leggere qualcosa di Patricia Highsmith, però avrei preferito un romanzo. Cercherò di farlo al più presto ma nel frattempo, malgrado io non ami i racconti, sappiate che questi non mi hanno deluso.

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