Voto: 3/5
Ragazzino va in biblioteca a restituire dei libri, viene spedito nei sotterranei dove scopre delle cose strane, compreso il suo destino, e conosce personaggi altrettanto strani che non si capisce se esistano davvero oppure no.
Ora, il ragazzino sembra un po' scemo a tratti. Racconta cose spaventose come se fossero solo fastidiose ma nella norma, assiste alla violenza con un atteggiamento del tipo "che noia, voglio tornare a casa". Ha delle preoccupazioni ben poco realistiche, perché si ritrova in una situazione assurda, che dovrebbe come minimo sconvolgerlo, gli viene rivelata la brutta fine che farà, e lui pensa a sua madre che si deprimerà non vedendolo tornare puntuale per la cena, oppure alle scarpe che non riuscirà a recuperare.
Gli altri personaggi sono altrettanto strani, ma immagino sia una cosa voluta, anche perché – presumo – vogliono rappresentare cose diverse.
Lo stile è a volte intenzionalmente ripetitivo, cosa che a me non dispiace ma ad altri potrebbe risultare fastidioso.
Non saprei come classificare questo racconto. Inizialmente mi pareva volesse essere una specie di horror, ma non lo è. In molti definiscono le storie di Murakami "oniriche". È un aggettivo che non mi piace e che non uso abitualmente, ma credo che in questo caso sia il più adatto. Tutto il racconto sembra un sogno, le descrizioni sono abbastanza vivide da provocare disgusto ma anche confusione, talvolta. Sembra che le immagini si sovrappongano e si mescolino e, se devo dire la verità, il senso di tutto questo io non l'ho capito.
La lettura è stata interessante, ma di che si tratta esattamente? Vuole essere un'allegoria, qualcosa di metaforico? Io davvero non l'ho capito, sarebbero gradite delucidazioni.
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